Per la storia del partito comunista internazionale

(«il comunista»; N° 118; Ottobre 2010)

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E' disponibile nel sito del partito (www.pcint.org) la prima parte del testo dedicato agli elementi fondamentali per tracciare la storia del Partito Comunista Internazionale. Come molti lettori che ci seguono sanno, il nostro partito ha le proprie radici nella corrente storica nota come Sinistra comunista. Questa corrente politica ha rivendicato fin dalla nascita il marxismo come l'unica e invariante teoria del comunismo rivoluzionario e si è caratterizzata costantemente per la tenace lotta in difesa del marxismo e delle sue coerenti applicazioni alle diverse situazioni storiche, perfettamente in linea con le battaglie di classe condotte dalla "sinistra marxista" nei diversi paesi e nei diversi periodi storici, e in particolare da Lenin. Il marxismo è teoria rivoluzionaria che non è confinabile nei limiti di un paese o di una nazione: è internazionale e non può essere diversamente dato che appare nella storia delle società umane nell'epoca in cui lo sviluppo delle forze produttive e dell'economia fa fare a quest'ultima un balzo gigantesco verso la sua potenzialità universalizzante e universale. Questo formidabile sviluppo delle forze produttive genera l'economia capitalistica che, spinta inesorabilmente a rivoluzionare continuamente i processi di produzione per invadere un mercato che si fa inevitabilmente mondiale, pone le basi materiali per un'organizzazione della società non più caratterizzata dalla divisione in classi sociali, ossia non più dipendente dal dominio di una classe possidente di tutte le risorse sociali - la borghesia - e dallo sfruttamento delle classi subalterne - il proletariato e il contadiname povero.

Capitale e lavoro salariato: il rapporto fra queste due forze produttive sociali, caratterizza irreversibilmente la società moderna, e tale rapporto non è altro che il culmine storico degli antagonismi di classe che hanno segnato il processo di sviluppo dei diversi modi di produzione succedutisi nella storia umana. Il marxismo scopre le leggi fondamentali della società capitalistica, e delle società di classe che l'hanno preceduta, e scopre l'oggettivo processo di sviluppo storico della lotta fra le classi che porta la società ad uno sbocco inevitabile: il superamento di ogni divisione della società in classi contrapposte, il superamento di tutte le  contraddizioni sociali dovute allo sfruttamento, da parte delle classi possidenti e dominanti, delle classi subalterne e dominate e, con esso, il superamento di ogni oppressione che una società divisa in classi genera costantemente, da quella sessuale a quella nazionale, da quella economica e salariale a quella razziale e ideologica. Il comunismo, che è lo sbocco storico del processo di sviluppo della lotta fra le classi, e la sua definitiva soluzione, è il vero contenuto della teoria marxista che, per dimostrarne la necessità storica, si è profusa nell'analisi e nell'interpretazione del mondo reale scoprendo che sono le determinazioni economiche e materiali a far girare la ruota della storia e non le idee, fossero filosofiche, politiche, cultural-artistiche o religiose. La teoria del comunismo rivoluzionario è quindi valida per il mondo intero e per tutto il periodo che passa dall'affermazione storica e irreversibile del capitalismo al suo definitivo superamento.

Abbiamo parlato però di "sinistra marxista", o sinistra "comunista" che è la stessa cosa. Significa che le espressioni politiche della teoria marxista non sono state per nulla univoche e omogenee dalla nascita del comunismo rivoluzionario, ma hanno rappresentato, a seconda dell'andamento della lotta fra le classi e dei rapporti di forza fra borghesia e proletariato - le due classi decisive nella società moderna - i più disparati modi di attaccare la teoria del comunismo rivoluzionario per svuotarla, deviarla, ridurla ad un'arma spuntata togliendo in questo modo alla classe proletaria - che è l'unica classe rivoluzionaria nella società borghese - l'unica vera conquista raggiunta sotto il capitalismo. Senza l'arma della critica - la teoria rivoluzionaria - la classe del proletariato non sarebbe e non sarà mai in grado di essere classe rivoluzionaria, capace di finirla per sempre con le società che hanno prosperato sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e che con il capitalismo hanno raggiunto il massimo di brutalità e di potenza di questo sfruttamento.

