Intimidazioni poliziesche nei confronti dei tentativi di organizzazione proletaria indipendente

(«il comunista»; N° 92; Ottobre 2004)

 

Correspondenza

 

Napoli, 27 settembre.
 

La nascita del «Sindacato dei lavoratori in lotta - per il sindacato di classe» avviene dopo una lunga gestazione ed in modo alquanto travagliato. La storia dei movimenti di lotta del napoletano possiede, se vogliamo, il prototipo dello sviluppo e quindi del risveglio della lotta di classe accidentato, fatta di balzi in avanti e di aspri rinculi, in un contesto più generale dove l’effettiva ripresa della lotta stenta a riprendere. Le spinte delle contraddizioni capitalistiche si catalizzano al sud del paese mettendo in moto squilibri sociali dove quella che è l’eccezione qui diventa la regola.La cosiddetta «arte di arrangiarsi» in attesa di una fantomatica svolta personale che prima o poi avverrà è qui la norma, per migliaia di proletari che vivono giorno per giorno all’ombra di cricche affaristiche e avventurieri di ogni tipo che ingrassano sulla loro pelle.

Il potere politico locale si nutre di questo malessere, e la demagogia trova terreno fertile nei più diversi campi della società civile. Attività illegali, prostituzione, spaccio di droga e veri e propri atti di disperazione sono cronaca di tutti i giorni. I proletari vengono schiacciati, umiliati e ghettizzati, pronti a essere usati come merce riciclata su di un mercato del lavoro riformato e strutturato a misura. Basta un semplice colloquio per un eventuale corso di formazione e subito si grida all’agognato posto di lavoro. In un contesto generale dove la forza lavoro diventa sempre più in eccesso in rapporto alla caduta tendenziale del saggio di profitto, il lavoro diventa un miraggio in un deserto assolato.

Ma la quantità, come sappiamo, si trasforma in qualità. L’esistenza ormai trentennale di un movimento di lotta dei disoccupati ha spezzato in qualche modo la cultura della ricerca del «santo in paradiso», della magagna e quant’altro pur di lavorare. Nonostante l’opportunismo, sempre e comunque presente, i disoccupati organizzati hanno sempre ottenuto qualcosa. In tutti questi anni si è comunque scavato un solco e fa parte della storia delle lotte. Questo determinismo è stato e viene ancora cavalcato dall’assunto opportunista che un movimento debba nascere, crescere e poi morire. Opporsi a questa visione significherebbe, per una visione ingenuamente meccanicista, volere a tutti i costi che un movimento debba restare tale in eterno per permettere, in modo antistorico, l’influenza dei comunisti sul proletariato. La prassi, come sempre, esprime il corretto rapporto dialettico che è quello che un movimento nasce, cresce e, in barba all’opportunismo, si trasforma.

Il Sindacato Lavoratori in Lotta rappresenta il superamento dialettico di questo conflitto. Il paventato scioglimento del movimento, prima, e l’iscrizione ad un sindacato «qualsiasi», poi, era per l’ex Movimento di Lotta LSU la naturale conseguenza di una prassi che vedeva i disoccupati giungere ad un traguardo. La coerenza e la determinazione di questo movimento non poteva non collidere con il Sincobas scelto come organizzazione sindacale «qualsiasi». La rottura con i sindacati cosiddetti alternativi dava luce all’esigenza del movimento di formalizzarsi in una nuova organizzazione per difendere gli obiettivi raggiunti. Nasce il SLL inteso come organizzazione proletaria tesa a rompere con la prassi e le linee politiche e sindacali del collaborazionismo. In linea generale le organizzazioni proletarie indipendenti saranno una prima fase verso la ricostituzione del sindacato di classe. Il SLL di per sé è un organismo giovane, sottoposto ad ogni tipo di attacco, in quanto inizia a godere le simpatie di larghi strati di proletari, mettendo in difficoltà indirettamente le miriadi di sindacatini cosiddetti alternativi.

Le linee guida del SLL sono l’intransigenza e la lotta fino in fondo così come ha caratterizzato il movimento in tutti questi anni. L’iscrizione dei disoccupati di Ponticelli riaccende l’eterno dibattito sul rapporto tra salario e lavoro visti tra loro in contrapposizione ma che troveranno nell’organizzazione un adeguato terreno verso la soluzione dello spinoso problema. Il SLL in quanto tale si proietta verso l’allargamento ad altre realtà tendendo implicitamente a respingere le pressioni corporativiste dettate dalle soluzioni delle singole vertenze.

Ed è a questo punto che il SLL deve avere a che fare con un’arma di vecchia data della borghesia, e che conoscono oltretutto bene, ma che purtroppo dà sempre buoni risultati: la repressione.

