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Prises de position - Prese di posizione - Toma de posición - Statements                


 

Uno dei tanti episodi dell’odio di classe borghese verso quelli che vengono considerati dli “ultimi” della società.

Ulteriore tormentata vicenda dell’Aquarius, con 141 migranti salvati dal naufragio tra Malta e la Sicilia, alla quale è stato negato l’attracco in uno qualsiasi dei porti italiani.

 

 

Al largo delle coste libiche, la nave di SOS Méditerranée, Aquarius, protagonista di uno scorso salvataggio alla quale il governo italiano aveva già negato l’approdo nei porti del paese, venerdì 10 agosto ha salvato dal naufragio 141 migranti, tra cui 38 ragazzini, in un tratto di mare tra Malta e l’isola siciliana di Linosa, chiedendo poi di poter approdare ad un porto sicuro (ma non certo della Libia), a Malta piuttosto che in Italia. Nessuno, alla richiesta, ha risposto positivamente. Per 6 giorni è rimasta in alto mare ad attendere che la richiesta venisse accolta da qualche altro paese. Il governo italiano Conte-Salvini-Di Maio ha risposto nuovamente NO (“abbiamo già dato”, sono le parole, in sintesi, dello sceriffo Salvini), così come tutti gli altri governi rivieraschi “europei” di Spagna, Francia, Malta, Grecia. Mercoledì 15 agosto, dopo consultazioni interminabili a livello di governi e di Commissione europea, e per non fare l’ennesima figura di cinici aguzzini, i governi di Malta, Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e Spagna si mettono d’accordo perché la nave Aquarius, col suo carico di 141 migranti, possa approdare “eccezionalmente” in uno dei porti di Malta per consentire, poi, una successiva distribuzione dei migranti tra gli altri paesi citati (1). La potenza umanitaria di paesi civili, “modelli” per tutti i popoli e in cui regnano la libertà e il benessere, ha partorito una decisione che, secondo loro, dovrebbe essere considerata “generosa”: dare asilo a ben 141 persone salvate in mare durante la loro tormentatissima fuga dalla miseria, dalla fame, dalle persecuzioni e dalla guerra, sospettate però di essere uno dei tanti reparti di masse pronte ad “invadere” la pacifica e tranquilla Europa. La montagna ha partorito, per l’ennesima volta, il topolino!

Nulla di nuovo sotto il sole. Secondo un coordinatore delle operazioni dell’Aquarius, «continuando a premere l’acceleratore sui porti chiusi alle navi Ong, il ministro Salvini mette in pericolo centinaia di vite umane» (2). In realtà, di vite umane affogate nel Mediterraneo per il mancato soccorso in mare delle migliaia di migranti e profughi che dall’Africa e dal Medio Oriente, negli ultimi vent’anni, hanno cercato di raggiungere le coste dei paesi europei del Mediterraneo, tra la traversate del Sahara e del Mediterraneo se ne sono perse alcune decine di migliaia!

Non che gli ukase di Salvini e compagnia governativa sulla chiusura delle frontiere italiane – terrestri e marine – non siano uno degli ultimi atti di odio verso quelli che vengono considerati gli “ultimi” della società umana, ma i porti chiusi alle navi che soccorrono i migranti sono solo una piccola parte dell’azione di respingimento in atto da parte dei paesi europei. Hanno alzato muri, hanno costellato i confini nazionali di filo spinato e di barriere di cemento, hanno sparato e sparano contro chi si avvicina, hanno imprigionato e detenuto in condizioni disumane, e continuano a farlo, migliaia di migranti entrati clandestinamente, li hanno respinti e costretti a sopravvivere in condizioni bestiali, e li rimettono nelle mani degli aguzzini libici, o turchi o tunisini o egiziani. Che cos’è questo se non odio di classe, caratteristico delle classi dominanti borghesi dei paesi ricchi che si sentono infastidite nel dover interrompere, anche se solo parzialmente, di seguire i loro sporchi affari, e doversi occupare, invece, in qualche modo, di centinaia di migliaia, se non milioni, di esseri umani che la loro attività predatoria e di depredazione sistematica nei paesi colonizzati, prima con la forza militare e poi con la forza economica e finanziaria, li ha ridotti in condizioni economiche e sociali intollerabili da ogni punto di vista, e le cui cause sono da addebitarsi non solo al capitalismo come sistema economico e sociale, ma soprattutto alla spietata colonizzazione di ieri e alle sue conseguenze.

Questi milioni di esseri umani tentano di fuggire dai loro villaggi e dai loro paesi con qualsiasi mezzo pur di sopravvivere, ma per la grandissima parte i loro spostamenti non riguardano l’Europa, o l’America, ma i paesi vicini, in Africa come in Medio Oriente e come in Asia. Da proletari, da senza riserve, dopo aver perduto tutto e nel tentativo di non perdere la vita, queste masse di esseri umani in fuga inevitabilmente costituiscono un problema per ogni potere statale, per ogni classe borghese al potere, perché portano un disordine sociale non facilmente controllabile. Allora, da borghesi, le diverse autorità attuano ogni tipo di violenza nei loro confronti: da quella legale e prevista dalle loro leggi, a quella illegale, prevista anch’essa dalla legge borghese, la cruda legge del profitto, del business a tutti i costi, secondo la quale i diversi gruppi di sfruttatori si danno da fare per accaparrarsi una parte di un bottino a portata di mano: per sopravvivere in qualche modo, e nella speranza di raggiungere un luogo dove finalmente “vivere”, i migranti sono costretti nelle condizioni di subire qualsiasi ricatto, qualsiasi sopruso, qualsiasi violenza.