Per consuetudini storicamente consolidatesi nella lotta politica e sociale tra le forze della rivoluzione e le forze della conservazione, le forze della rivoluzione (o comunque legate alla rappresentanza delle istanze delle classi non al potere) sono state collocate alla sinistra di un ipotetico schieramento di tutte le forze in campo, mentre le forze della conservazione e della reazione (legate direttamente o indirettamente agli interessi economici e politici delle classi al potere) sono state collocate al suo centro e alla sua destra (nei primi parlamenti rivoluzionari borghesi le forze politiche, schierate in questo modo, rappresentavano effettivamanente interessi contrapposti).

La sinistra marxista, perciò, all'interno delle forze politiche che si dichiaravano socialiste, socialdemocratiche e comuniste, a seconda del periodo storico e dei paesi in cui esistevano ed agivano, rappresentava la corrente più intransigente e, dal punto di vista rivoluzionario marxista, la più conseguente rispetto alle altre correnti che avevano accettato interpretazioni e formulazioni compromissorie con l'ideologia e i principi borghesi (basti pensare, ai tempi di Marx ed Engels, all'anarchismo e al prudhonismo, e successivamente al revisionismo bernsteiniano, al riformismo socialista, al socialpacifismo e al socialimperialismo della pirma guerra mondiale, su su fino al kautskismo, al massimalismo per finire con lo stalinismo, e tutte le loro mille varianti). Per capirci, nella corrente della sinistra marxista ci stanno le formazioni politiche che hanno espresso Lenin, Trotsky,  Rosa Luxemburg, Bordiga e citiamo i nomi non per rivendicare ogni loro personale parola, ma per rivendicare una linea teorica e politica incorrotta che, assieme a tanti altri compagni rivoluzionari noti e meno noti, essi hanno rappresentato al meglio nelle situazioni storiche che li hanno visti profondere le migliori energie nel condurre le battaglie di classe in difesa del marxismo integrale e, quindi, della rivoluzione comunista, del partito rivoluzionario e del futuro storico della classe proletaria moderna.

Alcune vicende storiche del Novecento hanno segnato svolti storici di grandissima rilevanza che potremmo sintetizzare in questo modo:

1. contro gli assalti delle correnti revisioniste, la restaurazione teorica del marxismo come dottrina della rivoluzione proletaria e dello sbocco storico nel comunismo, in tutte le sue sfaccettature di teoria, principi, programma, tattica e organizzazione formale, operata da Lenin;

2. contro la dittatura reazionaria delle classi preborghesi e, contemporaneamente, contro la dittatura dell'imperialismo, la preparazione e lo svolgimento rivoluzionario attraverso la guida sicura del partito di classe del proletariato nella rivoluzione russa (ancora Lenin e il partito bolscevico), nella formidabile battaglia di classe contro la guerra imperialista, nella presa rivoluzionaria del potere nel primo bastione della rivoluzione proletaria mondiale (la Russia dell'Ottobre 1917), nella costituzione dell'Internazionale Comunista (1919) come primo esempio di partito comunista mondiale e nei tentativi rivoluzionari in Europa, nella formazione dei partiti comunisti nella decisiva Europa sulla traccia del programma dell'Internazionale Comunista, fra i quali primeggiò per intransigenza e coerenza marxista il Partito Comunista d'Italia formato (1921) e guidato nei primi anni di vita dalla Sinistra comunista;

3. contro le molteplici deviazioni dal solco marxista e rivoluzionario originario dell'Internazionale di Mosca, sboccate nella controrivoluzionaria teoria del "socialismo in un solo paese" (1926), e quindi nella rottura dell'internazionalismo proletario e comunista per abbracciare teorie e programmi democratici tipici non solo della borghesia capitalistica nazionalrivoluzionaria ma anche della borghesia imperialista in funzione antiproletaria e anticomunista,  nella "bolscevizzazione" dei partiti piegati alla ragion di Stato russa e agli interessi dello sviluppo capitalistico in Russia e nella loro distruzione in quanto partiti proletari rivoluzionari, nella falsificazione generale e profonda della stessa teoria del marxismo rivoluzionario, dettando storicamente la più feroce sconfitta delle forze proletarie rivoluzionarie e comuniste e la conseguente necessità di restaurare nuovamente, come  dovette fare Lenin, il marxismo da cima a fondo (Sinistra comunista d'Italia);

4. contro l'abbandono della visione storica della lotta fra le classi, dello sviluppo del capitalismo e delle sue contraddizioni, delle crisi economiche, politiche e di guerra che lo sviluppo capitalistico della società necessariamente provoca ciclicamente, e contro ogni rinnovato tentativo politico e ideologico della borghesia e degli strati piccoloborghesi, e di aristocrazia operaia ad essa legati, di aggiornare, innovare, adattare il marxismo alle pretese nuove situazioni considerate impreviste e imprevedibili, riducendo in questo modo il marxismo ad una delle tante teorie politiche ed economiche che "interpretano" e "analizzano" il capitalismo;

