Riesumata la mummia di Benedetto Croce

(«il comunista»; N° 175 ; Dicembre 2022)

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Desta interesse, dal punto di vista marxista rivoluzionario, una dichiarazione del nuovo Ministro della Cultura italiano Gennaro Sangiuliano. Dopo l’elezione di questo governo di centrodestra, infatti, la riorganizzazione dei Ministeri e l’assegnazione delle poltrone ha seguito, come sempre e non solo in Italia, gli interessi dei partiti specifici al governo, oltre, agli interessi più generali della classe dominante borghese.

La borghesia, espressa nell’attuale situazione da tendenze conservatrici e reazionarie, si sta dotando di una nuova (si fa per dire) maschera ideologica e filosofica, ben più patriottica dei governi precedenti, riesumando la vecchia mummia del (non da noi) compianto Benedetto Croce. Del resto, egli fa parte dei grandi intellettuali (rigorosamente italianissimi) che il ministro ha deciso di celebrare e di ricordare come eccellenza nazionale.

Per esempio, ha citato con riverenza durante un’edizione del TG1 di inizio novembre (1) la Critica di Giovanni Gentile e di Benedetto Croce in funzione neoidealista contro il vecchio positivismo (si legga qui materialismo: il tentativo è quello di screditare il materialismo in sé dietro il termine positivismo). Senza contare il fatto che, a quanto pare, questa citazione non avesse alcun collegamento con l’argomento che veniva trattato nella trasmissione, è per noi materialisti piuttosto interessante il modo in cui il ministro si stia concentrando sulla costruzione di un nuovo edificio ideologico idealistico.

Sintetizza mirabilmente Lenin: «Nel suo Ludwig Feuerbach, Engels dichiara che le fondamentali correnti filosofiche sono il materialismo e l’idealismo. Il materialismo ritiene la natura elemento primordiale, lo spirito elemento secondario e mette al primo posto l’essere, al secondo il pensiero. L’idealismo procede all’inverso. Engels attribuisce valore fondamentale a questa differenza radicale dei “due grandi campi” nei quali si dividono i filosofi delle “diverse scuole”: dell’idealismo e del materialismo, accusando senz’altro di “confusione” chi usa in senso diverso le espressioni idealismo e materialismo» («Materialismo ed empiriocriticismo») (2). La lotta tra materialismo e idealismo è infatti sempre stata determinante nella filosofia, e divide il campo ideologico da millenni. Infatti, la filosofia di Democrito (su cui tra l’altro Carlo Marx fece la sua tesi di laurea) è eminentemente materialista, mentre la filosofia di Platone è invece un ottimo esempio di idealismo. La lotta tra le due visioni del mondo, veramente inconciliabili, quanto le contraddizioni tra borghesia e proletariato, continua nei secoli, tra i sostenitori dell’empirismo e dell’idealismo tedesco, fino a giungere alla più mirabile sintesi di Carlo Marx, che, pur integrando la dialettica hegeliana nel suo sistema, la ribalta proprio con la finalità di darle base materiale e non spirituale.

La tesi fondamentale del materialismo è che il mondo sia materiale, e che ogni cosa ideologica è frutto di questo mondo materiale: questo vale sia in ambito fisico, sia in ambito sociale; in ambito fisico, abbiamo la filosofia della natura materialista (confermata più volte, per la correttezza del suo metodo, anche dalle scienze naturali in genere); in ambito sociale, abbiamo la mirabile applicazione del materialismo storico e dialettico.

Torniamo però sul Croce tanto esaltato dal ministro, che dice infatti: «Benedetto Croce, di cui oggi ricorre il settantesimo anniversario della morte, è stato uno dei massimi pensatori italiani di ogni tempo: il suo magistero culturale e morale resta a tutt’oggi ineguagliato». E poi: «Il compito che  si propose con successo fu allora quello di dotare la “nuova Italia” di un pensiero compiuto ed organico, radicato nella tradizione ma concretamente aperto ai problemi del presente: in aperta e amichevole collaborazione con quelli degli altri Paesi, ma fiero della sua specificità e dignità. Croce ritrovò nell’insegnamento di Vico e Machiavelli la cifra più tipica della nostra cultura, e cioè il senso storico e il realismo politico. Egli volle così reimmettere la cultura nazionale nel solco di quella europea, conforme all’ideale patriottico del Risorgimento di cui si sentiva figlio». (3)

Tali affermazioni sono degne di nota per due motivi differenti. In primo luogo per la retorica violentemente nazionalista di queste righe, in secondo luogo per la natura apologetica dell’idealismo dell’intervento di Sangiuliano.

Quale immondizia patriottarda dev’essere ritenuta normale, per inneggiare a Benedetto Croce come eroe nazionale italiano? Cosa vuol dire dotare la “nuova Italia” di un pensiero (supposto) “compiuto ed organico”? Perché il “magistero culturale e morale” di Croce “resta a tutt’oggi ineguagliato”? Non lo spiega, ...perché egli fu critico filosofico e letterario italiano e idealista? Del primo aggettivo possiamo ridere, e del secondo va ricordato che Croce non è stato che un ideologo della conservazione capitalistica e borghese.

