Back

Prises de position - Prese di posizione - Toma de posición - Statements                


 

Contro la "Riforma" delle pensioni e contro tutti gli attacchi capitalistici, la lotta di classe proletaria!

 

 

Il governo ha atteso fino all'11 dicembre per dettagliare in modo più preciso il suo attacco alle pensioni ; s’è preso tempo per apprezzare la forza del movimento di lotta in corso. Dopo aver già «reso omaggio», il 5 dicembre alle organizzazioni sindacali per aver «inquadrato» le manifestazioni, il Primo Ministro ha ritenuto di non avere nulla da temere da una lotta così ben controllata: se ha fatto qualche concessione (in particolare sulla data di entrata in vigore della sua controriforma), è per confermare la sua determinazione ad applicarla; ha deciso, infine, di aumentare l'età pensionabile abbassando l’«età chiave » a 64 anni: questa era la richiesta del padronato riaffermata pubblicamente dal MEDEF (1). In risposta, il CFDT ha convocato un giorno d’azione per il 17 dicembre. Da parte loro, i sindacati di maggioranza della SNCF e del RATP hanno dichiarato un inasprimento dello sciopero preparandosi a farlo «durare più a lungo» (UNSA) (2): in effetti, è riconoscere che, per come è stato portato avanti finora, il movimento è stato inefficace.

Ma il loro preteso «inasprimento» non arriva fino a prevedere la completa cessazione dell'attività come nel 1995 per mezzo di efficaci picchetti di sciopero e l'occupazione delle stazioni! Per quanto riguarda «far durare il movimento più a lungo nel tempo», se nulla cambia nei metodi e nei mezzi di lotta, ciò può solo portare all'esaurimento dei lavoratori. Per quanto riguarda la CFDT, essa continua a sostenere il principio di riforma (come ha fatto nel 1995 la sua segretaria generale di allora, Nicole Notat, rispetto al «piano Juppe»). Alla fine, i sindacati degli insegnanti si sono affrettati ad andare a discutere con il ministro i termini della riforma!

Anche quando chiamano alla lotta, le direzioni sindacali fanno tutto il possibile per mantenerla nei limiti più stretti al fine di evitare il più possibile che possa danneggiare l'economia capitalista e l'ordine borghese.

Questo atteggiamento non deve sorprendere: completamente integrato nelle maglie della rete di collaborazione di classe istituita dallo Stato per decenni, gli apparati sindacali non sono solo incapaci di condurre una lotta di classe contro i capitalisti e il loro Stato, ma si oppongono ad essa. Per loro, una lotta può essere immaginata, se necessario, solo come strumento di pressione nel quadro del «dialogo» tra le «parti sociali», la cui costante preoccupazione è quella di evitare che la lotta comprometta la collaborazione con i nemici classe dei proletari che sono i capitalisti e il loro Stato.

È quindi impossibile contare sulle direzioni sindacali per affrontare la determinazione del governo, come dimostrano le sconfitte di tutte le lotte che hanno condotto. Tuttavia, la determinazione del governo non è priva di difetti e non è invulnerabile: il governo teme che, come i giubbotti gialli un anno fa, i lavoratori mobilitati si stiano allontanando dalle innocue pratiche legalistiche e pacifiste praticate da sempre dagli apparati sindacali ufficiali.

La via di una lotta vittoriosa esige una rottura con la pratica del collaborazionismo di classe e un ritorno alla lotta di classe, ai suoi metodi, ai suoi mezzi e ai suoi obiettivi. In diverse situazioni si sono costituiti dei comitati di sciopero eletti dagli stessi scioperanti, dei coordinamenti interaziendali e interprofessionali sono già comparsi in vari luoghi e si sono formati dei picchetti di sciopero efficaci. È generalizzando queste iniziative, coordinandole, organizzando delegazioni per estendere la lotta ad altre amministrazioni statali e alle imprese private, ecc., organizzando la difesa esclusiva dei loro interessi di classe che il i proletari in lotta saranno in grado di superare le divisioni categoriali e il sabotaggio del collaborazionismo politico e sindacale.

 

Ritiro della «riforma» delle pensioni!

Salario pieno ai disoccupati e pensionati!

Rivalutazione immediata dei salari e di tutti i minimi sociali!

Regolarizzazione dei lavoratori privi di documenti e migranti!

Solidarietà con le vittime della repressione della polizia!

Contro tutti gli attacchi borghesi, si ritorni all'organizzazione e alla lotta di classe anticapitalista!
 


 

(1) Dichiarazione del presidente di MEDEF (Confederazione degli imprenditori francesi) del 19/11, che spiega la necessità di una «riforma equilibrata prima della riforma dell'equità» (per i padroni la giustizia sociale arriva sempre per ultima!). Ed ha aggiunto che nel settore privato «il clima sociale è eccellente» e che «il conflitto è stato al minimo da 50 anni»! Ai proletari fargli ingoiare le sue dichiarazioni impudenti!

(2) La CFDT è equiparabile al sindacato italiano CISL; la SNCF è la rete ferroviaria francese; la RATP è la rete dei trasporti pubblici di Parigi ; la UNSA, altro sindacato collaborazionista influente nel settore trasporti ; è anche presente nelle forze di polizia (UNSA-Sgp Police Fo).

 

(aggiornata il 17.12.2019)

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

15 dicembre 2019

www.pcint.org

 

Top

Ritorno indice

Ritorno archivi