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Sui movimenti di lotta del napoletano

(dal 1995 al 2002)

 

 

( Opuscolo A4, 76 pagine, Prezzo: 4 €, 8 FS) pdf

 

 

 

 


 

Presentazione

 

Questa raccolta di articoli apparsi in successivi numeri dei nostro giomale non vuole essere una mera testimonianza politica della nostra presenza nelle loue dei disoccupati dei napoletano.

Essa vuole offrire ai compagni ed alle avanguardie di lotta un materiale di analisi e di discussione a complemento della lotta. Ma soprattutto, ed è questo che ci interessa, a stigmatizzare iIlivello qualitativo raggiunto dal dibattito che, giunto al sua apice, non riesce pero a tradursi - se non sulla carta - in un reale indirizzo di classe.

La repressione borghese sarebbe inefficace senza il suo più valido alleato : l’opportunismo.

La sconfitta su obieuivi immediati anche minimi riduce la spinta propulsiva della piazza ed aumenta scoramento e confusione nelle file dei proletari. La diatriba tra rivendicazioni minime e rivendicazioni di carattere generale non riesce a trovare il suo sbocco dialettico contrapponendo meccanicamente le une aile altre fino ad escluderle a vicenda e incanalarle nei canoni istituzionali della demo­crazia borghese.

Il movimento dei disoccupati dei napoletano è diviso in «destra» e «sinistra» e frammentato in diverse sedi. La «soluzione definitiva» viene prospettata corne imminente. ln questo contesta i «parolieri» istituzionali, da ciarlatani passano ad un Iivello di credibilità un pochino più elevato e si fanno ascoltare. L’ ostracismo verso le organizzazioni comuniste diventa l’altra faccia della stessa medaglia.

L’intervento dei comunisti nelle lotte in un contesta relativo diventa propedeutico alla lotta in generale. L’unità dialettica Partito è classe è prodotto storico: senza il lavoro costante nel tempo dei comunisti nelle organizzazioni immediate, là dove vi siano i presupposti ininimi di spinta cIassista - e quindi fuori dai meandri della buroerazia e dai vincoli dei collaborazionismo - e là dove ve ne sia la possibilità ovviamente, anche nelle fasi più sfavorevoli e reprimenti corne l’auuale, non puo vedere la luce. Ma l’unità dialellica fra partito e classe è anche obieuivo storico dei Partito, che, nello stesso tempo, diventa fattore di storia: per questo l’auività dei comunisti mira fonda­mental mente alla formazione e al rafforzamento dei Partito pur dedicando le proprie energie anche all’intervento nelle lotte proletarie sul terreno immediato della difesa delle condizioni di vita e di lavoro. La fonnazione dei Partito corne compagine flsica attiva e coerente con il suo pro­ramma politico generale è vitale per il movimento prole­ta rio di classe e per il movimento rivoluzionario di domani; ma è altrettanto importante essere presenti nelle trincec a flanco dei proletari, contribuendo alla formazione di orga­nizzazioni proletarie indipendenti dal collaborazionismo sindacale e politico, prologo alla costituzione della futura grande associazione operaia di classe, vera e propria cinghia di trasmissione tra il Partito rivoluzionario e la classe dei proletariato. Che la futura associazione operaia prenda le caratteristiche dei sindacato di classe secondo la tradizione dei movimento operaio europeo occidentale o dei soviet secondo la tradizione dei movimento operaio russo, o prenda caratteristiche anche diverse giungendo ai formazioni finora sconosciute, dipenderà dalla sviluppo dei movimento di classe stesso e dai rapporti di forza tra le classi borghesi conservatrici e reazionarie e la classe proletaria in ascesa nel suo movimento di sovversione dell’ordine costituito: sono le condizioni materiali della lotta di classe, unite alle tradizioni storiche della lotta proletarie, che determineranno le forme delle nuove orga­nizzazioni immediate e di lotta dei proletariato. Il partito di classe non ha il compito di «costruire» o «ricostruire» sindacati. Le organizzazioni immediate dei proletariato devono essere il prodotto storico della lotta proletaria di classe e, appunto, a seconda delle condizioni storiche di questa lotta, esse - in base al contenuto reale della lotta in quanta obiettivi, metodi, mezzi e forLe a disposizione ­ prenderanno determinate forme che è sbagliato precostituire a mo’ di scatola vllota da riempire. Il partito di classe ha invece il compito di «istruire» i proletari alla lotta di classe, a riconquistare gli obiettivi, i metodi e i mezzi della lotta di classe, e di «importare» nelle file dei proletariato i bilanci delle lotte dei passato e, quindi, la teoria rivoluzio­na ria della loua fra le cIassi. Per realizzare questi compiti il partito di classe deve agire verso il proletariato interve­nendo nlle sue lotte di difesa, scendendo appunto in «trincea» .

Gli articoli che presentiamo mostrano uno spaecato delle lotte recenti ricollcgandosi alle viccnde ventennali dei movimcnti di lotta napolct3nÎ. La rimonta gradua le flno alla cattura dei movimento ad opera dell’ opportunis­mo era certo più che probabile; ma sappiamo che con le lotte e soprattutto attraverso le sconfitte i proletari crescono e maturano esperienza che servirà nelle successive impen­’nate che certamente non mancheranno.

La maggior parte degli articoli ha sullo sfondo 1o sviluppo dei Coordinamento uni ta rio e della sua effimera formalizzazione in «Movimento di loua di Napoli e provincia». Abbiamo incluso anche articoli di momenti diversi e di diverse realtà inerenti 1o sviluppo delle lotte dei lavora­tori della ex-Gepi, dei Coordinamento di lotta LSU, dei Coordinamento di lotta per il Lavoro, nei quali i nostri compagni hanno lavorato finché è stato loro possibile. La loro tacita e gradua le esclusione, corne si puo leggere tra le righe, resta molto emblematica.

 

 


 

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