E’ così che alla violenza diretta che essi subiscono nel paesi da cui provengono, i migranti finiscono per subire un’ulteriore violenza, spesso indiretta, da parte dei governi dei paesi ricchi che, quando hanno bisogno e interesse a radunare masse anche importanti di braccia da sfruttare a poco prezzo, aprono loro le porte, ma quando non ne hanno bisogno, o non ne hanno più tanto bisogno, allora sventolano le leggi che condannano la clandestinità, il caporalato, il “supersfruttamento”, la “violenza”, la “riduzione in schiavitù”, l’omicidio, la mancanza d’igiene ecc. ecc. e passano a pulirsi la coscienza scacciando e respingendo i migranti.

Per l’Italia, visto che la gran parte dei migranti arrivano via mare dalla Libia, ricacciarli indietro vuol dire rimandarli in Libia, o semplicemente, come succede ultimamente, impedire alle navi delle ong o alle proprie navi militari che pattugliano il Mediterraneo, di soccorrere i migranti per impedire che naufraghino, lasciando alla guardia costiera libica il compito di “salvarli” e riportarli da dove sono partiti, in Libia. Solo che in Libia, come denunciano le stesse istituzioni borghesi (Onu, Amnesty International e le decine e decine di associazioni umanitarie esistenti), le condizioni di detenzione dei migranti sia nei centri ufficiali e controllati dal governo fantoccio di Tripoli sia nei centri controllati dalle diverse milizie, sono letteralmente disumane. Secondo uno dei tanti reportage che i media borghesi pubblicano, ecco un sintetico riassunto relativo ad uno dei centri di detenzione “ufficiali”: “Nel centro ufficiale di Garian ci sono circa 15 contenitori di lamiera e 1400 persone, di cui 250 minori, che sono in questi hangar 24 ore su 24, 7 giorni su 7. In ogni hangar ci sono circa 100 persone e spesso in questi contenitori è così tanta la gente stipata, che fa a turno per dormire perché non tutti riescono a sdraiarsi. Non c’è acqua, non c’è cibo a sufficienza”; e da un breve colloquio con un trafficante di esseri umani, ecco che cosa la reporter ne ha ricavato: “Ho avuto anche la possibilità di parlare con un trafficante che, in riferimento ai migranti, ha parlato di ‘stoccaggio merci’. In questi centri di detenzione i medici non possono entrare. Chi è malato è destinato a morire(3). 

Naturalmente, per tranquillizzare i colleghi europei, Salvini che, oltre ad essere vice-primo ministro insieme a Di Maio, ha voluto anche il ministero dell’Interno, al vertice di luglio dei ministri dell’Interno europei di Innsbruck, ha sottolineato che l’Italia non si limita a chiedere aiuto agli altri paesi europei per la ripartizione dei migranti che sbarcano sulle coste nazionali, in modo che non sia solo l’Italia a doversene occupare, ma ha concretamente aiutato la Libia: “i nostri uomini sono in Libia per aiutare nell'addestramento la guardia costiera libica anche con 12 motovedette donate. Si deve rispettare però l'impegno dei libici e che i loro porti sono sicuri [!!!]. Per questo, non possiamo parlare di respingimenti” (4). Dunque, per il governo italiano i porti libici sono “sicuri” e rifiutare l’approdo alle navi di soccorso non significa “respingere” i migranti, ma “riammetterli” nel paese da dove sono venuti… Non c’è proprio limite alle menzogne e al disprezzo della vita umana.

Sarebbe interessante sapere se verranno organizzate visite turistiche guidate, meglio se con guida governativa, presso il centro Garian di cui ha parlato la giornalista sopra citata, o presso uno dei tanti centri di detenzione libici monitorati dall’ONU o da Amnesty International…

 


 

(1) Ne dà notizia “la Stampa” del 14 agosto (http: // www. Lastampa .it/ 2018/08/14/esteri/raggiunto-laccordo-sullaquarius-potr-attraccare-in-sei-paesi-ue-gkKbjNY4PV gBFuCUU97 GYM/ pagina.html) riprendendola da “El Pais”.

(2) http: //www.lastampa.it/ 2018/08/14/ esteri/ il-coordinatore- dellaquarius-boom- di-morti-per-colpa- di-salvini- aumenteranno-ancora- se-non- ci-aiutano-  k4DFq 2Vs6YlJfC 9KWQ7VIK /premium.html

(3) Cfr. l’articolo di Gisella Ruccia, 13 agosto 2017 -  https: // www. ilfattoquotidiano .it/ 2017/08/13/libia-linferno-nei-centri-lager-dove-sono-rinchiusi-i-migranti-le-immagini-esclusive-di-francesca-mannocchi/3791664/

(4) http://www. Interno .gov. it/it/notizie/salvini-colleghi-ue-asilo-solo-chi-scappa-dalle-guerre

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

18 agosto 2018

www.pcint.org

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