In vista del 2° Congresso del Sindacato Lavoratori in Lotta - per il sindacato di classe

L’opportunismo dei vertici SLL si dimostra, ancora una volta, nell’impedire che la Piattaforma di lotta proposta dai  disoccupati venga discussa e messa ai voti al congresso!

 

(«il proletario»; N° 9; Supplemento a «il comunista» N. 118 - Novembre 2010)

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Il secondo congresso del Sindacato dei lavoratori in lotta (SLL) giunge a quattro anni da quello della sua fondazione.

L’impostazione di tipo burocratico e corporativo del primo congresso ha inevitabilmente fatto arretrare questa organizzazione (ex Movimento di lotta per il lavoro) fino a precipitarla nell’ opportunismo, omologandola nei fatti ai tanti sindacatini già presenti sul territorio nazionale . Questi raccolgono il malcontento di quella parte dei lavoratori che hanno abiurato definitivamente i metodi  palesemente antioperai dei sindacati maggiori CGIL,CISL e UIL.  La paventata conquista di “più democrazia” nelle loro forme organizzative di questi sindacati cosiddetti alternativi, é il loro cavallo di battaglia, illudendo larghe masse di lavoratori su di un recupero di forme di lotta più efficaci e concrete, e magari, perché no, anche di classe. Ma la direzione che sta prendendo l’SLL é un po’ diversa. Qui la funzione dell’opportunismo e’ quella di neutralizzare fino a far scomparire l’organizzazione stessa.

Il bagaglio di esperienza dell’ex “Movimento di lotta per il lavoro” é troppo prezioso e pericoloso per lasciarlo a disposizione dei compagni e della piazza. Per le nuove generazioni non deve esistere neanche il ricordo della lotta dura ed intransigente che questo movimento ha simboleggiato per anni a Napoli.

Ma questo attacco era inevitabile in una fase come l’attuale in cui l’azzeramento delle lotte e delle conquiste passate dei lavoratori viene annullata. E ci meravigliamo come alcuni compagni, cui stimiamo ancora, non riescono ad accorgersi  di ciò che sta avvenendo. L’isolamento delle quattro società miste Astir, Arpac-multiservizi, Napoli servizi e Sis, corona una lunga strategia dell’assessorato locale che ha spinto alla divisione delle lotte. Lotte sterili perché parcellizzate e isolate non solo dagli altri lavoratori ma anche tra i lavoratori della stessa organizzazione. La cancellazione di decine di iscritti dimostra la volontà, deviata, della ricerca di nuove strategie. Anche lo sciopero, una delle armi più efficaci della classe operaia, é diventato tabù. L’adesione formale agli scioperi dei sindacati tricolore é l’adesione a lotte sterili che fanno terra bruciata delle vere lotte dei lavoratori e che non porteranno mai a nulla.  La scarsa adesione, nello specifico, lo dimostra ampiamente. Né tanto meno possiamo parlare di unità sindacale. La vera tattica dell’unità sindacale e quella di praticarla con la base di queste organizzazioni mettendo in risalto l’opportunismo dei loro vertici, compreso la FIOM.

Di fronte  a questo disarmo l’assessorato locale ha posto una seria ipoteca sul futuro di questi lavoratori.

I sempre meno e sfiduciati disoccupati che resistono tra le fila SLL avrebbero potuto dare nuova linfa  alle lotte essendo meno imbrigliati da democraticismo e falsi tatticismi. Questi, in assenza di una piattaforma di lotta, non fanno altro che rivendicare lavoro in modo astratto e generico. Giungendo a  farsi comunque imbrigliare efficacemente dalle illusioni disfattiste dei portaborse di palazzo. Corsi di orientamento, di formazione e progetto B.R.O.S.  ( ex Progetto I.S.O.L.A.)  senza una finalizzazione sono solo una presa in giro, non solo per l’SLL, ma anche per le altre organizzazioni di disoccupati che raccolgono tutte insieme migliaia di proletari.

E’ per questo che noi non abbiamo mai smesso di mettere in guardia  l’SLL  e continuare a lavorare al suo interno anche se in discordanza con il direttivo. Sembra proprio che in questo momento siano proprio i disoccupati ad avere più orecchie rispetto agli altri iscritti ed accorgersi finalmente di dovere dare un cambio ad una strategia che e’ soltanto sterile. Si può partire benissimo dalla vertenza dei disoccupati al fine di coinvolgere gradualmente tutti gli iscritti in un’unica strategia di lotta che possa essere finalmente classista. Ed é per questo che avevamo accettato l’aiuto richiestoci dal direttivo dei disoccupati di redigere una bozza di piattaforma di lotta. Questa era giunta dopo ampia discussione in cui  un nostro netto rifiuto evitava anche solo di ipotizzare un’ennesima scissione interna. E non ci siamo tirati indietro! Ma la piattaforma andava prima discussa e poi approvata con le eventuali modifiche. Attraverso una riunione apposita la nostra bozza veniva letta da uno stesso disoccupato, discussa ed approvata all’unanimità. Ma non era finita lì.  Su nostra indicazione la piattaforma doveva essere presentata per correttezza al direttivo SLL e chiederne una discussione al fine di presentarla come mozione al summenzionato congresso. E’ stata perciò inviata al Direttivo SLL.

Ma discussione non c’è stata. Anzi la piattaforma veniva rifiutata anche solo per discuterla perché era in disaccordo con le linee-guida fissate dai vertici del sindacato. Il Direttivo dei disoccupati, a questo punto, non se l’è sentita di improntare una battaglia interna; trovatosi solo, di fatto, il loro rappresentante, ulteriormente scoraggiato, si è fatto da parte.

La piattaforma che sarà presentata al congresso sarà quella preconfezionata e distribuita anticipatamente dal direttivo SLL. Le eventuali modifiche che saranno apportate non cambieranno lo spirito della “loro” piattaforma che purtroppo ricalcherà  l’andamento delle lotte dei precedenti quattro anni.

A questo punto abbiamo pensato di dare voce ai disoccupati rendendo pubblica  la Piattaforma  da loro stessi approvata e che erano pronti a confrontarsi con tutti gli iscritti al SLL. Aprire un dibattito con i disoccupati significa portarli alla loro crescita. Come stavamo cercando di fare all’inizio quando ci fu proposto di dirigere l’apertura delle iscrizioni dei senza lavoro. E non abbiamo smesso di farlo anche quando ne siamo stati estromessi con l’accusa che i disoccupati non ci volevano. Evidentemente quelli che non ci volevano non erano i disoccupati. Ci sentiamo in dovere di portare avanti la voce dei senzalavoro  perché é la voce soffocata dei proletari che cercano di rialzare la testa, soffocati da un opportunismo, riformismo e democraticismo borghese  ancora forte. E’ questo lo spirito della Piattaforma che inneggia al diritto a vivere, lavoro o non lavoro, nello spirito di unificazione delle lotte e al grido di battaglia che accomuna tutti i proletari: O salario da lavoro o salario di disoccupazione!

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

www.pcint.org

 

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