Conflitti e condizioni di lavoro operaie nel mondo

(«il comunista»; N° 175 ; Dicembre 2022)

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REPUBBLICA CECA

 

La mannaia sui disoccupati

Il vicepremier e ministro del lavoro ceco, Jurečka, intende tagliare e ridurre i sussidi di disoccupazione ritenuti troppo "generosi", perché si intende "motivare le persone a cercare rapidamente lavoro". Ovviamente il premier, Fiala, presidente anche del Partito Civico Democratico, lo ha sostenuto pienamente. Non si sa ancora in che misura avverranno questi tagli, ma è certo che ci saranno. Fiala e Giorgia Meloni si possono abbracciare: sono entrambi d'accordo nel fare la guerra non alla disoccupazione, che non dipende dai proletari, ma ai disoccupati! ( www.facebook.com/groups/1356292924800608/).

Tempi duri per i lavoratori della sanità

Nove ospedali della Moravia meridionale saranno fusi in un'unica società per azioni. Il pretesto non è nuovo: "rendere più efficiente l'assistenza sanitaria". Ma l'obiettivo reale di questa fusione è certamente quello di risparmiare sui costi di gestione e, naturalmente, sui costi del personale. Finora gli ospedalieri avevano gli stipendi garantiti dallo Stato; adesso le loro paghe subiranno la diretta concorrenza del mercato del lavoro, perciò tenderanno a diminuire perché aumenterà la concorreza tra di loro sia internamente che all'esterno. La cosiddetta "garanzia" del posto statale sparirà e i lavoratori della sanità saranno sempre più equiparati ai lavoratori di tutto il settore privato, subendo direttamente le oscillazioni salariali determinate dalle oscillazioni dell'economia.

 

SLOVACCHIA

 

Semi-vittoria alle acciaierie US Steel

In ottobre è terminato lo sciopero dei lavoratori delle acciaierie US Steel, iniziato in aprile, ottenendo un aumento di 80 euro mensili, un bonus una tantum di 100 euro e un adeguamento dell'orario di lavoro. Ma in cambio, il sindacato ha concordato col datore di lavoro la possibilità di estendere la settimana lavorativa di 2 ore per 4 mesi, prorogabili per altri 2 mesi. Dunque, contro un aumento di salario, che non copre il reale costo della vita, i lavoratori dovranno regalare al padrone, come in precedenza, da 8 a 12 ore di lavoro. Il capo del sindacato, Juraj Varga, gongola: "L'obiettivo non è lo sciopero [non avevamo dubbi!!!], l'obiettivo è sempre un accordo, e questo è solo uno strumento per raggiungere l'obiettivo. Quindi al momento, nella nostra azienda, c'è la cosiddetta riconciliazione sociale". Considerare da parte sindacal-collaborazionista l'azienda come nostra è il classico atteggiamento del servo del padrone che, non potendo impedire la spinta operaia allo sciopero, lo trasforma in strumento contro gli interessi esclusivi degli operai per raggiungere la riconciliazione sociale! (www.aktuality.sk/clanok/h4lOHpw/u/u-s-steel-straikovu-pohotovost-ukoncili-po-182-dnoch)

 

REGNO UNITO

 

Uberizzazione della Royal Mail

I postini della Royal Mail hanno rifiutato l'aumento dei salari del 7% offerto dall'azienda. Non solo è un cifra inferiore all'inflazione (attualmente al 10,1), ma l'accordo avrebbe previsto una ristrutturazione peggiorativa dei centri postali, modifiche al lavoro domenicale e la introduzione di nuovi autisti privati in stile Uber che avrebbe aumentato automaticamente la concorrenza tra lavoratori. Perciò l'agitazione continua. (www.printweek.com/news/article/new-royal-mail-strike-dates-revealed)

Attacco al diritto di sciopero

Il governo britannico ha presentato alla Camera dei Comuni un disegno di legge sugli scioperi dei trasporti (Servizio minimo di trasporto) che limiterà fortemente il diritto di sciopero. Com'è noto, la premier conservatrice Liz Truss, che ha sostituito Boris Johnson, è stata a sua volta dimissionata e sostituita da Rishi Sunak che al momento non si è pronunciato su questo disegno di legge. Naturalmente l'opposizione laburista ha dichiarato, per bocca del leader Keir Starmer, di non essere d'accordo. Ma si sa, se l'economia nazionale lo richiederà, anche i laburisti al governo trovereanno la giustificazione per limitare il diritto di sciopero!

 (www.mondaq.com/uk/employee-rights-labour-relations/1244254/   bill- to- mandate- minimum-service-levels-during-transporto-strikes-published).

