Livorno 1921. La formazione del Partito Comunista d’Italia, sezione dell’Internazionale Comunista

( Supplemento 02 a «il comunista» N° 166, Gennaio 2020 / Livorno 1921, la formazione del Partito Comunista d'Italia ) 

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●  1920 - 1921

Il secondo Congresso dell’Internazionale Comunista 

(luglio-agosto 1920)

 

 

Lenin, discorso sul parlamentarismo

(Seduta del 2 agosto 1920)

 

 

Il compagno Bordiga, evidentemente, ha voluto difendere qui il punto di vista dei marxisti italiani, ma, non di meno, non ha risposto a nessuna delle argomentazioni addotte da altri marxisti in favore dell’azione parlamentare.

Il compagno Bordiga ha riconosciuto che le esperienze storiche non si creano artificialmente. Egli ci ha detto che bisogna spostare la lotta su un altro piano. Non sa forse che ogni crisi rivoluzionaria è accompagnata da una crisi parlamentare? (1) E’ vero, egli ha detto che bisogna trasferire la lotta in un altro campo, nei soviet. Ma lo stesso Bordiga ha poi riconosciuto che i soviet non possono essere creati artificalmente. L’esempio della Russia dimostra che i soviet possono essere organizzati durante la rivoluzione o nell’imminenza di essa. Al tempo di Kerenski i soviet (e precisamente i soviet menscevichi) erano costituiti in modo tale che non potevano dar vita in nessun caso al potere proletario. Il parlamento è un prodotto dello sviluppo storico, che non potremo eliminare dalla faccia della terra, fin quando non saremo tanto forti da sciogliere il parlamento borghese. Solo quando si fa parte del parlamento borghese si può combattere – partendo dalle condizioni storiche date – la società borghese e il parlamentarismo. Lo stesso mezzo di cui la borghesia si serve nella lotta deve essere utilizzato dal proletariato, naturalmente, per fini radicalmente diversi. Non potete affermare che le cose non stiano così, ma, se voleste contestare quello che ho detto, dovreste cancellare l’esperienza di tutti gli avvenimenti rivoluzionari del mondo.

Avete detto che anche i sindacati sono opportunistici e rappresentano un pericolo; ma al tempo stesso avete affermato che per i sindacati bisogna fare un’eccezione perché si tratta di organizzazioni operaie. Tuttavia, questo è vero fino a un certo punto. Anche nei sindacati, vi sono elementi molto arretrati. Una parte della piccola borghesia proletarizzata, gli operai arretrati, i piccoli contadini, tutti questi elementi pensano in realtà che i loro interessi sono rappresentati in parlamento; bisogna combattere questa mentalità mediante l’azione parlamentare e dimostrare con i fatti la verità alle masse. Le masse arretrate non le smuovi con la teoria, hanno bisogno dell’esperienza.

L’abbiamo visto anche in Russia. Siamo stati costretti a convocare l’Assemblea costituente dopo la vittoria del proletariato per mostrare agli operai arretrati che non avrebbero ottenuto un bel niente con quell’Assemblea. Abbiamo dovuto contrapporre concretamente i soviet all’Assemblea costituente per far confrontare le due esperienze e presentare i soviet come l’unica soluzione.

Il compagno Suchi, sindacalista rivoluzionario, ha difeso le stesse teorie, ma la logica non è dalla sua parte. Egli ha detto di non essere marxista, e pertanto il suo atteggiamento è comprensibile. Ma se voi, compagno Bordiga, vi dichiarate marxista, allora si può esigere da voi un po’ più di logica. Bisogna sapere in che modo si può distruggere il parlamento. Se riuscite a distruggerlo in tutti i paesi mediante l’insurrezione armata, benissimo. Come sapete, in Russia abbiamo dimostrato, non soltanto in teoria ma anche in pratica, la nostra volontà di distruggere il parlamento borghese. Ma voi dimenticate che ciò è impossibile senza una preparazione abbastanza lunga e che, nella maggior parte dei paesi, è ancora impossibile distruggere il parlamento con un  colpo solo. Siamo costretti a condurre anche in parlamento la lotta per distruggere il parlamento. Voi sostituite la vostra volontà rivoluzionaria alle condizioni che determinano la linea politica di tutte le classi della società contemporanea e quindi dimenticate che noi, per poter distruggere il parlamento borghese in Russia, abbiamo dovuto convocare l’Assemblea costituente pur dopo la nostra vittoria. Voi avete detto: “E’ vero che la rivoluzione russa è un esempio che non corrisponde alle condizioni dell’Europa occidentale”. Ma, per dimostrarcelo, non avete invocato un solo argomento serio. Noi abbiamo attraversato un periodo di democrazia borghese. Lo abbiamo attraversato rapidamente, quando siamo stati costretti a svolgere l’agitazione per le elezioni dell’Assemblea costituente. E in seguito, quando la classe operaia aveva già avuto la possibilità di conquistare il potere, i contadini continuavano a credere alla necessità del parlamento borghese.

