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Napoli

A fianco della lotta pluriennale dei disoccupati!

 

 

Il continuo rinvio degli incontri tra i disoccupati napoletani e le istituzioni locali  circa il piano di formazione e inserimento al lavoro  strappati dopo un lungo iter fatto essenzialmente di lotte  cui non è mancata una dura  repressione da parte delle istituzioni locali, ha trascinato fino all’esasperazione le migliaia di senzalavoro, organizzati intorno nelle sigle “Movimento disoccupati organizzati 7 novembre” e “Cantiere 167 scampia”. Esasperazione che ha portato ad una recrudescenza delle manifestazioni di protesta via via sempre più decise.

Le continue “soluzioni” da parte del comune di Napoli si sono mostrate nel tempo vuote di contenuto rivestendo invece un carattere demagogico, contribuendo ad aumentare la tensione sociale e, quindi, la reazione dei disoccupati manifestata con ulteriori proteste di piazza contro cui la polizia è intevenuta con cariche, pestaggi e arresti.

Ma il movimento dei disoccupati non demorde e sta rispondendo colpo dopo colpo al raggiramento opportunista dell’assessorato locale.

La mancata promessa di un incontro interistituzionale accompagnata da una carica dei celerini ha spinto i disoccupati a reagire in modo più deciso con manifestazioni per il centro cittadino fino all’occupazione del tetto di palazzo reale a Piazza del Plebiscito, costringendo i media a parlarne, anche se in modo alquanto vago, come se si trattasse solo di un episodio di ordine pubblico e talvolta senza menzionare nemmeno le organizzazioni dei disoccupati.

I disoccupati hanno lanciato un comunicato dal titolo  “CONTRO IL TAGLIO AL REDDITO: LAVORO UTILE O SALARIO GARANTITO!”, in cui si incitava alla lotta senza tregua e si invitavano  “tutte le altre realtà operaie, sociali, politiche cittadine a partecipare alle iniziative e rafforzare l'unità delle lotte”.

Solidarietà veniva espressa da altre realtà da tutta Italia in quanto la lotta e le rivendicazioni di questo movimento vanno oltre la propria vertenza, inserendola in un piano politico più complessivo di messa in discussione dell'intero sistema economico e sociale che crea disoccupazione, precarietà lavorativa, marginalità sociale.

Ad un’ennesima falsa promessa del sindaco di Napoli alcuni disoccupati venivano vigliaccamente  “sequestrati” nell’androne del Comune, mentre altri compagni bloccavano una linea della metropolitana. Ma i disoccupati non si sono fermati, proclamando in un loro volantino:

 

LA LOTTA NOSTRA NON SI FERMA!.

“La nostra lotta non nasce oggi contro questo Governo, ma è frutto di 9 anni in cui i proletari di questa città si sono mobilitati contro i costi sociali della crisi economica, sanitaria, bellica frutto di un sistema capitalistico che scarica su di noi le sue conseguenze in termini economici e sociali.

“Rivendichiamo da sempre un salario per campare sottoforma di salario garantito o di un lavoro socialmente necessario unendolo quindi ai bisogni sociali della stragrande maggioranza dei lavoratori e degli strati popolari.

“Abbiamo visto cambiare Governi, Regioni, Comuni, Prefetti, ma la realtà è che solo la nostra forza e la nostra organizzazione ci ha portati in avanti anche sul terreno vertenziale.

“Oggi per pagare la guerra e le spese militari, con una propaganda ideologica, politica e materiale, tagliano la già limitata misura del Reddito.

“Rispetto la nostra vertenza stiamo davvero dando tutti i giorni battaglia per far rispettare gli impegni assunti ed iniziare con i disoccupati e le disoccupate di lunga durata appartenenti alle platee storiche la formazione in prospettiva dell'inserimento lavorativo.

“Ma non ci siamo mai sottratti ad un compito che lega la nostra vertenza a tutto quello che è il contesto generale.

“Urge la ripresa di un movimento generalizzato per forti aumenti salariali, per un piano straordinario per il lavoro ai disoccupati/e, per la garanzia di un salario, per la riduzione generalizzata dell'orario di lavoro a parità di salario, per lavorare tutti e lavorare meno”.

 

Ancora manifestazioni, quindi, e questa volta il corteo parte da Piazza Municipio per recarsi in prefettura. Corteo molto partecipato e animato. I disoccupati vedono allontanarsi ancora una volta i loro obbiettivi. Le istituzioni si sono rimangiate tutto e rispondono con una brutale carica, producendo feriti ed arresti, ai danni dei manifestanti quando questi si indirizzano, dopo averlo comunicato alla polizia, verso il Comune.

La contro risposta dei disoccupati non si è fatta attendere; il direttivo ha organizzato all’indomani un’assemblea pubblica e una conferenza stampa fuori la sede consiliare del Comune sita in via Verdi. All’assemblea sono intervenuti disoccupati, lavoratori e compagni. Alcuni manifestanti si sono presentati con delle gigantografie dei disoccupati picchiati dove erano evidenti le ecchimosi sui volti e sulle braccia  causate dalle manganellate.

Dopo l’assemblea il direttivo ha prodotto questo comunicato che facciamo nostro:

 

PIÙ CI ATTACCATE PIÙ CI RAFFORZIAMO.

“La conferenza stampa di questa mattina si è trasformata in una grande assemblea pubblica di piazza in cui sono intervenuti tantissimi disoccupati/e, lavoratori e lavoratrici, compagni/e.

Dal movimento dei disoccupati organizzati di Napoli un messaggio chiaro che va ben oltre la vertenza per il salario ed il lavoro.

“Un chiaro messaggio alle istituzioni responsabili di quanto sta avvenendo: gli impegni assunti vanno mantenuti senza se e senza ma, subito formazione ed inserimento al lavoro. Dall'inizio della prossima settimana si rilancia la mobilitazione e tutti sono chiamati ad esprimere fisicamente e materialmente la propria solidarietà. Il Comune di Napoli, la Prefettura di Napoli e gli altri enti si assumano le loro responsabilità.

“Ma non solo i passaggi della vertenza: uno sguardo generale ed ampio soprattutto degli interventi dei disoccupati e delegati che evidenzia una grande consapevolezza raggiunta da chi sta scendendo in piazza.

Inflazione, inquinamento, pensioni, guerra esterna e guerra interna, sfruttamento, repressione, salari da fame, città vetrina e turistificazione, periferie e marginalità sociale, questione di genere e internazionalismo rispetto a quanto sta avvenendo in Francia.

“Tanti elementi emersi dalle voci di chi lotta che dovrebbero far capire a molti che questa lotta è la lotta di tutte e tutti”.

 

Mentre scriviamo si moltiplicano - nel tentativo di scoraggiarne la lotta e il possibile coinvolgimento di altri proletari - le notifiche ai danni dei disoccupati sempre più criminalizzati perché osano contrapporsi politicamente alle istituzione. Noi ci uniamo alla lotta dei disoccupati di Napoli perché è la lotta di una parte del proletariato, ma che ne rappresenta in toto nelle rivendicazioni. Diamo piena solidarietà al movimento restando sempre al loro fianco.

 

Salario da lavoro o salario di disoccupazione!

 

26 marzo 2023

 

 

Partito Comunista Internazionale

Il comunista - le prolétaire - el proletario - proletarian - programme communiste - el programa comunista - Communist Program

www.pcint.org

 

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