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Prises de position - Prese di posizione - Toma de posición - Statements                


 

Francia

No alla mistificazione del “dialogo sociale”!

Sì alla lotta di classe proletaria!

 

 

In un’intervista Laurent Berger, il dirigente della CFDT, ha appena dichiarato che non bisogna «far credere ai salariati che è il susseguirsi dei giorni di mobilitazione a far indietreggiare il Presidente della Repubblica» (1) . Però è proprio quello che fa, con tutta l'Intersindacale, da 3 mesi!

Dopo aver preso atto del fallimento di questo orientamento, ha il coraggio di affermare che «la lotta non è finita» perché c’è la mobilitazione del Primo Maggio, la possibilità – molto eventuale – di un referendum (una prima richiesta è già stata invalidata dalla Consiglio costituzionale) e la possibilità di ricorrere al giudice amministrativo per impugnare i termini di applicazione della riforma... Insomma, fumo negli occhi! In precedenza, l’Intersindacale aveva fatto credere che il parlamento potesse sostituire la lotta e impedire la riforma; poi dopo la sua definitiva adozione in seguito alla bocciatura della mozione di censura, non ha trovato di meglio che «chiedere solennemente» a Macron di non promulgare la legge! Per questi veri pompieri sociali era «l’unico modo per calmare la rabbia», «una scelta di saggezza e di pacificazione». E si lamentavano del mancato rispetto della «democrazia sociale» (2)!

I fatti dimostrano che questa democrazia sociale è solo un’illusione, proprio come la democrazia politica: ciò che esiste sotto il capitalismo è la lotta fra le classi, più o meno aperta, più o meno «brutale», ma costantemente condotta dalla borghesia. I capitalisti, di cui un Macron è solo l’agente, cercano il mantenimento della pace sociale e politica, perché questa è la situazione migliore per il buon funzionamento della loro economia.

In periodi di prosperità e crescita economica essi pagano volentieri il prezzo sotto forma di riforme sociali e vari piccoli miglioramenti: queste sono solo briciole del profitto capitalista. Ma quando arrivano tempi difficili, quando le crisi economiche cominciano a colpire, queste concessioni diventano per loro intollerabili; allora suona l'ora del peggioramento delle condizioni proletarie di vita e di lavoro, dei tagli salariali e dell’aumento della disoccupazione, delle controriforme. Quando sono in gioco gli interessi dell’economia e delle imprese capitaliste, i borghesi e il loro Stato non esitano mai a raddoppiare i loro attacchi e a imporre questi interessi con la forza, anche a costo di farsi beffe delle forme democratiche e di urtare i loro così utili servitori sindacali. Se questi ultimi si indignano (Martinez ha criticato il governo per «aver marciato contro i sindacati»), ribadiscono subito di essere «attaccati al dialogo sociale di qualità» (3).

 

CONTRO IL DIALOGO SOCIALE, PER LA LOTTA DI CLASSE!

 

E’ impossibile difendere veramente i proletari se si privilegia il dialogo con gli avversari di classe che sono i padroni, il loro governo e il loro Stato, come dimostra ancora una volta il fallimento della mobilitazione in corso, dopo il fallimento delle mobilitazioni precedenti: aggrappati al dialogo sociale, cioè alla collaborazione di classe, gli apparati sindacali sono infatti legati da mille legami allo statu quo sociale, al mantenimento e alla difesa del sistema economico e sociale del capitalismo e dell’ordine politico borghese cosiddetto «democratico». Per questo motivo essi orientano le mobilitazioni in modo tale che avvengano nella «calma» in modo che interferiscano il meno possibile con il funzionamento del capitalismo; e, temendo una «radicalizzazione», non reagiscono alla repressione, fanno del loro meglio per evitare l’estensione degli scioperi e, in definitiva, per indebolire il movimento.

Una vera lotta, aperta e generale, che minacci realmente gli interessi capitalistici e non si lasci fermare da limiti legali e pacifici, è essenziale per sconfiggere gli attacchi e per strappare concessioni – prima di passare alla controffensiva; ma non si può contare per questo sugli apparati sindacali collaborazionisti, contrari per principio alla lotta di classe. I proletari, che si sono mobilitati a milioni, possiedono una forza potenzialmente immensa, capace di sconfiggere tutti gli attacchi, purché rompano con gli orientamenti della collaborazione di classe per intraprendere lo scontro classe contro classe!  

 

- Contro la "riforma" delle pensioni e contro ogni attacco borghese, lotta di classe in rottura con gli orientamenti delle organizzazioni sindacali e politiche collaborazioniste!

- Unione e solidarietà nella lotta di tutti i proletari, del pubblico e del privato, occupati e disoccupati, in attività e pensionati, uomini e donne, giovani e vecchi, francesi e immigrati!

- Riduzione dell'orario di lavoro e dell'età pensionabile!

- Aumento generale dei salari, dei sussidi di disoccupazione, delle pensioni e di tutti i minimi sociali!

- Contro ogni discriminazione, uguale salario per uguale lavoro!

- Regolarizzazione dei lavoratori irregolari!

- Contro la repressione poliziesca e le intimidazioni giudiziarie!

- Per la lotta rivoluzionaria contro il capitalismo, contro i suoi preparativi di guerra e il suo dominio imperialista, in unione con i proletari di tutto il mondo!

 


 

(1) Cfr. Le Monde, 20/04/23.

(2) Comunicato stampa dell'Intersindacale del 14/4.

(3) Ibidem.

 

23 aprile 2023

 

 

Partito Comunista Internazionale

Il comunista - le prolétaire - el proletario - proletarian - programme communiste - el programa comunista - Communist Program

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