La mattina di sabato 25 settembre alle ore 5.30 la polizia fa irruzione nelle case di alcuni dirigenti dell’organizzazione. Quattro di loro vengono posti agli arresti domiciliari con l’accusa di tentata estorsione e sequestro di persona ai danni dei dirigenti della società a capitale misto denominata Recam spa. Un vero fulmine a ciel sereno. Ma il provvedimento covava evidentemente già da tempo. In un volantino di smentita del SLL si evince chiaramente che i fatti a cui si riferisce la magistratura risalgono al 23 marzo 2004, quindi 5 mesi prima. In quella occasione (vedi volantino pubblicato a fianco) i delegati SLL chiedevano alla Recam il cambio di contratto per i lavoratori, da edile a federambiente, poiché quest’ultimo sarebbe risultato migliorativo dal punto di vista salariale. La risposta dei dirigenti della Recam fu netta e provocatoria intimando l’accettazione del contratto esistente, precario e a part-time o il licenziamento. La realtà risulta quindi essere completamente diversa da quella propagandata ufficialmente. Il volantino SLL segue denunciando la strategia della magistratura che ha il chiaro intento di spezzare le gambe ad una organizzazione che inizia ad avere una platea di consensi sempre più vasti, e questo evidentemente mette paura.

Il giorno successivo viene indetto un presidio alla Recam. Il nostro volantino di sostegno e solidarietà per i dirigenti del SLL colpiti dalla repressione mette però in guardia l’organizzazione dal tentativo di criminalizzazione da parte delle istituzioni. Al momento in cui scriviamo, per giovedì prossimo 30 settembre è stata indetta una manifestazione per la liberazione dei compagni arrestati. In questa occasione le varie sigle sono solidali superando i contrasti e lasciando da parte le polemiche, ricompattandosi. Sarà così ancora stavolta. Il caso vuole che l’udienza da venerdì mattina sia stata anticipata a giovedì mattina!
 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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Pubblichiamo qui di seguito la presa di posizione del Sindacato Lavoratori in Lotta (SLL) sull’arresto di loro dirigenti; atto chiaramente intimidatorio nei confronti di uno dei tentativi nel napoletano di organizzazione proletaria indipendente, rispetto al quale anche noi, come partito, abbiamo preso netta posizione (vedi nostro volantino pubblicato qui sotto).

Per noi, proletariato e masse popolari non sono la stessa cosa, poiché nelle masse popolari ci stanno anche borghesi e piccoloborghesi; certo, come nel caso di occupanti di case o del precariato, possono essere borghesi e piccoloborghesi rovinati dalla concorrenza mercantile e precipitati più o meno temporaneamente nelle condizioni proletarie. Resta il fatto che per noi, secondo la tradizione comunista originaria, i movimenti proletari perché siano effettivamente indipendenti dalle politiche e dalle prassi borghesi debbono staccarsi non solo nelle proprie rivendicazioni ma anche nelle proprie organizzazioni immediate dall’influenza di visioni, abitudini, pregiudizi caratteristici delle classi avverse, tanto più dall’influenza di organizzazioni politiche che fanno del democratismo e del parlamentarismo la loro bandiera.

Ciò non toglie che si debba esprimere, in quanto partito proletario e comunista sempre interessato alla lotta contro la repressione borghese, solidarietà alla lotta dei proletari disoccupati e occupati precariamente anche se nella loro lotta si inseriscono, o vengono risucchiati, elementi provenienti dalle classi borghesi e piccoloborghesi. E anche se organismi come il SLL accettano di mescolare proprie iniziative o prese di posizione con partiti e gruppi politici distanti ed opposti alla nostra visione e alle nostre prospettive marxiste e rivoluzionarie.
Ecco, dunque, il testo della presa di posizione del SLL.

PESANTE ATTACCO REPRESSIVO CONTRO I DIRIGENTI E I LAVORATORI DEL SINDACATO LAVORATORI IN LOTTA PER IL SINDACATO DI CLASSE DI NAPOLI (SLL)

Nella mattinata di sabato 25 settembre 2004 alle ore 5.30, la polizia della banda Berlusconi fa irruzione nelle case di quattro dirigenti del Sindacato Lavoratori in Lotta di Napoli e Acerra. Terrorizzando i familiari, arrestano i compagni Enzo Cinque, Gennaro Barbato e Cirella Mario. Solo per un caso non viene arrestato anche il Segretario del Sindacato Luigi Sito che in quel momento non era in casa, perché già da qualche giorno in ferie. Gli arresti firmati dal Gip Nicola Miraglia del Giudice, sono legati ai fatti del 23 marzo 2004, in occasione di un incontro sindacale con la società Recam SpA. In quella riunione il Sindacato Lavoratori in Lotta chiedeva agli amministratori della suddetta Società, rappresentata dai sig. Refuto Claudio, Rivellini Crescenzo e Carta Angelo, miglioramenti salariali e il cambio del CCNL da Edile a Federambiente.

