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5. partito comunista internazionale

5.1 Storia della Sinistra comunista


 

5. partito comunista internazionale

 

5.1 Storia della Sinistra comunista

       1911 – 1920 ; 1921 – 1923 ; 1924 – 1926 ; 1927 – 1944 ; 1945– 1952 ; 1952 – 1982 ; 1983 – …

 

1911 – 1920

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(Avvertenza: per gli scritti qui elencati il nome dell’autore, o del giornale, messo tra parentesi quadre, es: [A. Bordiga], o [La Lotta di Classe], significa che lo scritto, pubblicato senza firma, è stato attribuito da ricercatori e storici al nome dell’autore, o del giornale)

1921  – 1923

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1924  – 1926

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1927 – 1944

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Per quel che riguarda l’attività della Frazione di sinistra del PCd’I (nota come Frazione all’estero), dalla sua costituzione nel 1928 al suo sciglimento del 1938, vedi la sezione: 5.2 Documenti della Frazione di sinistra  del PCd’I (Frazione all’estero), in cui raccogliamo soltanto i documenti e gli scritti coerenti con le posizioni originali della Sinistra comunista d’Italia.  

Con la la seconda guerra imperialista mondiale in cui la Russia falsamente “socialista” parteciperà ad uno dei due blocchi imperialisti belligeranti, e con la sua conclusione, si ripresentarono sulla scena storica quei fattori materiali di cui sopra; le forze che risultarono in grado di mettersi al lavoro per la restaurazione della dottrina marxista, per il bilancio dinamico del corso storico della rivoluzione e della controrivoluzione e per la ricostituzione dell’organo rivoluzionario per eccellenza, il partito di classe, furono le forze che si ricollegavano alle battaglie di classe della Sinistra comunista d’Italia, forze che dovevano oggettivamente liberarsi delle valutazioni e delle posizioni errate che, inevitabilmente, avevano preso negli anni della vittoriosa controrivoluzione staliniana. Ci voleva un lungo lavoro di carattere teorico e politico, lavoro che non poteva essere svolto se non a “carattere di partito” e che aveva l’obiettivo di meritarsi il nome di partito comunista internazionale effettivamente ricostituito sulle salde basi marxiste. Non sarà l’organismo costituitosi come Frazione della Sinistra comunista italiana all’estero l’anello di congiunzione tra il Partito Comunista d’Italia diretto dalla Sinistra nel biennio 1921-1922, l’Internazionale Comunista dei primi due congressi e il ricostituito partito di classe. Prendendo il nome, nel 1943, di Partito Comunista Internazionalista, questo organismo avrà bisogno, a sua volta, di liberarsi da tutte le scorie teorico-politiche generate dall’ambiente mefitico della democrazia imperialista, oltretutto vittoriosa nella guerra mondiale contro le forze del nazifascismo. Abbiamo sempre riconosciuto che la maggior parte dei componenti della Frazione all’estero che provenivano dalla Sinistra comunista “italiana” caratterizzavano la loro attività soprattutto nel mantenere viva la tradizione rivoluzionaria del vecchio Partito sia in senso antiborghese – quindi antidemocratico e antifascista – sia in senso antitalinista, combattendo senza tregua ogni cedimento e tendenza dell’opportunismo. Il necessario bilancio dinamico di tutto il corso rivoluzionario e controrivoluzionario, in mancanza di un partito di classe operante e saldamente ancorato al marxismo, non poteva che richiedere molto tempo e una impostazione  nel quadro della quale sviluppare i vari aspetti di questo lavoro.  Sarà infatti lo scritto Tracciato di impostazione, pubblicato nel n. 1, luglio 1946, nella rivista teorica del P.C. Internazionalista, “Prometeo”, che imposterà tutto il lavoro del partito da quel momento in poi. Va detto che il Tracciato di impostazione è stato il risultato di un lavoro collettivo dei compagni di allora, indirizzato da Amadeo Bordiga e poggiante sulle discussioni avute nelle riunioni tra il 1944 e, finita la guerra, il 1945. Da allora si svilupperà un’attività di partito che si pose lo scopo di saldare la compagine fisica dei militanti attraverso l’omogeneità teorico-politica e tattico-organizzativa che non si poteva dare per acquisita semplicemente rifacendosi al Partito Comunista d’Italia del 1921 e al suo Statuto. La storia era andata avanti, disgraziatamente non ins enso rivoluzionario ma controrivoluzionario, e di tutto questo bisognava fare un profondo bilancio storico e politico, senza il quale la stessa attività di partito veniva prima o poi compromessa. La scissione del 1952, di cui tratteremo nella sezione successiva (1945-1952), dimostra che al partito era necessaria un’ulteriore fase di approfondimento teorico e di bilancio di fronte alla quale una parte non indifferente di forze che allora formavano il partito negarono il proprio contributo immaginando di avere in mano tutte le carte per giocare un ruolo rivoluzionario positivo derivante dall’errata valutazione della situazione: credevano che il secondo dopoguerra fosse una ripetizione del primo, con un proletariato pronto alla lotta rivoluzionaria a cui mancava soltanto la guida, lo stato maggiore, il partito! I fatti stessi dimostrarono che, invece, la valutazione fatta fatta dal gruppo di compagni che lavorava a stretto contatto di Bordiga era quella giusta; come già in altri svolti della storia, col volontarismo e l’espedientismo non si rafforza ma si uccide il partito.

