Livorno 1921. La formazione del Partito Comunista d’Italia, sezione dell’Internazionale Comunista

( Supplemento 02 a «il comunista» N° 166, Gennaio 2020 / Livorno 1921, la formazione del Partito Comunista d'Italia ) 

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●  1919

Il Partito Socialista Italiano al Congresso di Bologna

(5-8 ottobre 1919)

 

 

Dal discorso del relatore per la Frazione Astensionista (Amadeo Bordiga) al XVI Congresso del PSI di Bologna

 

(...) Il concetto fondamentale della democrazia borghese è quello dell’uguaglianza politica degli individui, dell’uguaglianza dei cittadini in qualunque condizione sociale ed economica essi vivano. Tutti i cittadini vengono chiamati alla formazione dello Stato; a tutti i cittadini viene data la stessa sovranità poltica. La critica marxista del sistema di democrazia borghese ne metteva in evidenza il contenuto menzognero ed equivoco, poiché dimostrava che, la società essendo divisa in classi in lotta fra di loro per contrasti fondamentali di interessi, lo Stato democratico non riusciva mai ad essere l’esponente della volontà e dell’interesse della collettività sociale o della sua maggioranza, ma era invece l’esponente, lo strumento, degli interessi di una minoranza. Questa minoranza capitalistica dominatrice, avendo in suo possesso i mezzi di produzione e di scambio, sebbene elargisse alla maggioranza sfruttata il diritto di deporre ogni tanto una scheda nell’urna, restava la padrona e l’arbitra delle sorti della società e teneva il timone dello Stato.

Io non mi dilungo in questa esposizione perché sarebbe assurdo lo facessi dinanzi ad un congresso socialista. Vi rammento soltanto come questa critica alla democrazia borghese sia il punto fondamentale di partenza di tutta quanta la demolizione socialista dell’ordinamento presente, e debba quindi essere la base da cui deve scaturire la tattica dell’azione rivoluzionaria verso la costruzione della società nuova.

Per conseguenza, compagni, fin da quando noi ci siamo chiamati socialisti, ci siamo messi al di sopra dell’inganno della democrazia parlamentare ed abbiamo negato che gli istituti rappresentativi della borghesia rappresentassero effettivamente gli interessi collettivi e che attraverso essi il proletariato, sebbene sia la maggioranza, possa migliorare comunque le sue condizioni e i suoi rapporti sociali e farsi strada, farsi luce verso la propria emancipazione. (...)

 

(da Storia della sinistra comunista, vol II, pp, 84-85)

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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