Il motivo di questa azione repressiva risiede nel ruolo che questo Sindacato sta svolgendo nell’ambito più generale della lotta contro le amministrazioni locali (Regione, Provincia e Comune di Napoli, nelle persone di Bassolino, Di Palma e Iervolino) e principalmente contro il governo Berlusconi, che sta attuando politiche di lacrime e sangue, di miseria e fame per tutta la classe lavoratrice e le masse popolari. Ma anche perché di fatto questo Sindacato cresce ed acquista sempre più simpatie da parte di altri settori delle masse popolari in lotta come il movimento dei disoccupati, dei precari e degli occupanti di case.

E’ FORSE UN REATO CHIEDERE MIGLIORI CONDIZIONI CONTRATTUALI E SALARIALI PER I LAVORATORI, UNA CASA, UN LAVORO DIGNITOSO PER TUTTI, IL DIRITTO ALLA SALUTE E ALL’ISTRUZIONE ?

PER QUALI MOTIVI I SINDACATI DI REGIME (CGIL-CISL-UIL) ADOTTANO POLITICHE DIVERSE (COME LA CONCERTAZIONE) ?

Questo attacco repressivo si inserisce, quindi, in un quadro più generale che vede la borghesia del nostro paese attaccare massicciamente le conquiste politiche, economiche e sociali che i lavoratori avevano strappato negli anni passati (vedi le varie riforme elettorali, della scuola, della sanità, del mercato del lavoro, del diritto di immigrazione, ecc.) e per questo motivo vedrà la risposta unitaria, coerente e determinata di tutti i soggetti sociali e politici che in questa città quotidianamente lottano.

SCARCERAZIONE IMMEDIATA PER I NOSTRI COMPAGNI ARRESTATI E RITIRO DI TUTTI I PROVVEDIMENTI GIUDIZIARI A CARICO DI DISOCCUPATI, PRECARI, STUDENTI, SENZATETTO, IMMIGRATI CHE LOTTANO PER I PROPRI DIRITTI !!!

IMMEDIATO AVVIO DEI CORSI DI ORIENTAMENTO PER I DISOCCUPATI !!!

Giovedì 30 settembre 2004, ore 16.00 corteo contro la repressione, concentramento Piazza Mancini.
 

Firmato: Sindacato Lavoratori in Lotta-per il Sindacato di classe; R.d.B. COOP 700; Principio e Dignità; Coordinamento per il Lavoro; Movimento di Lotta per il Lavoro Zona Orientale; Movimento Disoccupati Autorganizzati (Caivano); Coordinamento per i diritti sociali; PRC Casoria; CARC (Zona Orientale); CARC Flegreo; Disobbedienti; Rete Immigrati in Movimento; R.d.B. CONF. – www.sll-na.it

 

PIENO SOSTEGNO AL SINDACATO DEI LAVORATORI IN LOTTA

 

L’ordinanza di arresti domiciliari del GIP di Napoli ai danni di alcuni dirigenti del SLL, con l’accusa di violenza ai danni della società RECAM sps durante una trattativa sindacale, è un segnale lampante della strategia repressiva della borghesia in una fase dove lo scontro frontale con il proletariato risulta essere evidentemente essenziale.

Il sindacato dei lavoratori in lotta (SLL) è il risultato di anni di lotta dei disoccupati del napoletano e porta con sé il germe della intransigente lotta di piazza ad esclusiva difesa degli interessi proletari. Ma, soprattutto, rappresenta in embrione l’esigenza di rottura con prassi e linee politiche e sindacali del collaborazionismo. Senza l’opportunismo dei sindacati tricolore sarebbero del tutto insperati gli arretramenti della classe lavoratrice.

Il tentativo della magistratura è quello di intimidire ma soprattutto criminalizzare il SLL. Strategia pienamente collaudata che ha dato, purtroppo, sempre i suoi frutti. Ed è per questo che bisogna sostenere, allargare e far crescere il SINDACATO DEI LAVORATORI IN LOTTA per il sindacato di classe perché non resti un mero tentativo, ma la prima pietra verso la realizzazione di organizzazioni proletarie indipendenti.

Diamo piena solidarietà ai dirigenti del SINDACATO DEI LAVORATORI IN LOTTA e staremo come sempre al loro fianco.

 

Giù le mani dai compagni arrestati !!

 

Napoli, 27 settembre 2004

Partito Comunista Internazionale (il comunista)

Volantino - 27 settembre 2004

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