Che cosa prevede per i proletari la manovra del governo Monti?

 

(«il proletario»; N° 10; Supplemento a «il comunista» N. 122 - Dicembre 2011)

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Il peggioramento delle condizioni di esistenza della gran parte del proletariato subisce un ulteriore grado di acutezza. Non solo aumenta ancor di più il costo della vita che già ha raggiunto livelli di rialzo insopportabili, ma prolunga il tormento di una vita lavorativa già colma di fatica, di stress, di nocività, di infortuni, di morti, di precariato, di disoccupazione.

La manovra del governo Monti non sostituisce la manovra già scritta dal governo Berlusconi, ma la rende più efficace e più dura. Il tema è “salvare l’Italia”, e la manovra è stata chiamata appunto “salva-Italia”, ricevendo la benedizione del presidente della repubblica e dei vescovi italiani, e il beneplacito dei briganti internazionali che rispondono al nome di Merkel, Sarkozy, Draghi, Obama, Cameron e via elencando. Salvando l’Italia si salva l’Europa dell’euro; se si salva l’euro, in verità, si salva il dollaro, visto che i reciproci mercati sia commerciali che finanziari stanno in piedi se si sostengono. I proletari italiani, quindi, sono invitati dai loro aguzzini capitalisti ad essere orgogliosi perché grazie ai loro sacrifici l’Italia capitalista non farà “la fine della Grecia”, ma addirittura salverà l’euro; dunque, i profitti dei capitali in euro non perderanno di valore...

Al coro degli industriali e dei banchieri si è aggiunto il coro dei politicanti che in parlamento, e nelle segrete stanze, fanno opera di collaborazione al fine di “far uscire il paese dalla crisi” e, perciò, continuare a svolgere la loro oscena opera ingannatrice delle masse abbellendo alla maniera di Arlecchino una democrazia che ha dimostrato ampiamente di essere una semplice foglia di fico che copre, pure malamente, le più sozze manovre di corruzione di ogni tipo. Naturalmente si dirà che il governo “tecnico” di Monti è di tutt’altra pasta del governo precedente, composto da superindagati per corruzione, per mafia, per falsi in bilancio, per ogni genere di intrallazzo illegale compresa la prostituzione minorile. Il nuovo governo Monti è costituito da “eccellenze”, da persone “oneste” che non hanno mai fatto politica, ma che, grazie alle loro rispettive specializzazioni, possono essere in grado di “far uscire l’Italia dalla crisi” in cui è precipitata, con manovre economiche non condizionate da interessi di bottega elettorale. Perciò, la squadra bocconiana di Monti, può tranquillamente andare, ad esempio, ad affondare le mani nelle pensioni  abbattendo il muro dei 60-65 anni e dei 40 anni di contributi; va detto che questa strada era stata già aperta molto tempo fa dai governi di centro sinistra, e che lo stesso governo Berlusconi l’avrebbe già imboccata se non fosse stato per la violenta frenata della Lega che non intendeva perdere la faccia col suo elettorato.

A che cosa andranno incontro, dunque, i proletari, grazie ai sacrifici imposti dal governo Monti? Vediamone i principali.

Pensioni. Il calcolo della pensione sarà d’ora in poi solo contributivo e non retributivo. Congelati per due anni, 2012 e 2013, gli scatti legati all’inflazione per le pesnioni aal di sopra dei 960 euro mensili; dal 2013 le donne del settore privato andranno in pensione a 62 anni e gli uomini a 66, mentre nel 2018 uomini e donne in pensione a 66 anni. Dal 2022 tutti in pensione a 67 anni. Sparisce il termine “anzianità”. si chiamerà pensione “anticipata”; finora gli anni di lavoro necessari per prendere il massimo di pensione possibile (età+contributi) indipendentemente dall’età anagrafica erano 41 per  uomini e donne; dal 2012 sarà possibile uscire dal lavoro in anticipo rispetto all’età di vecchiaia solo con 41 anni di contributi + 1 mese per le donne, e 42 anni + 1 mese per gli uomini. Con queste normative le sperequazioni invece di diminuire aumentano. Ad esempio i nati nel gennaio 1952 compiono 60 anni nel gennaio 2012: se lavoravano dal 1976 potevano andare in pensione a gennaio 2013 con 36 anni di contributi. Oggi sono bloccati dall’abolizione delel quote e dall’innalzamento dell’età pensionabile: dovranno lavorare per altri 6 anni, andandosene in pensione a 66 anni con 42 anni di contributi. E tutto questo va poi parametrato all’ammontare effettivo della pensione che già oggi, rispetto al rialzo del costo della vita, è del tutto insufficiente a vivere dignitosamente.

E per deputati e senatori, come si mette? Se un comune proletario deve lavorare, con contributi versati, almeno 42 anni, per i deputati e i senatori ne bastano 5, ossia la durata di una legislatura. E mentre i comuni proletari devono andare in pensione non prima dei 66 anni, i signori deputati e senatori potranno andarci già a 65 anni. E le cose vanno per loro ancora meglio con due legislature perché possono anadare in pensione a 60 anni! Meno male che dovevano dare l’esempio!

Iva. Salirà di due punti, sia quella ordinaria che quella agevolata, dal settembre 2012. Ciò significa che tutti i prodotti costeranno di più mentre i salari non aumentano e le pensioni vengono congelate!

Irpef e Addizionali regionali. Per il momento l’Irpef, tassa sul reddito imponibile, non viene toccata, ma vengono aumentate le tasse regionali intorno all’1%, mentre vengono abolite molte agevolazioni fiscali.

Imu, ex Ici, la tassa sulla proprietà della casa. In Italia l’85% circa degli abitanti sono proprietari della casa che abitano. Verranno rivalutati gli estimi catastali del 60%. Ciò significa una tassazione enorme su un bene che  è di prima necessità e per il quale, da quando i governi precedenti hanno abolito l’equo canone negli affitti, anche la massa operaia è stata indotta ad indebitarsi per una vita pur di comprare casa con i mutui. Da questa tassa il governo Monti raccoglierà tra prime, seconde e terze case, strutture industriali e immobili commerciali 22 miliardi di euro, più del doppio di quanto incassavano con la vecchia Ici. E la Chiesa? Gli immobili della Chiesa non solo adibiti al culto religioso ma anche ad attività commerciali, sono del tutto esentasse, secondo la legge del governo Berlusconi ribadita dal governo Monti.  

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

www.pcint.org

 

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