5. contro il cedimento, tipico delle mezze classi, dopo tante sconfitte sul campo,  alla "ragione del più forte", la fiducia storicamente fondata non sulle "idee", non sulle "elucubrazioni teoriche", non sulle "geniali scoperte" di "grandi uomini" che propongono soluzioni mai adottate nella storia passata, ma sui processi storici dettati dallo scontro tra gigantesche e anonime forze sociali - le forze del capitale e le forze del proletariato salariato - in un movimento caratterizzato da determinazioni economiche e materiali che lo stesso sviluppo contraddittorio del capitalismo muove verso uno sbocco necessariamente catastrofico e rivoluzionario, previsto fin dall'inizio dal marxismo;

6. contro le molteplici ricadute nel revisionismo della teoria marxista che hanno portato le organizzazioni un tempo proletarie ad abbracciare non solo i principi e la prassi della democrazia borghese e imperialista, ma ad assumere -  nella sempre più stretta collaborazione interclassista dei partiti e delle organizzazioni economiche del proletariato con i poteri economici e politici della classe borghese dominante - direttamente funzioni e repsonsabilità politiche e sociali di governo borghese, in tempo di pace come in tempo di guerra, dettando la necessità, attraverso bilanci dinamici delle sconfitte e degli errori dei partiti comunisti degli anni Venti-Cinquanta del secolo scorso, di restaurare non solo la teoria marxista ma la stessa prassi del partito rivoluzionario incentrando la battaglia di classe principale nella lotta intransigente contro la democrazia in tutte le sue forme e varianti.

Queste brevissime righe servono per dare la traccia del lavoro che abbiamo fatto e stiamo facendo sulla "storia" della tormentata formazione del Partito Comunista Internazionale, e sullo sforzo che hanno fatto le limitatissime forze rivoluzionarie che non hanno ceduto sotto i colpi della controrivoluzione borghese e stalinista, per mantenere salda e viva la rotta verso la ricostituzione del partito compatto e potente della rivoluzione di domani.

In questa prima parte, collegata strettamente al lavoro già prodotto dal partito di ieri sulla Storia della Sinistra comunista, di cui sono usciti tre volumi più un quarto di documentazione argomentata, e che coprono il periodo della formazione della sinistra comunista "italiana" nel primo decennio del Novecento fino al congresso di Roma del marzo 1922 del Partito Comunista d'Italia, si è voluto dare maggior rilievo - come era necessario date le ripetute crisi interne che hanno pungeggiato la vita del partito di ieri fino alla crisi esplosiva del 1982-84 - ai nodi critici e agli errori in cui è caduto il partito nel corso del suo sviluppo, prendendo come punto di partenza il 1926 (affermazione della teoria della "costruzione del socialismo in un paese solo" nel Partito bolscevico e nell'Internazionale Comunista e battaglia di classe della Sinistra comunista d'Italia nell'Internazionale e nel congresso di Lione del Partito comunista d'Italia) per avanzare, capitolo dopo capitolo, nella dimostrazione dell'opera di restaurazione della teoria marxista e dell'organo rivoluzionario per eccellenza, il partito di classe, cui si è dedicato il nostro partito di ieri e come ci dedichiamo oggi per il partito di domani.

Questo lavoro intende chiarire molti punti che riguardano la storia recente del partito e che sono rimasti, in generale, senza risposta. Nel partito di ieri, infatti, soprattutto negli anni dal 1969 al 1975 - anno fatidico della previsione non solo della crisi mondiale del capitalismo, ma anche della crisi sociale e rivoluzionaria - si era ingenerata poco a poco l'attitudine ad andare oltre gli errori che il partito inevitabilmente poteva fare, ed ha fatto, senza un tempestivo e approfondito lavoro di bilancio. Così, le crisi che attraversavano il partito, e che non potevano non attraversarlo visto che il partito non era un club di amici del comunismo, ma una forza agente nella realtà sociale e politica , sedimentavano nel partito stesso residui e incrostazioni che, nel tempo, agivano come "prodotti e fattori" di ulteriori errori e crisi fino a generare deviazioni e spaccature il cui accumulo ed incrocio dovevano portare la rete organizzativa internazionale a non resistere più alla loro pressione e ad esplodere.