 

STATI UNITI D'AMERICA

 

Ferrovieri pronti allo sciopero

Biden lo vieta

Ben 322 gruppi imprenditoriali hanno premuto su Biden perché impedisse lo sciopero ferroviario che stava per iniziare. In realtà dei 12 sindacati del settore finora 7 avevano votato a favore dello sciopero, 2 avevano votato contro e 3 non avevano ancora deciso. Ma se uno solo dei sindacati delle ferrovie sciopera (il giorno avrebbe potuto essere il 19 dicembre), tutti gli altri avrebbero interrotto il lavoro (Rail strike:Over 300 business groups push Joe Biden to intervent to sto U.S. struike/Fortune)

Di fronte al pericolo - siamo in pieno periodo natalizio, nel quale esplodono le vendite di qualsiasi tipo di merce - di danneggiare l'economia nazionale e in un periodo in cui il Partito Democratico non è uscito particolarmente forte dalle elezioni di medio termine, è calato il veto politico contro lo sciopero nelle ferrovie.

In America è dal 1991 che questa misura estrema di cui dispone la presidenza non veniva applicata, anche se Biden si vanta di "essere il presidente più favorevole ai sindacati che ci sia mai stato" (Corriere della sera, 2.12.2022). In realtà, il veto politico sullo sciopero dei ferrovieri è accompagnato (nel Railway Labor Act) dal potere dell'assemblea legislativa (Camera e Senato) di imporre un accordo tra le parti nel settore ferroviario. E questa imposizione viene giustificata dal fatto di prevenire danni all'economia nazionale. Ebbene l'accordo, alla fine, c'è stato: "il contratto quinquennale prevede a regime un aumento del 24% nelle buste paga. E' meno generoso sulla questione delle assenze remunerate (per malattia o problemi familiari). Comunque lo sciopero non si farà" (Corriere della sera, 2.12.2022).E qui si vede la forza dell'imperialismo americano che riesce ancora a piegare i proletari alle proprie esigenze di dominio nazionale e internazionale pagando la propria forza lavoro più che in altri paesi. Pur avendo scritto nella propria storia passata pagine di lotte operaie durissime e violente contro i padroni, il proletariato americano è rimasto succube della potenza dominatrice del capitalismo a stelle e strisce, condizione alla quale ha contribuito notevolmente il sindacalismo collaborazionista e mafioso. Se anche la sola minaccia di uno sciopero in un periodo dell'anno considerato vitale per l'economia nazionale fa ottenere ai proletari coinvolti dei risultati, è naturale che essi non cerchino di forzare la situazione ed accettino di essere diretti da sindacati venduti ai padroni e ai loro rappresentanti politici, dispensatori di rinnovata fiducia nella democrazia americana, nella grande nazione che incute timore in tutto il mondo. Per sconvolgere il sistema americano ci vorrà un terremoto sociale potente quanto è potente la sua borghesia dominante, un terremoto che squarci la fitta rete economica politica e sociale in cui le grandi masse proletari, bianche, nere, gialle e meticce sono drammaticamente imprigionate.

 

CANADA

 

Ontario: una legge per vietare lo sciopero degli insegnanti

A fronte dello sciopero indetto per il 3/11 dal CUPE, sindacato dei dipendenti pubblici, per 55.000 lavoratori del settore dell'istruzione, il governo ha preso l'iniziativa di approvare un disegno di legge (Bill 28) che vieta agli insegnati di scioperare, comminando multe salatissime sia agli eventuali scioperanti (4mila $ per dipendente al giorno) che per il sindacato (500mila $ al giorno). Contro la richiesta del sindacato di un aumento del salario dell'11,7%, oltre alla doppia retribuzione per gli straordinari ed altre rivendicazioni sulla formazione ecc., il Bill 28 imponeva un contratto di 4 anni stabilendo un aumento del 2,5% per coloro che guadagnano meno di 43mila $ l'anno e dell'1,5% per gli altri. Nonostante le minacce, gli insegnanti hanno scioperato e manifestato in tutto l'Ontario; il CUPE ha dichiarato lo sciopero a tempo indeterminato e che pagherà le eventuali multe. Ovviamente lo sciopero è stato dichiarato illegale. Ma gli altri sindacati dell'Ontario hanno dimostrato la loro solidarietà inviando denaro e unendosi alle proteste. Da un sondaggio effettuato risulterebbe che oltre il 70% della popolazione vuole che il governo negozi un accordo con il CUPE e cessi lo scontro frontale con gli insegnanti. Il 7 novembre il premier Doug Ford ha promesso di abrogare il Bill 28 se gli insegnanti tornavano al lavoro. L'8 novembre iniziano le trattative e gli insegnanti hanno ripreso il lavoro. Al momento si sa che i negoziati proseguono. Si vedrà.

(www.ctvnews.ca/canada/ontario-to-pre-emptively-table-back-to-work-legislation-for-education-workers-minister-16131483)

 

 

Partito Comunista Internazionale

Il comunista - le prolétaire - el proletario - proletarian - programme communiste - el programa comunista - Communist Program

www.pcint.org

 

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