Tenendo conto di questi elementi arretrati, abbiamo dovuto indire le elezioni e mostrare alle masse con l’esempio, con i fatti, che l’Assemblea costituente, eletta in un periodo di gravissime e generali difficoltà, non esprimeva le aspirazioni e le rivendicazioni delle classi sfruttate. Così, il conflitto tra il potere sovietico e il potere borghese è diventato assolutamente chiaro non soltanto per noi, cioè per l’avanguardia della classe operaia, ma anche per la stragrande maggioranza dei contadini, per i piccoli impiegati, per la piccola borghesia ecc. In tutti i paesi capitalistici esistono elementi arretrati della classe operaia i quali sono convinti che il parlamento è la vera rappresentanza del popolo e non vedono che nei parlamenti si fa uso di mezzi poco puliti. Si dice che il parlamento è un mezzo di cui si serve la borghesia per ingannare le masse. Ma quest’argomento si ritorce contro di voi, e in realtà di ritorce contro le vostre tesi. Come mostrerete alle masse arretrate, ingannate dalla borghesia, il vero carattere del parlamento? Se non parteciperete al parlamento, se resterete fuori di esso, come denuncerete questa o quella manovra parlamentare, la posizione di questo o quel partito? Se siete dei marxisti, dovete riconoscere che i rapporti di classe nella società capitalistica e i rapporti tra i partiti sono strettamente connessi. Lo ripeto, come dimostrerete tutto questo, se non fate parte del parlamento, se vi rifiutate di svolgere un’azione parlamentare? La storia della rivoluzione russa ha dimostrato chiaramente che nessun argomento può convincere le grandi masse della classe operaia, dei contadini, dei piccoli impiegati, se queste masse non imparano per esperienza diretta.

Si è detto qui che, nel partecipare alla battaglia parlamentare, perdiamo molto tempo. Si può immaginare un’altra istituzione alla quale tutte le classi siano interessate come sono interessate al parlamento? Una tale istituzione non può essere creata artificialmente.

Se tutte le classi sono spinte a partecipare alla lotta parlamentare, questo avviene perché i loro interessi e conflitti trovano un riflesso in parlamento. Se si potesse organizzare subito e dappertutto, poniamo, uno sciopero generale per abbattere di colpo il capitalismo, la rivoluzione sarebbe già esplosa in diversi paesi. Ma bisogna fare i conti con i fatti, e il parlamento è ancora un’arena della lotta di classe. Il compagno Bordiga e i compagni che condividono la sua posizione devono dire la verità alle masse. La Germania è il miglior esempio della possibilità di avere un gruppo comunista in parlamento, e quindi voi avreste dovuto dire francamente alle masse: “Siamo troppo deboli per fondare un partito con una forte organizzazione”. Ecco la verità che avreste dovuto rivelare. Ma, se voi confessate alle masse la vostra debolezza, le masse diventerebbero vostre avversarie, fautrici del parlamentarismo, e non vostre seguaci.

Se diceste: “Compagni operai, siamo tanto deboli che non possiamo costituire un partito abbastanza disciplinato che sappia costringere i deputati a subordinarsi al partito”, gli operai vi abbandonerebbero, dicendosi: “Come potremo organizzare la dittatura del proletariato con uomini così deboli?”.

Siete molto ingenuo se pensate che, nel giorno della vittoria del proletariato, gli intellettuali, la classe media, la piccola borghesia diventeranno comunisti.

Se poi non avete quest’illusione, dovete preparare fin d’ora il proletariato a procedere a un’epurazione dalle sue file. In nessun campo della vita politica troverete una sola eccezione a questa regola. L’indomani della rivoluzione troverete dappertutto avvocati opportunisti, che si diranno comunisti, troverete dei piccoloborghesi che non riconosceranno né la disciplina, né il partito comunista, né lo Stato proletario. Se non preparate gli operai a creare un partito realmente disciplinato, che costringa tutti i suoi membri a sottomettersi alla sua disciplina, non prepararete mai la dittatura del proletariato. Perciò, credo, che proprio per questo motivo voi non vogliate ammettere che appunto la debolezza costringe molti dei nuovi partiti comunisti a respingere l’attività parlamentare.

Sono convinto che la stragrande maggioranza degli operai effettivamente rivoluzionari ci seguirà e si pronuncerà contro le vostre tesi antiparlamentari.

 


 

(1)   I resoconti stenografici dei congressi sono spesso scheletrici o lacunosi. Amadeo Bordiga, rappresentante della Frazione comunista astensionista a Mosca nel 1920, ha ricordato in una riunione generale in cui trattava la Storia della sinistra comunista, che a questa domanda, nel discorso di Lenin, seguì una frase di questo tenore: “Noi non dobbiamo abbandonare un osservatorio che ci permetterà di prevedere con anticipo il momento in cui la classe proletaria guidata dal nostro partito potrà scatenare la lotta per il potere non più coi metodi legali voluti dalle costituzioni del nemico, ma col metodo nostro dell’insurrezione e della violenza armata”.

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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