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Francia
Un nuovo governo antioperaio e militarista
AUSTERITÀ ANNUNCIATA
Dopo un periodo interminabile di discussioni e trattative, fu finalmente nominato un nuovo primo ministro e formato un nuovo governo; secondo Barnier sarà un governo di « cambiamento e rottura ». Come tutti hanno notato, è il governo più di destra degli ultimi anni; formato attorno ai membri del partito Les Républicains, comprendeva tra gli altri un Retailleau che si era distinto per inasprire l’ultima legge sull’immigrazione al punto da farla votare dai deputati della RN: le sue prime dichiarazioni sul « ristabilimento dell’ordine » sono state accolte dall’estrema destra; ma Barnier aveva già detto che i confini erano diventati « setacci »… Nel suo discorso di politica generale il primo ministro ha annunciato il colore: di fronte all’aumento del deficit pubblico che, secondo il ministro del Bilancio, dovrebbe raggiungere il 6% del Pil a fine anno (mentre le regole europee prevedono che « non dovrebbe superare il 3%), è necessaria una cura di austerità per ripristinare l’equilibrio finanziario ». Dobbiamo ridurre le spese e aumentare le entrate statali. Poiché non si tratta di ridurre alcuni bilanci, come quello della difesa (essenziale per l’imperialismo francese nell’attuale situazione internazionale), sarà necessario tagliare la spesa sociale; poiché non si tratta di invertire la politica seguita da tutti i governi di riduzione delle tasse sulle imprese (necessaria per mantenere e migliorare il tasso di profitto), ci accontenteremo di un « prelievo eccezionale » e limitato, sulle grandi aziende e sui grandi patrimoni – come raccomandato dalla Banca di Francia. In termini di cambiamento e rottura, ciò che domina è la continuità con i governi precedenti: continuità con un orientamento sempre più di destra, sempre più antioperaio e repressivo.
CONTINUITÀ NEL SOSTEGNO AI CRIMINI ISRAELIANI
In termini di politica estera, il nuovo governo lascia a Macron, cioè agli ambienti borghesi più influenti all’interno e all’interno dell’apparato statale, piena libertà di perseguire la politica più coerente con i loro interessi imperialisti: è ciò che chiamiamo il « dominio riservato » che deve sfuggire alla commedia democratica parlamentare. Il sostegno a Israele è continuato ininterrotto nonostante i suoi attacchi al Libano e la promessa di Macron al « popolo libanese » di garantire che il Paese non venisse colpito. Le forze francesi hanno partecipato apertamente alla difesa di Israele contro l’Iran, formalizzando così l’esistenza di un’alleanza militare di fatto contro quest’ultimo paese. Joe Biden ha dichiarato il 10/2, dopo essersi consultato con i leader del G7 (i 7 maggiori paesi « occidentali »): « siamo tutti d’accordo sul fatto che gli israeliani hanno il diritto di ritorsione ». Una « fonte diplomatica » francese, citata in forma anonima da Le Monde, ammette che « circola l’idea che, forse, gli israeliani ci stanno portando verso un momento storico, che è l’inizio della fine per il regime iraniano. […] Fondamentalmente conviene alla Francia che Israele colpisca Hezbollah » (1). Ciò basta a caratterizzare le dichiarazioni per la sospensione dell’invio di armi destinate alla guerra a Gaza e per il cessate il fuoco: decorazioni di facciata che servono a mascherare gli appetiti imperialisti francesi nella regione e sostegno incrollabile all’aggressore israeliano: le vittime delle guerre non contano nulla.
IL NUOVO FRONTE POPOLARE: GESTICOLAZIONI PARLAMENTARI E CRETINISMO DEMOCRATICO A SOSTEGNO DELL’ORDINE BORGHESE
I partiti dell’NFP hanno denunciato la nomina di un primo ministro appartenente ad un partito che ha ottenuto poco più del 5% dei voti come una negazione della democrazia. France Insoumise ha avviato un ridicolo processo parlamentare per mettere sotto accusa Macron e l’NFP ha presentato una mozione di censura contro il governo. Sanno che queste iniziative non hanno alcuna possibilità di successo, ma dobbiamo far credere agli elettori, e ai proletari in generale, che il Parlamento offre possibilità di azione e che le elezioni non sono una bufala: se non è durante le passate elezioni legislative, lo sarà durante le prossime elezioni presidenziali che sarà possibile cambiare finalmente le cose e porre fine agli attacchi borghesi. Le loro grottesche gesticolazioni parlamentari hanno la funzione di mantenere la credibilità del percorso elettorale per ottenere soddisfazione su richieste come l’abrogazione della riforma delle pensioni, l’aumento dei salari, ecc. – mentre le lotte sindacali sono fallite. Svolgono così un ruolo insostituibile nel mantenimento dell’ordine borghese deviando i proletari dall’unica strada non illusoria: quella della vera lotta di classe. La formazione espressa del « Nuovo Fronte Popolare » e la sua campagna contro il RN hanno mostrato la persistenza e l’efficacia delle illusioni elettorali: un tasso di astensione in aumento mentre diminuiva regolarmente ad ogni elezione, dimostrando che oltre agli elettori, soprattutto i proletari, si rivolgono lontano dal circo elettorale e un voto massiccio per i candidati di destra come parte del « fronte repubblicano ». Questo sostegno elettorale del NFP (comprese le organizzazioni di « estrema sinistra » come l’NPA di Besancenot o il POI che ha integrato questo fronte) ai partiti macroniani e di destra (che rende assurde le loro lamentele sul nuovo governo) è la traduzione di questo livello del loro sostegno in generale all’ordine borghese contro i proletari. Lo stesso vale per le organizzazioni sindacali collaborazioniste che, dopo aver sostenuto il PFN, hanno ripreso come se nulla fosse successo il percorso di consultazione con il nuovo governo: la giornata di mobilitazione organizzata il 1° ottobre dall’Intersyndicale non sarebbe andata bene, al di là delle rituali manifestazioni come valvole di sfogo che distraggono i lavoratori dalla lotta (questo è l’obiettivo auspicato). Gli attacchi e le misure antioperaie dettate dalle difficoltà del capitalismo francese e dalla minacciosa crisi economica provocheranno inevitabilmente reazioni proletarie. I borghesi lo sanno, ed è per questo che si rivolgono a politiche autoritarie di destra; i lacchè riformisti lo percepiscono e per questo si preparano a svolgere ancora una volta il ruolo di pompieri sociali e a sfoggiare le loro alternative democratiche. I proletari d’avanguardia dovranno lavorare per distogliere i loro fratelli di classe da tutte le impasse, comprese quelle presentate dai cosiddetti rivoluzionari, per promuovere orientamenti di lotta autenticamente classisti e anticapitalisti. Non sarà facile né immediato, ma non c’è altra strada.
(1) cfr. Le Monde, 4/10/2024. L’imperialismo francese vorrebbe preservare i suoi interessi in Libano, ma senza disturbare Israele: da qui le sue iniziative diplomatiche e le sue dichiarazioni impotenti. 6 ottobre 2024
6 ottobre 2024 (aggiornamento del 31 ottobre 2024)
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