Le paure della Banca Mondiale per la democrazia

(«il comunista»; N° 166 ; Dicembre 2020)

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La Banca Mondiale ha pubblicato il suo rapporto annuale sulla povertà nel mondo lo scorso 7 ottobre. Per la Banca Mondiale la crisi attuale “ha fatto precipitare molte più economie in una recessione simultanea di qualunque altra crisi dal 1870” (1). Non è molto chiaro che cosa significhi questa curiosa affermazione, dato che l’interdipendenza delle economie oggi è senza dati misurabili rispetto a quelle di un secolo o due fa. Ma andiamo avanti.

Quello che va ricordato è che gli esperti della Banca avvertono che per la prima volta in vent’anni “il tasso globale di povertà estrema dovrebbe aumentare nel 2020”: entro il 2021, 130 milioni di persone andrebbero ad aggiungersi a quelle che già conoscono questa tragica situazione (meno di 1,9 dollari, o 1,6 € al giorno, di reddito).

Questo tasso potrebbe raggiungere il 7% della popolazione mondiale nel 2030, mentre l’ONU aveva impostato un progetto per ridurlo al 3% nel 2015; e in precedenza aveva l’obiettivo di sradicare la povertà estrema nel mondo nel... 2000! I fatti mostrano che il capitalismo è incapace di sradicare la povertà, sia essa “estrema” o meno.

È ben vero che il tasso di povertà monetaria è diminuito nel mondo negli ultimi decenni, soprattutto con la forte crescita economica in Cina e in altri grandi paesi asiatici. Ma già “i tassi di povertà estrema in Medio Oriente e Nord Africa erano quasi raddoppiati tra il 2015 e il 2018, dal 3,8% al 7,2%” a seguito delle guerre in queste regioni. La crisi attuale non può che aggravare i problemi nei paesi poveri.

Ma ciò che più preoccupa la BM è che la “pandemia di ineguaglianze” generata dalla crisi “minaccerà sempre più di compromettere l’ordine sociale e la stabilità politica, in particolare la salvaguardia della democrazia”. Questo è l’incubo della borghesia, banchieri o no: che l’ordine sociale sia minacciato da scoppi di rivolte delle masse precipitate nella miseria più nera e che non hanno più nulla da perdere.

La Banca Mondiale sta avanzando proposte rassicuranti per una “ripresa sostenibile e inclusiva” con la riduzione delle disuguaglianze per scongiurare questa minaccia; ma non è che un pio desiderio. Non vi è alcun dubbio: i borghesi non esiteranno mai a rivolgersi a soluzioni di forza per difendere il proprio ordine ed è nel campo della forza, classe contro classe, che le masse proletarie dovranno rispondere e vincere.

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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