Alternanza scuola-lavoro.

Giuliano de Seta, studente di 18 anni, stagista presso un’azienda da 12 giorni: cade una barra di metallo, e muore.

Una fatalità? No, è un assassinio!

(«il comunista»; N° 174 ; Luglio-Settembre 2022)

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Venerdì 16 settembre, alle 9,57, ad Arcore, vicino a Milano, un manovale di 57 anni muore folgorato sul ponteggio di un cantiere mentre lavora al rifacimento della facciata di un palazzo. Venerdì 16 settembre, alle 17, a Noventa di Piave, vicino a San Donà, uno studente di 18 anni, stagista presso un’azienda di metalli viene colpito da una barra che cade da un cavalletto, poco dopo muore. Per gli imprenditori, la morte di un lavoratore, esperto o inesperto, è... una disgrazia che può capitare; sbrogliate le operazioni di soccorso e quelle burocratiche inerenti alle indagini che dovranno stabilire... le colpe, bisogna riprendere il lavoro perché... il tempo è denaro!

Al 5 settembre di quest’anno ci sono stati ufficialmente 534 morti sul lavoro e 218 in itinere (dati reteinside.org). La strage non la ferma nessuno, né i capitalisti, né le autorità politiche, né la magistratura, né i sindacati e i partiti che si vantano di “difendere” gli interessi dei lavoratori mentre in realtà fanno gli interessi delle imprese. La può fermare soltanto la lotta proletaria a condizione di organizzarla con metodi e mezzi della lotta classista, ossia con metodi e mezzi che tengano conto esclusivamente degli interessi immediati dei lavoratori e che coinvolgano i lavoratori di ogni età, di ogni genere, di ogni nazionalità perché l’incidente mortale – viste le misure di sicurezza inesistenti nella gran parte delle aziende – può capitare a qualsiasi operaio.

L’alternanza scuola-lavoro si sta rivelando sempre più come un’alternanza scuola-cimitero per i giovani studenti che devono fare questi stage in posti di lavoro che sono sempre più a rischio per tutti i proletari in generale, ma ancor più per chi non ha nessuna esperienza delle condizioni dell’ambiente di lavoro e spesso viene lasciato solo senza un supporto da parte di operai più esperti.

Venerdì 16 settembre verso le 17, in un’azienda specializzata nella piegatura dei metalli (Bc Service) a Noventa di Piave (Venezia), Giuliano de Seta, studente di 18 anni era alle prese con un macchinario, quando una barra di metallo è caduta dal cavalletto straziandolo alle gambe. E' stato soccorso da alcuni operai dello stabilimento e poi dai medici del Suem, ma è morto poco dopo all’ospedale perché le gravi lesioni non gli hanno lasciato scampo. Secondo i carabinieri e i tecnici dello Spisal. oltre a stabilire le cause dell'incidente, si dovrà capire come mai il giovane si trovasse da solo vicino a quel macchinario (1).

Giuliano viveva a Ceggia (Venezia), frequentava la quinta all’istituto tecnico “Da Vinci” di Portogruaro e aveva iniziato lo stage secondo il progetto di alternanza scuola-lavoro per ottenere i crediti necessari per la tesi di diploma in Elettronica ed Elettrotecnica. Lo stage era iniziato il 5 settembre e si sarebbe dovuto concludere sabato prossimo.

L’incidente che ha ucciso Giuliano è avvenuto a distanza di qualche mese da quello capitato il 21 gennaio scorso al giovane Lorenzo Parelli, schiacciato da una putrella mentre eseguiva un lavoro di carpenteria metallica nell’azienda meccanica Burimec, nella zona industriale di Lauzacco, in provincia di Udine. Inoltre il 14 febbraio scorso è morto il 16enne Giuseppe Lenoci, impegnato anche lui in uno stage in una impresa termoidraulica di Fermo, nelle Marche, mentre era a bordo di un furgone dell’azienda. Ancora più lunga la lista dei ragazzi feriti in questi stage obbligatori, alcuni dei quali hanno riportato pesanti traumi (2).

«L’alternanza scuola-lavoro non è altro che un lavoro non retribuito, deregolamentato e che può durare anche due mesi. Uno sfruttamento che ingrassa le imprese di produzione e di servizi…, in questi stage la sicurezza è un optional e a farne le spese sono soprattutto gli studenti, che hanno meno esperienza dei lavoratori. Con la scusa di imparare il mestiere, i ragazzi non solo vengono sfruttati, ma viene insegnato loro che è giusto così: lavorare è una fortuna per pochi privilegiati e devono accettare quello che viene loro offerto senza stare a sindacare sui diritti salariali e contrattuali», questo è stato il commento di Sergio Zulian segretario dell’Adl Cobas (3).

Le condizioni di lavoro dei proletari diventano sempre più micidiali per i rischi che corrono sul posto di lavoro, innanzitutto per i tagli dei costi che vengono fatti dai padroni sui sistemi di sicurezza che dovrebbero prevenire gli infortuni e le malattie professionali, per il ricatto individuale sempre più pesante dovuto ad un salario sempre più precario e misero, e a causa del  collaborazionismo sindacale tricolore che non interviene organizzando i proletari nella lotta contro il padronato, privilegiando così, di fatto, il profitto del capitale al posto della vita dei lavoratori.

Il padronato pensa a recuperare i profitti persi durante il rallentamento economico dovuto alla pandemia e a far fronte alla crisi di sovrapproduzione che aumenta la concorrenza sui mercati sulla pelle dei proletari se questi ultimi non reagiscono unendosi e scioperando, bloccando la produzione, cioè facendo pagare un prezzo molto alto per ogni loro compagno di lavoro caduto sul lavoro.

Questi giovani proletari che entrano in fabbrica per la prima volta dovrebbero essere seguiti e istruiti dai proletari più esperti a difendersi soprattutto dalla pressione dei padroni, per mettere al primo posto la loro vita, la loro salute, le loro esigenze. Per i padroni essi sono carne da macello da poter sfruttare a costo zero; più in generale, al capitale non interessa la vita di un singolo proletario, perché sa che esistono milioni di disoccupati che possono accettare, individualmente presi, le stesse condizioni o anche peggiori.

Ecco perché i proletari devono dire basta e reagire unendosi e lottare con determinazione, in maniera indipendente ed autonoma dal collaborazionismo sindacale e politico per far saltare questo meccanismo che li sta triturando come fossero prodotti di scarto e non esseri umani.

 

17 settembre 2022

 


 

(1) https://www.ilrestodelcarlino.it/venezia/incidente-lavoro-stagista-1.8087021

(2) Cfr. il manifesto, 17/9/2022

(3) Ibidem.

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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