Italia: malaffare e leggi inefficaci vanno sempre a braccetto

(«il comunista»; N° 138;  Aprile 2015)

 Ritorne indice

 

 

L'Italia è un paese "sommerso quotidianamente da scandali che crescono quotidianamente di intensità". E' quanto scrive la Repubblica del 2 aprile scorso, dopo che in Senato sono passate norme di legge sulla corruzione, norme del tutto "monche" e, quindi, ritenute di fatto inefficaci. D'altronde, "fatta la legge", secondo un vecchio adagio italiano, "trovato l'inganno".

Negli anni in cui i magistrati milanesi balzarono su tutte le prime pagine dei maggiori media italiani e stranieri per l'operzione chiamata "mani pulite", con la quale osarono indagare sugli imprenditori e uomini politici più in vista per tangenti e fatti di corruzione a tutti i livelli, gli opinion leaders di ogni parte politica sventolarono il vessillo della legalità e della moralità che stavano vincendo sull'illegalità e sulla corruzione economica e politica che si erano diffuse a tutti i livelli economici, sociali e politici. Ma il capitalismo, o meglio, il modo di produzione capitalistico che sta alla base della società borghese, è il terreno nel quale nasce, cresce e si sviluppa ogni forma di inganno, a cominciare dalla falsa proclamazione affissa in ogni tribunale: la legge è uguale per tutti. La legge borghese si basa su principi che difendono, armi alla mano, l'estorsione più diffusa e radicata nella società capitalistica: l'estorsione del plusvalore ricavato dallo sfruttamento del lavoro salariato. La classe dominante borghese, sul principio della proprietà privata e della appropriazione privata dei prodotti ricavati dal lavoro umano, si è dotata di un corpo di leggi che giustificano l'azione della magistratura e delle cosiddette "forze dell'ordine" a difesa - con ogni mezzo - di quei principi. Ma, al di là delle loro stesse leggi, i membri della classe borghese sono spinti ad utilizzare, a fini privati, ogni mezzo per aumentare la privata proprietà e la privata appropriazione, impossessandosi non solo della maggiore quantità di ricchezza possibile, ma soprattutto usando modi più veloci e certi. La concorrenza è guerra, e in questa guerra per possedere ricchezze materiali a scapito di altri si sviluppano le più diverse forme di corruzione, di sopraffazione, di inganno. Ed ogni posizione di potere, economico, politico, sociale, intellettuale, spirituale è allo stesso tempo sollecitato a praticare quelle forme e ad essere da esse coinvolto. L'Italia, il paese che per primo nella storia - nel Quattrocento, all'epoca delle banche di Firenze e di Milano - ha prodotto la moderna forma di mercantilismo, cioè il capitalismo, è anche il paese che più e prima di altri ha sviluppato quel fenomeno di "conduzione degli affari" che genericamente viene chiamato "mafia", ma che in realtà è quel genere di potere molto complesso che riesce a combinare l'intimidazione e l'estorsione con la protezione e l'omertà, il veloce guadagno con l'investimento più sofisticato, l'assassinio con l'adulazione dei potenti e l'esternazione di atteggiamenti religiosi, il "rispetto delle regole che si è dato" con la capacità di "cambiare le regole" a seconda delle opportunità di guadagno e di potere. Insomma, la "mafia" organizzata, e non importa ora distinguere le diverse organizzazioni, è uno "Stato nello Stato", è l'organizzazione della corruzione, dell'estorsione, della rapina a man salva, nello stesso tempo legale e illegale secondo le leggi borghesi vigenti. In realtà, gli atteggiamenti "mafiosi" non sono che la più coerente manifestazione della spinta borghese ad aumentare la personale ricchezza a detrimento di altri, famiglie o gruppi di potere che siano; tolta la maschera della democrazia e delle leggi "da rispettare", le organizzazioni "mafiose" puntano contemporaneamente al controllo del territorio e agli affari più lucrosi, mescolandosi e mimetizzandosi nelle diverse situazioni per avvantaggiarsene al meglio.

Non deve far meraviglia, perciò, che gli scandali in Italia crescano quotidianamente di intensità. Il terreno di coltura è quello del mercantilismo: il mercante non produce, ma vende e compra. Nel capitalismo si vende e si compra qualsiasi cosa, uomini compresi. E allora fenomeni di corruzione e di accaparramento di enormi quantità di denaro pubblico, come "Mafia Capitale" di Roma, Mose di Venezia, Expo 2015 di Milano, e mille altri, soprattutto nel campo delle costruzioni e delle infrastrutture nel quale vengono investiti somme enormi, sono fenomeni, per l'appunto, normali per l'Italia come per gli altri paesi. Non c'è stata, non c'è e non ci sarà legge borghese che potrà sconfiggere la malversazione, il malaffare, la criminalità. La "cura" borghese sarà sempre e solo un palliativo, perché le radici della malattia sono nel modo di produzione capitalistico stesso: è questo che va sradicato, una volta per tutte.

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

Top

Ritorne indice