In Canada come a Viareggio

Catastrofe ferroviaria a Lac-Mégantic: criminale è la legge del profitto

(«il comunista»; N° 130-131; aprile - luglio 2013)

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Il 29 giugno del 2009, era quasi  mezzanotte, alla stazione di Viareggio, un treno merci pieno di gpl deraglia, si incendia ed esplode investendo le case situate vicino alla linea ferroviaria. I morti accertati inizialmente sono stati 25, ma molti ustionati gravi pencolavano tra la vita e la morte; e difatti alla fine i morti saranno 33. E' ancora in corso il processo, ma era evidente fin dall'inizio che la causa non era da addossare al macchinista, ma alla scarsissima manutenzione, in questo caso, degli assi e dei sistemi frenanti dei vagoni (1). La legge del profitto capitalistico riduce i lavoratori salariati in vittime predestinate, come la sequenza terribile di morti sul lavoro dimostra, ampliando sempre più spesso la rosa di candidati alla morte fra gli abitanti delle città. Come a Viareggio, così a Lac-Mégantic in Québec, Canada, un treno merci che trasportava petrolio greggio, all'una di notte, rotti i freni deraglia ed esplode radendo al suolo mezza cittadina, provocando oltre 50 morti. La causa vera? E' sempre la stessa: la legge del profitto capitalistico che fa risparmiare sui sistemi di sicurezza e di manutenzione e sul costo del lavoro! La vera risposta contro queste sistematiche stragi del capitale va cercata nella lotta di classe proletaria, la cui ripresa è purtroppo ancora lontana, ma inevitabile e necessaria per farla finita con il sistema capitalistico che ha per obiettivo esclusivamente l'accumulazione e la valorizzazione dei capitali per i quali divora sempre più energie sociali, risorse e vite umane.

 

(1) Sulla strage di Viareggio vedi "il comunista" n. 113, luglio 2009, Esplode un treno merci a Viareggio- L'ennesimo disastro annunciato: il profitto continua a mietere vittime.

 

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Il bilancio della più grave catastrofe ferroviaria in Canada da decenni ha fatto almeno 50 morti e molte delle vittime non sono state ancora trovate. Sabato 6 luglio all’una di notte un treno che trasportava petrolio greggio è deragliato nella cittadina di Lac-Mégantic in Quebec (6.000 abitanti): l’incendio e l’esplosione di numerosi vagoni hanno distrutto gran parte del centro cittadino.

Il treno si era fermato 11 chilometri prima della cittadina, in prossimità di una discesa, per un “cambio di equipaggio”: in realtà l’”equipaggio” di questo convoglio lungo quasi due chilometri proveniente dal Dakota, che avrebbe attraversato i grandi agglomerati urbani di Toronto e Montreal, composto da 5 locomotive e 72 vagoni di oltre 100 tonnellate, era composto da un solo macchinista! Quest’ultimo, che aveva lavorato 12 ore di seguito, è andato a riposarsi dopo aver azionato il sistema frenante, secondo le regole abituali.  Ma, dopo l’intervento dei pompieri per spegnere un principio d’incendio alla prima locomotiva che ha danneggiato il sistema frenante, il treno si è messo in movimento e, senza macchinista, ha iniziato a scendere a precipizio fino a Lac-Mégantic.

Il direttore della compagnia ferroviaria Montreal, Maine and Atlantic Railway (MMA) ha licenziato  il macchinista, accusandolo di essere il responsabile dell’incidente; secondo il direttore, il macchinista avrebbe mentito affermando di aver azionato correttamente i freni del convoglio ( e la compagnia ha approfittato dell’incidente per licenziare altri 19 impiegati in Quebec).

Ma accusare il macchinista serve, in realtà, a nascondere la responsabilità diretta della corsa al profitto che nella società capitalista è la regola e avviene sempre a scapito dei lavoratori e della sicurezza.

La MMA (la ex Iron World Railwais) è stata acquistata nel 2003 dalla Rail World Inc., di proprietà del capitalista americano Burkhard che ha costruito la sua fortuna comprando e vendendo compagnie ferroviarie. Negli anni Novanta aveva partecipato alla privatizzazione  delle ferrovie in Nuova Zelanda, cosa che gli è valsa, in segno di riconoscenza da parte dei borghesi neozelandesi, il titolo di “console onorario” di questo paese! Sempre negli anni Novanta ha approfittato della privatizzazione delle ferrovie inglesi per costituire la più grande compagnia di trasporto ferroviario di merci (oggi venduta a un’impresa tedesca), tagliando, già che c’era, 1700 posti di lavoro. Inoltre, nel 2001 ha partecipato alla lucrosa privatizzazione delle ferrovie in Estonia (ferrovie che, alcuni anni dopo, il governo locale  è stato costretto a ricomprare), fa parte del consiglio di amministrazione di un’impresa privata di ferrovie polacche e di altre negli Stati Uniti.

