Cina - India, Tunisia

(«il comunista»; N° 167 ; Gennaio / Marzo 2021)

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Cina, India: precari in lotta

 

Lotte dei precari nella fabbriche di elettronica di proprietà taiwanese Pegatron, di Shangai: come già i lavoratori indiani del gruppo taiwanese Winstron Infocomm Manufacturing di Narasapura, in India, che assembla telefoni cellulari per la Apple, il 12 dicembre scorso, si erano ribellati al brutale sfruttamento cui sono sottoposti, così una settimana dopo, il 19 dicembre, in un'altra fabbrica di proprietà taiwanese, la Pegatron di Shangai, migliaia di lavoratori precari sono scesi in sciopero contro la decisione dell'azienda di trasferimerli nella fabbrica di Kunshan, nella provincia del Jiangsu (la cui capitale è Nanchino) e di licenziare i lavoratori che rifiutavano il trasferimento che, in tal modo perdevano il posto di lavoro e anche il promesso bonus di oltre 10.000 yuan. Non sono mancati gli scontri tra gli scioperanti e la polizia chiamata a reprimerli, ma, alla fine, i vertici dell'azienda hanno accettato di "rivedere la politica di trasferimento e di garantire i benefici promessi". Inutile dire che i sindacati cinesi, collaborazionisti fino al midollo, non tutelano i lavoratori ma gli interessi dei capitalisti.

 

 

Tunisia: giovani in rivolta

 

Da gennaio, i giovani tunisini sono in rivolta contro il peggioramento generale delle condizioni di vita. Tunisi, Biserta, Sousse e altre città sono l'epicentro di scontri continui con la polizia. A dieci anni dalla famosa "primavera araba" le cose sono solo peggiorate. La democrazia ha fallito su tutta la linea, la lotta dovrà diventare di classe o non cambierà mai nulla.

(dati da: www.chicago86.org/)

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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