In Serbia, minatori cinesi trattati peggio degli schiavi

(«il comunista»; N° 167 ; Gennaio / Marzo 2021)

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In Serbia il settore minerario sta acquisendo una sempre più grande importanza. Oro, argento, piombo, cromo, litio, zinco, rame, carbone ecc. I siti minerari di estrazione sono oltre 220, e quelli di esplorazione circa 130: Krupanj, Pirot, Bosilegrad, Bor, Cukaru Peki, Savinac, e finora vi sono impiegati 22mila lavoratori. Sono più di 35 le società che hanno investito nelle miniere serbe, tra cui l'americana "Freeport", la canadese "Reservoir Minerals", la anglo-australiana "Rio Tinto", la britannica "Mineco limited" e, più recentemente, il colosso cinese Zijn Mining che si è comprato il complesso minerario di rame RTB Bor nel 2018 per 1,46 mld di dollari.

L'estrazione mineraria contribuisce all'1,5% del PIL serbo, ma l'apertura delle nuove miniere permetterà di aumentare il suo peso al 3,5%, se non addirittura al 5% (1).

Difficle trovare notizie sulle condizioni di lavoro dei minatori, in generale, ma è proprio sulle miniere cinesi di Bor che le abbiamo scovate. Il Venerdì di Repubblica del 19 febbraio scorso riassume così un'inchiesta del portale di giornalismo investigativo serbo Birn: «Condizioni di vita disumane, giornate lavorative da 12 ore, contratti firmati in bianco, restrizioni ai movimenti (...) brande ammassate in pochi metri quadri, toilette sporche, avanzi serviti in mensa». Gli operai hanno raccontato di aver dovuto consegnare i passaporti all'azienda e di non poter uscire dallo stabilimento «pena una multa di 30mila dinari (232 euro)». A questa notizia se ne aggiunge un'altra che riguarda «la tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento». L'inchiesta rivela che un ispettore del lavoro ha scoperto che di 900 lavoratori dell'impresa edile cinese Jinshan, che ha un subappalto alla miniera di Cukaru Peki, a Bor,  400 non hanno permessi di lavoro, perciò lavorano in nero. Naturalmente Zijn e Jinshan smentiscono...

Contro queste condizioni schiavistiche una cinquantina di minatori cinesi, dopo che decine di loro erano risultati positivi al Covid, hanno preso coraggio e sono andati a manifestare davanti alla sede della Zijn, evidentemente in modo vigosoro visto che due giorni dopo la protesta, all'aeroporto di Belgrado è arrivato un milioni di dosi di vaccino da Pechino...

Non abbiamo saputo nulla di più sulle condizioni di vita e di lavoro di questi lavoratori. L'importante per i media ufficiali era di sottolineare che Pechino ha inviato il vaccino miracoloso anti-Covid e così i minatori cinesi possono continuare ad essere trattati peggio degli schiavi... ma al riparo dal Covid!

Ma non abbiamo avuto notizia nemmeno di come sono trattati i minatori di tutti gli altri complessi minerari in cui fanno il bello e il cattivo tempo colossi internazionali. In un altro sito, a Loznica, il governo serbo e il gigante minerario "Rio Tinto" hanno scoperto quantità notevoli di un nuovo minerale, la jadarite, che contiene alte quantità dei ricercatissimi litio e boro, ed è al momento l'unico sito al mondo. Quanti altri minatori  verrano schiavizzati visto che prevedono di cominciare l'estrazione del minerale nel prossimo 2023? Noi ci auguriamo che i minatori passino dalle proteste alla lotta vera e propria, alla lotta classista!

 


 

(1) Cfr. Fare affari in Serbia. Ambasciata d'Italia a Belgrado: guida_fare_affari_2019.pdf

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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