L’influenza di Benedetto Croce sull’ambiente culturale italiano è stata infatti immensa. La critica letteraria di Croce era ufficiale ed insegnata nelle scuole, la filosofia idealista di Croce e Gentile utilizzata da tutti i pensatori non-materialisti come arma anti-marxista.

La generale lotta tra idealismo e materialismo pareva in Italia persa dalle nostre forze, mentre trionfava nell’ideologia dominante la visione crociana del mondo. La morte di Croce non ha fatto che rafforzare, per certi versi, il mito della sua infallibilità filosofica, compattando dunque le forze idealiste.

Per noi, Croce, quale  «esponente della borghesia morente» - rispetto a Marx «che dialetticamente svolge la nuova tesi internazionale del proletariato, e dà la giusta valutazione e utilizzazione ai tre fattori nazionali [materialismo francese, Cartesio; empirismo inglese, Bacone, Hobby, Hume; idealismo critico tedesco, Kant, Hegel]» -, «all’opposto elimina senza tanti riguardi l’empirismo inglese in quanto non filosofia ma pura statistica di fatti ed eventi, il sensismo francese in quanto pretesa pura posizione “teologica”, e si inchina solo al valore storicistico del pensiero tedesco. Ciò avviene appunto perché in questa terza forma lo storicismo è rimasto innocuo e non ha preso forme demolitrici, ed è vuoto sia di prospettiva che di tradizione rivoluzionaria, ben attagliandosi ad una classe ormai solo conservatrice» (4).

Infatti «(Croce) […] era, nel campo della dottrina, il massimo rappresentante, l’incarnazione anzi, della più antica, dispotica, settaria autorità ideologica che da millenni tiranneggia ed oscura la mente degli uomini: l’idealismo». Croce, ribadiamo, è dunque un «pensatore ultra-borghese, propugnatore instancabile di concetti fondamentali che, nel volgere dei secoli, sono serviti di base dottrinaria alle giustificazioni di tutti i regimi di classe, di tutte le tirannie dei governi […]» (5), al di là del suo liberalismo e del suo “antifascismo”. Che la filosofia crociana e l’idealismo vengano ripresi dai tardi epigoni della sua dialettica non è altro che la conferma della correttezza delle nostre tesi del 1952.

Il ministro Sangiuliano, con il suo “revanscismo filosofico”, tenta di vendicare goffamente la scomparsa di una venerazione religiosa nei confronti di Croce in Italia. L’ideologia della classe dominante si trova però ad essere sempre spiritualista, sempre misticheggiante e tendente alle false ed indimostrabili, veramente metafisiche, idee di Patria e Nazione. Il tentativo del Ministro della Cultura non ci colpisce e non ci ferma: conferma soltanto quanto il marciume di questo governo si ricolleghi decisamente ai vecchi regimi politici del paese, democratici o fascisti in modo alterno, e conferma altresì l’influenza della religione cattolica sul governo e sugli affari dello Stato, in quanto l’idealismo è la prima base ideologica del misticismo religioso.

Noi marxisti, liberi sia dall’oscurità ideologica dell’idealismo, sia dalle false idee di coloro che (come cantava Paolo Pietrangeli) patriovaneggiano, troviamo invece nel materialismo marxista la chiarezza filosofica richiesta dall’analisi scientifica e sociale del mondo. Combattiamo con forza la convinzione di un mondo in cui le idee determinano la materia, come antiscientifiche e metafisiche: combattiamo con pari forza la Chiesa e le sue estensioni nella filosofia e nella religione. La sconfitta filosofica di questa, e dell’idealismo in genere, è inevitabile e si avvicina sempre più, perché con noi sta la ragione della Scienza e della Storia. Lasciamo dunque riposare la mummia di Benedetto Croce, che dorma di un sonno tranquillo, rinchiuso nella tomba filosofica del suo sistema, una volta per tutte

 


 

(1) Sangiuliano, il ministro che evoca i massimi filosofi italiani al tg dell’ora di cena, Matteo Marchesini, 11 novembre 2022, su «Il Foglio».

(2) Cfr. Lenin, Materialismo ed Empiriocriticismo, Opere, vol. 14, cap. II, § I, Editori Riuniti, Roma 1970, p. 96.

(3) Croce, Sangiuliano: suo magistero culturale e morale resta ineguagliato, 20 Novembre 2022, Ufficio Stampa e Comunicazione – Ministero della Cultura.

(4) Cfr. “sul filo del tempo”, Fiorite primavere del capitale, «il programma comunista», n. 4 del 1953. Cfr. Gli anarchici santificano Croce, «il programma comunista», n. 6 del 1952.

 

 

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