Sempre florida l'industria degli armamenti

(«il comunista»; N° 153; Maggio 2018)

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I dati più recenti forniti dal Sipri di Stoccolma (International Peace Research Institute) stimano la spesa mondiale per gli armamenti in 1.686 miliardi di dollari nel 2016, con una crescita annua del 5% (ilsecoloxix.it). Gli USA restano il paese che spende più di tutti in armamenti: nel 2016 la spesa militare è stata di 611 mld $ (+1,7% sul 2015); al secondo posto c'è la Cina, con 215 mld di $ (+5,4% sul 2015), al terzo posto la Russia con 69,2 mld $ (+5,9% sul 2015); al quarto posto l'Arabia Saudita con 63,7 mld $ sebbene nel 2016 vi sia stato un calo del 30%; al quinto posto l'India, con 55,9 mld $ (+8,5% sul 2015). I maggiori produttori di armi, neanche a dirlo, sono statunitensi: il primo in assoluto è la Lockheed Martin con un fatturato di 40,8 mld $ (da cui l'Arabia Saudita ha acquistato per 15 mld $ il sistema di difesa missilistica Thaad). In classifica seguono la Boeing e la Raytheon, con fatturati rispettivi di 29,5 e 22,9 mld $. La Raytheon produce i missili Patriot di cui ne ha venduto 100 agli Emirati Arabi. Tra le prime dieci industrie belliche del mondo 9 sono americane e una europea (la Airbus Group, con un fatturato di 12,5 mld $) in settima posizione. Anche in Europa è aumentata la spesa militare, portata a 334 mld $, e si distingue l'Italia che guida gli incrementi dei paesi europei con l'11% del 2016 sul 2015! Evidentemente gli ottimi rapporti tra l'industria degli armamenti italiana e il governo riempiono di profitto le casse dell'industria bellica nazionale che esporta soprattutto aeromobili, bombe, siluri, razzi, missili e accessori per un valore complessivo di 10 mld di euro. Le spese militari complessive dell'Italia nel 2016 sono state di 27,9 mld $, ponendola all'11 posto nella classifica mondiale delle spese militari.

Armi per la "difesa nazionale" e per la "guerra" agli altri paesi: l'importante è accumulare profitti. Il capitale non chiede altro!

Alle solite parole di pace, di fratellanza tra i popoli, di solidarietà, di cooperazione, di ogni governo e di ogni chiesa, i fatti della realtà capitalistica rispondono con la violenza, la guerra, i massacri, le distruzioni in attesa di "ricostruire" per tornare a far profitto nell'orrenda spirale di morte!

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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