Per i suoi successi nel rendere redditizie le imprese mediante l’abbattimento dei costi e lo sfruttamento dei lavoratori, Burkhard è stato nominato nel 1999 “ferroviere dell’anno” dalla rivista padronale Railway Age,oltre che uno dei 16 “ferrovieri più grandi del Ventesimo secolo”. Ma secondo le statistiche dell’American Federal Railroad Administration, fra il 2003 e il 2011, la MMA ha avuto un tasso di incidenti doppio o triplo rispetto al tasso medio del settore: il profitto si ottiene sempre sulle spalle dei lavoratori e della popolazione.

Poco dopo aver acquistato l’impresa canadese, Burkhard ha abbassato i salari del 40% con la scusa del fallimento di un grosso cliente. Nel 2010 ha annunciato un piano di tagli di 4,5 milioni di dollari, che comportava il numero dei lavoratori addetti alle locomotive. Nel 2012 la Transport Canada , l’agenzia governativa che sovrintende alle ferrovie, ha autorizzato la MMA a far viaggiare i treni con un solo macchinista. Questo terribile aumento del carico di lavoro dei macchinisti è passato sotto la totale indifferenza, o meglio con il consenso esplicito, dei sindacati del settore.

Lo Stato borghese che, secondo i democratici e i riformisti, dovrebbe avere il compito di proteggere e difendere “tutti i cittadini”, in realtà è al servizio del capitalismo e dei capitalisti.

Da parecchi anni i vari e diversi governi hanno moltiplicato le decisioni a favore delle imprese ferroviarie: se oggi nella maggior parte dei treni merci il regolamento sia negli Stati Uniti che in Canada prevede che i macchinisti siano due, una trentina di anni fa ne prevedeva cinque. La corsa alla produttività che affligge anche questo settore, fa sì che un numero sempre minore di proletari producano sempre di più; e quando i regolamenti adottati per garantire la sicurezza diventano ostacoli alla realizzazione del profitto, allora vengono soppressi.

Su richiesta dei capitalisti, nel 1999 un governo liberale decise di accelerare la deregolamentazione, dando il via a una politica seguita poi da tutti i governi successivi. Una delle misure ottenute dalle compagnie è stata “l’autoregolamentazione” sono le stesse compagnie a stabilire quali misure di sicurezza adottare!

L’esito era prevedibile: nel 2007 il Consiglio Canadese per la Sicurezza ha pubblicato un rapporto nel quale si constatava il deterioramento della sicurezza nelle ferrovie. Dal 1991 si è stabilito che negli Stati Uniti i vagoni utilizzati non sono sicuri; nel 2011 il governo canadese ha finito con l’esigere che non ne acquistassero più per sostituire i vagoni vecchi, autorizzando però l’uso di quelli esistenti: ma, dato che la durata di questi vagoni va dai trenta ai cinquant’anni,  saranno ancora in circolazione per decenni! Gli investimenti per le infrastrutture ferroviarie sono totalmente insufficienti, mentre il boom del trasporto di petrolio greggio gonfia i profitti delle compagnie ferroviarie (il trasporto di petrolio via treno è meno costoso che attraverso un oleodotto).

La catastrofe di Lac-Mégantic  quindi non è affatto dovuta la caso, alla fatalità: è un crimine commesso dalla MMA, dal capitalismo, dalla corsa al profitto che anima tutte le imprese in questa società con la complicità dello Stato: l’anno scorso lo Stato ha schiacciato lo sciopero dei lavoratori della Canadian Pacific Rail; migliaia di lavoratori sono state licenziate, le condizioni di lavoro degli altri si sono deteriorate, le spese “improduttive” per la sicurezza e la manutenzione sono state ridotte, per il massimo profitto dell’impresa. Il capitalista sporco di sangue Burkhard non è un’eccezione, è il prodotto del modo di produzione capitalistico.

Contro simili catastrofi sarebbe stupido sognare un ritorno al mitico passato di un capitalismo “regolamentato” che sostituisca il selvaggio capitalismo “neoliberale” di oggi: il capitalismo di ieri era altrettanto selvaggio di quello attuale, disprezzava altrettanto la sicurezza e la vita dei lavoratori e della popolazione e per tutto il secolo scorso il motto delle compagnie ferroviarie è sempre stato lo stesso: uphill slow, downhill fast, tonnage first, safety last (salire lentamente, scendere velocemente, tonnellaggio al primo posto, sicurezza all’ultimo)!

Il vero criminale è il capitalismo, è lui che bisogna combattere e mettere a morte per poter vivere in sicurezza!

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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