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Prises de position - Prese di posizione - Toma de posición - Statements                


 

La repressione borghese si abbatte sui militanti del sindacalismo di base, con le accuse più assurde, nel quadro della criminalizzazione delle lotte operaie fuori dal controllo del collaborazionismo tricolore.

Oggi hanno preso di mira le lotte dei lavoratori della logistica, come ieri i disoccupati, e per reprimere domani qualsiasi altro movimento di lotta

 

 

All’alba di venerdì scorso, 22 luglio, quattro sindacalisti del Si Cobas e due dell’USB sono stati arrestati e messi agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio negli scioperi della logistica tra il 2014 e il 2021.  

Secondo la procura di Piacenza «tali scioperi sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti 'estorsivi', al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale». (Ansa)

Secondo il GIP sarebbe stato infatti accertato che «in molte situazioni l’agitazione sindacale e l'esercizio del diritto di sciopero sono serviti solo in parte a difendere i diritti dei lavoratori, ma soprattutto a consolidare posizioni di forza, financo con il perseguimento di scopi di lucro». E ancora: «Ogni reato commesso, ogni blocco di persone e merci, ogni interruzione di pubblico servizio o boicottaggio, ogni conflitto fisico con le forze di polizia è stato pianificato cercato e voluto dagli indagati che hanno agito sempre nella convinzione di poter lucrare posizioni di privilegio, quasi una sorta di immunità dietro l'esercizio del diritto di sciopero».

«Nella concretizzazione di simile disegno delinquenziale – prosegue il GIP -  i lavoratori sono stati un mero strumento, utilizzati come pedine da spostare da un canto all'altro per conferire maggiore enfasi a ciascuna iniziativa (dai bonifici il Si Cobas avrebbe speso più di 200mila euro in un anno per l’affitto di autobus)». Per raggiungere i loro scopi gli indagati avrebbero costituito gruppi criminali in grado di organizzare e far convergere lavoratori, ma anche soggetti totalmente estranei al contesto lavorativo di volta in volta interessato, per commettere numerosi reati come quelli in contestazione «legittimandoli» con la lotta sindacale, «ammantandoli della retorica della lotta dei più deboli contro i più forti». Continuando a vagheggiare e calunniare la procura asserisce che «In diversi casi si è documentato come la rivendicazione sindacale costituisse un mero pretesto dietro il quale nascondere gli attacchi deliberatamente rivolti alla sigla avversa per conquistare iscritti. In tutti i casi si è visto come nessuna delle due sigle abbia mai lottato al solo scopo di ottenere un miglioramento delle condizioni di tutti i lavoratori, ma piuttosto abbia agito come gruppo di pressione - vera e propria lobby - interessata a garantire migliori condizioni per i propri accoliti, soprattutto nella gestione dei cambi appalto. In proposito, le risultanze delle intercettazioni, confermate dalle acquisizioni documentali, hanno posto in rilievo come le variazioni concordate con la parte datoriale nei rapporti di appalto abbiano permesso alle organizzazioni sindacali di ottenere il pagamento di somme destinate ai lavoratori, ma in parte trattenute grazie a meccanismi come quello della "cassa di resistenza"».

E’ chiaro che questo ennesimo attacco a organizzazioni di base slegate dal sindacalismo tricolore sia un ulteriore tassello alla criminalizzazione delle lotte e ai suoi contenuti di classe che il movimento della logistica ha finora espresso ed esprime in questo momento. Definire come «estorsione» quella che sarebbe una normale contrattazione chiarisce bene il teorema della procura emiliana che sposta  il conflitto in un quadro ben definito di prevenzione della ripresa della lotta di classe dove la repressione e la criminalizzazione giocano un ruolo compensativo alla perdita di consensi della politica collaborazionista di CGIL, CISL e UIL.

Gli arresti ai danni dei  sindacalisti SiCobas e USB è un monito per tutto il proletariato. Chi lotta fuori dagli ambiti istituzionali è ritenuto un delinquente. Le multinazionali responsabili della morte dei due sindacalisti Si Cobas investiti e ammazzati da un’auto durante una manifestazione qualche anno fa e i responsabili dei due studenti  morti durante l’alternanza scuola-lavoro non vengono nemmeno processati. Il livore classista della borghesia stringe i tempi sapendo che, con l’acuirsi delle contraddizioni, il conflitto sociale si estenderà, e quindi gioca d’anticipo.

Ma la risposta dei sindacati Cobas non si è fatta attendere e sabato 23 luglio una massiccia manifestazione nazionale unitaria è stata organizzata a Piacenza da parte del sindacalismo di base. Ad essa hanno aderito  vaste delegazioni da tutta Italia come i movimenti degli studenti, Movimento NoTav, Movimento di lotta/Disoccupati “7 Novembre” di Napoli e il Collettivo di fabbrica/Lavoratori Gkn Firenze.

I Si Cobas durante la manifestazione hanno  ribadito che gli arresti dei loro compagni è la punta di iceberg di una strategia tesa a colpire al cuore le lotte operaie soprattutto nella logistica dove i termini di caporalato e salari da fame sono stati messi fortemente in discussione.

«Questo attacco - si legge su un loro documento - è finalizzato a prevenire lo sviluppo di un movimento più generale contro la guerra, il carovita e le misure lacrime e sangue che i prossimi governi, a prescindere dal colore politico della coalizione che uscirà vincente dalle prossime elezioni, saranno costretti ad adottare in ossequio ai diktat dei padroni e del grande capitale industriale e finanziario in piena continuità con l'operato di Draghi».

La manifestazione è stata preliminarmente finalizzata alla liberazione immediata dei compagni arrestati, ma si poneva nella prospettiva della costruzione di una mobilitazione di un forte movimento che sia all’altezza  di affrontare la grave situazione per le masse lavoratrici prospettata per l’autunno prossimo.

La prossima mobilitazione coinciderà con l’udienza del riesame che si terrà a Bologna invitando i movimenti ad una pronta mobilitazione.

 

Esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni arrestati!

Alla luce delle lotte che si terranno in futuro noi lavoriamo nella prospettiva di un grande coordinamento di tutte le realtà del sindacalismo di base, dei movimenti conflittuali e dei disoccupati dove un'unica piattaforma di lotta possa racchiudere le diverse vertenze che terranno conto solo ed esclusivamente degli interessi dei proletari, fuori dalla politica concertativa di CGIL, CISL e UIL.

Contro la repressione e la criminalizzazione dei movimenti di lotta!

Avanti verso la ripresa della lotta di classe!

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

24 luglio 2022

www.pcint.org

 

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