Il lavoro che presentiamo in questo primo volumetto tratta del percorso del partito dalla sua formazione (1951-52) alla sua estensione internazionale (1963-65) e contiene la spiegazione critica delle crisi e scissioni svoltesi in quegli anni, a partire dalla crisi fondamentale del 1951-52 da cui nacque, staccatosi il gruppo di "battaglia comunista", il "partito comunista internazionale- il programma comunista". Naturalmente non si potevano non approfondire le vicende legate alla formazione della Frazione di Sinistra del PcdI all'estero, alla sua tenace difesa dell'impostazione politica data alla nascita del PcdI, allo sforzo di mantenere viva la fiaccola del marxismo rivoluzionario contro l'enorme pressione, e repressione, non solo del fascismo ma anche dello stalinismo, agli errori in cui la Frazione è incorsa e al "testimone" che ha tentato di consegnare ai militanti della Sinistra che durante e soprattutto dopo la fine della seconda guerra hanno lavorato alla costituzione del "partito comunista internazionalista-battaglia comunista", ma della quale il partito nato nel 1952 dichiarerà apertamente di non rivendicare la continuità politica, teorica e organizzativa, sebbene ne riconoscesse la tenace resistenza militante sul fronte della lotta contro lo stalinismo e la resistenza agli errori di Trotsky sul fronte della "difesa dell'Urss" nella guerra imperialista e della formazione di una Internazionale senza un approfondito bilancio generale della degenerazione dell'Internazionale Comunista.

Seguiranno successivamente le parti che riguardano il periodo che va fino alla grande crisi mondiale del 1973-75 e ai suoi contraccolpi sulle formazioni politiche "di sinistra" e di "estrema sinistra" e sul nostro partito stesso, periodo che contiene un'altra scissione di grande rilevanza - quella che darà i natali al gruppo cosiddetto dei "fiorentini" de "il partito comunista". E poi il periodo nel quale si riscontra la maggior estensione internazionale che il partito di ieri raggiunse e nel quale, contemporaneamente, si svilupparono tendenze sia movimentiste che attendiste il cui lavorìo produsse una serie di fratture che portarono alla crisi esplosiva del 1982-84.

Da quella crisi nacquero diversi raggruppamenti, più o meno minuscoli, tutti rivendicanti eredità politiche e formali mai esistite ma che hanno contribuito a generare molta confusione, soprattutto rispetto ad una situazione di persistente assenza della lotta di classe proletaria e, quindi, di elementi materiali e reali importanti di confronto dei vari "partiti"con la reale maturazione della lotta proletaria e comunista. Inutile dire che è inevitabile da parte nostra un lavoro supplettivo di distinzione dai gruppi e movimenti che si rifanno alla "sinistra comunista italiana" che noi, proprio in continuità con la battaglia anche formale contro la terminologia che può indurre a cedimenti democratici e nazionalisti, preferiamo chiamare Sinistra Comunista d'Italia, essendo parte di un movimento che è sempre stato internazionale come internazionale non possono non  essere la visione e l'azione del partito comunista rivoluzionario (a partire dal Manifesto del Partito Comunista del 1848 che, non a caso, non riporta alcuna denominazione nazionale essendo l'espressione dell'embrione della Prima Internazionale). D'altra parte, il Partito Comunista d'Italia è nato non come partito a se stante che si poneva il problema di aderire o meno all'Internazionale, ma come sezione dell'Internazionale Comunista, di quello che voleva diventare il Partito Comunista Mondiale. E la definizione che nel tempo si è dato il nostro partito - dal 1965 - di Partito Comunista Internazionale, va inserita nello stesso solco storico, con l'impegno e la volontà di costituire un nucleo di partito fin dall'inizio internazionale, mondiale, al dilà del numero dei suoi militanti o del fatto che essi siano presenti e agenti in tutti i paesi o soltanto in alcuni.

Come abbiamo detto all'inizio, questo violumetto lo si rintraccia già dal mese di settmbre di quest'anno nel nostro sito www.pcint.org, ed è stato inserito in modo tale che chiunque sia interessato non solo a leggerlo ma anche a stamparselo, possa farlo agevolmente, capitolo per capitolo. Le nostre risorse finanziarie non ci consentono oggi di pubblicarne un'edizione cartacea per distribuirla nelle poche librerie che sono oggi disposte ad esporre materiale politico di questo genere e per consegnarla in dotazione alle biblioteche alle quali inviamo da tempo il nostro giornale; non sappiamo quando potremo farlo anche se l'intenzione è comunque di realizzarla.

