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Francia.

Social networks: le campagne di disinformazione dell'esercito in Africa, strumenti dell'intervento imperialista francese

 

 

Come riportato da tutti i media, il governo francese, per mesi, ha condotto campagne contro le “fake news”, false informazioni trovate su Internet, denunciando interferenze e manipolazioni, reali o meno, messe in atto da potenze straniere per l’intermediario dei “social network”, e accusa le grandi piattaforme e gli internet provider di lasciarlo accadere. Sono state elaborate disposizioni di legge per obbligare, tra l’altro, queste piattaforme a ritirare “tempestivamente contenuti manifestamente illegali”: si tratta della cosiddetta legge “Avia” (dal nome della deputata de La Republique En Marche, il partito di Macron, che aveva presentato il disegno di legge) contro i “contenuti odiosi” (sic!) su Internet, adottata il 13/5/2020. Ma questa legge è stata parzialmente censurata a giugno dal Consiglio costituzionale, che ha rigettato l’obbligo richiesto alle piattaforme.

Per aggirare questa decisione, il governo sta lavorando affinché una legge simile venga emanata a livello europeo, che costringerebbe Facebook, Twitter e altri a rimuovere, entro 24 ore, “non solo i contenuti illegali, ma anche altri tipi di contenuti come quei contenuti pregiudizievoli non illeciti [...] ad esempio [...] i contenuti di disinformazione” (1)...

Ma tale è preso chi ha creduto di prendere!

Il 15 dicembre Facebook ha annunciato, senza dubbio con malizioso piacere, di aver scoperto e cancellato reti fraudolente costituite da falsi account Facebook e Instagram in Africa, la cui origine è stata in grado di identificare, sebbene si presentassero come opera di abitanti locali: l'esercito francese (2).

Questo aveva creato “84 falsi account Facebook, 6 pagine, 9 gruppi e 14 falsi account Instagram”.

La loro attività si è concentrata sulla Repubblica Centrafricana e sul Mali, ma ha toccato anche Niger, Burkina Faso, Algeria, Costa d'Avorio e Ciad. Secondo la dichiarazione di Facebook, le loro pubblicazioni, in francese e arabo, si sono concentrate principalmente sull’attualità, in particolare sulla politica della Francia nell’Africa francofona, sulla situazione in vari paesi africani, sulle elezioni nella Repubblica centrafricana e critiche sulla presenza russa in questo paese, vari commenti a sostegno dell’esercito francese ecc. Sono relativamente tanti quelli che hanno abboccato: infatti circa 5000 account avevano iniziato a “seguire” (followers) l’una o l’altra di queste Pagine, quasi 1600 account avevano aderito a uno di questi Gruppi e 200 persone hanno seguito almeno uno degli account Instagram; cifre non trascurabili per i paesi in cui l’accesso a Internet non è molto diffuso.  

Né la deputata Avia né alcun altro responsabile politico della maggioranza si sono fatti avanti per condannare questa campagna di fake news; i politici di tutte le parti, compresa l'opposizione, e i media che si erano altamente indignati per i rischi posti alla democrazia in Francia dalle manipolazioni nei social network, sono rimasti in silenzio: dimostrazione, se ce n’era bisogno, della loro ipocrisia; sostengono le manipolazioni quando sono al servizio dell’imperialismo francese e condannano soltanto l’“odio” contro il governo e contro gli interessi capitalisti.

Nello stesso comunicato, Facebook annuncia di aver anche scoperto e cancellato una rete fraudolenta simile, ma opposta, che operava principalmente nella Repubblica Centrafricana ma anche in altri paesi dell'Africa sud-sahariana (Camerun, Madagascar, Sud Africa ecc.), costituita da 63 account Facebook falsi, 29 Pagine, 7 Gruppi e 1 account Instagram. Questa rete si è concentrata sulle elezioni del 27 dicembre nella Repubblica Centrafricana (sostenendo l’attualel governo); anche la critica alla politica francese e il sostegno alla politica russa erano temi preferiti. Sebbene questa rete abbia cercato di mimetizzarsi utilizzando persone residenti nella Repubblica Centrafricana e in Sud Africa, e cercando di coinvolgere giornalisti centrafricani, Facebook afferma di aver attribuito la sua origine al finanziere del gruppo mercenario russo Wagner, presente nella Repubblica Centrafricana.

La propaganda sui social network (come attraverso altri media tradizionali), non è che la continuazione dell’intervento imperialista con altri mezzi: la Russia, la Francia ma anche gli Stati Uniti e altri vi ricorrono. La Francia, che mantiene ufficialmente 300 soldati nella Repubblica Centrafricana (a fianco degli 11.000 “caschi blu”), vuole evitare di rimanere sprofondata nel pantano centrafricano, che essa stessa ha creato attraverso i decenni della sua presenza militare e del suo intervento in questo piccolo paese. Ma non intende abbandonare i propri interessi economici e soprattutto geopolitici in una regione ritenuta strategica.

Questo è il motivo per cui, sebbene sia in contrasto con l’attuale presidente perché ha chiamato in aiuto mercenari russi, ha mostrato in modo spettacolare il suo sostegno facendo effettuare il 23 dicembre dei voli intimidatori dai caccia sopra le aree controllate dalle forze armate ribelli; il messaggio era chiaro: l’imperialismo francese “votava” per Touadera (come l’imperialismo russo!) ed era pronto a far parlare le armi per assicurarsi la sua rielezione...

I servizi di disinformazione dell’esercito francese si sono fatti prendere con le mani nel sacco in Africa, ma tutto fa pensare che azioni simili si stiano svolgendo altrove, anche nella stessa Francia: sono strumenti della politica borghese e imperialista.

La denuncia di queste campagne deve evitare l’impasse di una vana e falsa difesa della “democrazia” che serve sempre e solo a camuffare i più sordidi interessi capitalistici: deve essere parte della prospettiva della lotta internazionalista proletaria contro l’imperialismo.

 

No alle campagne di disinformazione dell'esercito, no agli interventi imperialisti francesi, in Africa e altrove!

 


 

(1) Cfr. “La quadrature du net”, 22/9/20.

(2) https:// about. fb.com/ news/ 2020/12/ removing-coordinated-inauthentic-behavior-france-russia/. Facebook pubblica alcuni esempi di messaggi postati dagli agenti segreti francesi. Nello stesso comunicato stampa, annuncia anche di aver scoperto una rete russa più ampia in Libia, Siria e Sudan.

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

31 dicembre 2020

www.pcint.org

 

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