Come sempre, per le sue guerre sporche, la borghesia utilizza anche i mercenari

(«il comunista»; N° 173 ; Aprile-Giugno 2022)

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Non poteva essere diverso da quel che succede in ogni guerra borghese:  gli eserciti nazionali ufficiali, con tanto di divisa e di leggi che li regolamentano e li proteggono, anche nelle loro azioni più atroci, sono affiancati nelle operazioni militari da reparti di mercenari che lavorano per quelle che vengono definite «società di sicurezza». A queste organizzazioni paramilitari gli Stati appaltano determinate operazioni per le quali non si vogliono esporre dal punto di vista politico, proprio perché vengono condotte con metodi e mezzi non consentiti dalle loro leggi.

Tra queste «società di sicurezza», le cronache della guerra russo-ucraina hanno messo in risalto come il governo guidato da Putin abbia usato la Wagner anche in Ucraina, come aveva già fatto in precedenza in Siria, nel Sahel, in Sudan, in Nigeria, in Centrafrica, in Ruanda, in Libia. Ma il governo ucraino guidato da Zelensky non è da meno; è diventata famosa l'organizzazione paramiliatre nota col nome di Battaglione Azov, elevatoai più alti onori da Zelensky (e dai media di tutto il mondo) per la resistenza nell'acciaieria Azovstal di Mariupol in cui si era asserragliato per difendersi dall'attacco dell'esercito russo.

Si dice che, dopo la prostituzione, quello dei soldati di ventura, i mercenari, noti anche come contractor, rappresenti il secondo lavoro più antico del mondo. In effetti, in tutte le società divise in classi, ogni lavoro è stato sempre pagato in denaro, in privilegi, in proprietà di dioverso tipo. Ad esempio, secondo il «Corriere della sera» del marzo scorso (1) la Wagner in Centrafrica ha ottenuto per i suoi servizi una miniera di diamanti, in Ruanda una miniera d'oro, in Siria un pozzo di petrolio. «Il maggior successo russo in Africa - scrive il "Corriere della sera" citato - resta forse il salvataggio del 2019 del generale Haftar dall'offensiva dell'Esercito nazionale libico appoggiato dai turchi. Mille mercenari e 8 cacciabombardieri hanno impedito la riunificazione del Paese. In cambio ora controllano due pozzi petroliferi e Mosca punta alla concessione di un altro porto sul Mediterraneo dopo aver salvato quello siriano dallo Stato islamico». Ma c'è un altro aspetto non secondario nell'utilizzo di queste organizzazioni di mercenari, quello dei costi. «La chiave dei successi del binomio Wagner-Putin - continua il quotidiano citato - è che non pesano sulle casse pubbliche di Mosca. La Wagner punta a farsi pagare dai Paesi che "aiuta", Mosca dà solo semaforo verde. Un'eccezione è l'Ucraina. Lì Mosca paga di tasca sua».

In Ucraina i mercenari della Wagner sono definiti gli «omini verdi», paramilitari con divise anonime che intervengono e rapidamente spariscono, come già nel febbraio del 2014 in Crimea, e poi nel Donbass. Ma nello stesso paese vi sono anche i contractor della compagnia privata Lancaster-6, con base a Dubai, e dell'ex Blackwater (ora Academi) americana, al servizio di Kiev, dopo essere stati in Afghanistan e in Iraq.

In realtà sono molti i paesi in cui i mercenari - che all'occorrenza diventano massacratori professionali - «trovano lavoro», e perlopiù sono paesi della periferia dell'imperialismo, ma le compagnie di mercenari sono tutte dei paesi più potenti a livello mondiale e regionale che, da un lato, alzano inni demagogici alla pace, alla democrazia, alla «sovranità nazionale», dall'altro lato, fomentano colpi di stato, cambi repetini di governo, finanziano gruppi terroristi per poi combatterli quando cambia il vento, e mandano in guerra i propri eserciti affiancati dalle organizzazioni paramilitari perché sanno già che la guerra che scatenano è fin dall'inizio sporca.

 


 

(1) Cfr. la rubrica settimanale Dataroom, «Corriere della sera», 4 marzo 2022.

 

 

Partito comunista internazionale

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