Perché i lettori abbiano un'idea meno generica del contenuto di questo volumetto, diamo qui di seguito titolo e indice:

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Il Partito Comunista Internazionale nel solco delle battaglie di classe della Sinistra Comunista e nel tormentato cammino della formazione del partito di classe

- I -

 

  Introduzione

1. Nascita della corrente della sinistra marxista in Italia

2. Il Partito Comunista d’Italia sezione dell’Internazionale Comunista

3. La sinistra comunista sulla linea del marxismo intransigente

4. 1926: Punto d’arrivo e punto di partenza nella tormentata genesi del Partito Mondiale di classe del proletariato

5. La questione del fascismo

6. La Frazione di sinistra all’estero

7. La Frazione di sinistra e Trotsky

8. La Spagna, la Frazione e Trotsky

9. La Germania, la Frazione e Trotsky

10. La polemica sulla rinascita del Partito di classe

11. Verso la seconda guerra imperialista mondiale

12. La Frazione e i moti anticoloniali

13. 1936-1939: fronti popolari, guerra di Spagna, anticipazione della seconda guerra mondiale

14. Il secondo macello imperialistico mondiale e l’opportunismo stalinista

15. Bilanci dinamici e lezioni della storia

16. Il lungo lavoro collettivo di restaurazione teorica, base della ricostituzione del Partito

      ►  Il ruolo del partito di classe

      ►  Le rivoluzioni multiple

      ►  La rivoluzione anticapitalista occidentale

      ►  Partito e terreno sindacale

      ►  La «questione russa»

17. Intermezzo

18. «Questione russa», chiave di volta nell’opera di restaurazione teorica

19. La scissione del 1952

      ►  Russia e «capitalismo di stato»

      ►  La «questione sindacale»

      ►  Sulla questione nazionale e coloniale

      ►  La questione organizzativa e la questione del partito

      ►  La forma contro il contenuto

20. «Il programma comunista», embrione e sviluppo del Partito di classe

      ►  Lezioni delle controrivoluzioni (1951)

      ►  Dialogato con Stalin (1952)

      ►  Fattori di razza e nazione nella teoria marxista (1953)

      ►  Vulcano della produzione o palude del mercato? Economia marxista ed economia controrivoluzioanria (1954)

      ►  Dialogato coi Morti (1956)

      ►  Struttura economica e sociale della Russia d’oggi (1955-1957)

      ►  I fondamenti del comunismo rivoluzionario marxista nella dottrina e nella storia della lotta proletaria internazionale (1957)

      ►  Traiettoria e catastrofe della forma capitalistica nella classica monolitica costruzione teorica del marxismo (1957)

      ►  Il corso del capitalismo mondiale nella esperienza storica e nella dottrina di Marx (1957-1959)

      ►  Peculiarità dell’evoluzione storica cinese (1957)

      ►  Le lotte di classi e Stati nel mondo dei popoli non bianchi, storico campo vitale per la critica rivoluzionaria marxista (1958)

      ►  Il programma rivoluzionario della società comunista elimina ogni forma di proprietà del suolo, degli impianti di produzione e dei prodotti del lavoro (1958)

      ►  Contenuto del programma comunista è l’annullamento della persona singola come soggetto economico, titolare di diritti e attore della storia unama (1958)

      ►  Successione storica delle forme di produzione (1960)

      ►  L’«estremismo, malattia infantile del comunismo», condanna dei futuri rinnegati (1960)

      ►  Storia della Sinistra comunista (1960 -)

      ►  La questione militare (1961-1966)

      ►  La questione cinese tra «revisionismo jugoslavo», «estremismo cinese» e conflitto russo-cinese (1958-1965)

      ►  Punti fermi di azione sindacale (1962)

21. Impazienza attivistica e «organizzazione processo», errori ricorrenti

      ►  Considerazioni sull’organica attivitià del partito quando la situazione generale è storicamente sfavorevole (1964)

      ►  Le Tesi sulla questione di organizzazione (Napoli e Milano) (1965-1966)

22. Il partito da «internazionalista» a «internazionale»

      ►  1963: il «Groupe Programme Communiste» si scioglie e nasce la sezione francese del «Partito Comunista Internazionalista - programma comunista»

      ►  La «rivoluzione algerina»

      ►  Potenzialità rivoluzionarie del Congo

      ►  La «rivoluzione cubana»

23. Ribattendo i chiodi sulla questione del partito

 

 

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