Di Amadeo Bordiga, negli anni 1927-1929, vi sono soltanto alcuni interventi e scritti: a) il primo riguarda il processo cui era stato sottoposto insieme ad altri compagni dall’ottobre al dicembre 1927, i cui interventi mostrano la grande sagacia con cui Amadeo Bordiga si difende dalle accuse di complotto contro lo Stato e costituiscono un insegnamento di come i comunisti si devono comportare nei processi borghesi; b) il secondo, del 1928, riguarda uno studio filosofico, sulla base dell’Antidühring di Engels, utile a sua volta per introdurre al materialismo dialettico e storico i giovani compagni comunisti; c) il terzo, del 1929, riguarda il tema dell’economia marxista, sulla base del Primo Libro del Capitale, di cui Amadeo Bordiga tenne un Corso per i detenuti al confino di Ponza. Quel che è stato chiamato il “silenzio” di Bordiga tra il 1928 e il 1945, non era altro che il periodo in cui – come sosteneva con certezza fin dalla sconfitta del 1926 –, una volta che fu distrutto il partito comunista rivoluzionario, a livello internazionale come nei diversi paesi, organizzato su basi marxiste solide e organiche, “non c’era nulla di utile da fare” se non attendere che il corso degli eventi storici ripresentassero una situazione mondiale in cui iniziassero a maturare i fattori favorevoli alla ripresa della lotta operaia tendenzialmente classista e in cui i comunisti rivoluzionari legati alla sana tradizione internazionalista e marxista potessero riprendere un’attività teorico-politica e organizzativa indirizzata alla restaurazione della dottrina marxista e alla ricostituzione della compagine fisica di un’organizzazione di partito. Nel frattempo, per i comunisti rivoluzionari si trattava di resistere nelle proprie convinzioni, senza gettare la spugna, resistere nella certezza che i fatti materiali della società capitalistica avrebbero rimesso in modo quei fattori oggettivamente favorevoli ad un lavoro collettivo positivo, ricollegandosi alla dottrina marxista prima ancora che alle battaglie di classe della Sinistra comunista d’Italia.

1945 – 1952

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1952  – 1982

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1983  – ...

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I giornali e le riviste citati:

 

-La Soffitta, organo settimanale della frazione dei socialisti intransigenti campani, 1 maggio 1911-

-La Propaganda, settimanale dei sindacalisti socialisti napoletani

-L’Avanguardia,

-Avanti!,

-Scintilla,

-La Voce, quindicinale socialista di Castellammare di Stabia,

-Il Lavoro, quindicinale socialista di Portici, diretto da A. Bordiga

-Il Socialista, organo della sezione napoletana del PSI, diretto da Bordiga,

-Il Comunista, organo della Frazione Comunista Astensionista del PSI; uscirono 9 numeri tra l’ottobre 1920 e il gennaio 1921, prima del Congresso di Livorno del 21 gennaio 1921.

-Il Comunista, Roma, organo del Partito comunista d’Italia, sezione dell’Internazionale Comunista

-L’Ordine Nuovo, di Torino

-Il Lavoratore, di Trieste

-Bandiera Rossa, di Savona

-L’azione comunista, di Firenze

-La Lotta di Classe, di Forlì

-Il Soviet, di Napoli

-La battaglia comunista, di Massa

-L’Adda, di Sondrio

-L’Eco dei Soviet, di Venezia

-L’Eco dei Comunisti, di Cremona

-Bandiera Rossa, di Ancona

-Falce e martello, di Torino

-Il Bolscevico, di Novara

-La Comune, di Como

-Il Proletario comunista, di Mantova

-La Giovine Umbria, di Spolet

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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