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Marcia Europea”:

Abbasso l’Europa del capitale! Abbasso gli Stati borghesi!

Viva la lotta rivoluzionaria proletaria internazionale!

 

 

Le elezioni europee si avvicinano; tutti i partiti borghesi e piccoloborghesi, di destra e di sinistra, di estrema destra e di “estrema” sinistra, sono in agitazione in vista della partecipazione a questa ennesima rappresentazione del circo elettorale e, soprattutto, per farvi partecipare i proletari. Mentre il “parlamento europeo” non ha nemmeno l’ombra di un potere reale, come sempre questi partiti si sforzano, che siano europeisti convinti o duri euroscettici, di far credere che questo scrutinio sarà molto importante, addirittura “decisivo”.

Di fatti questo scrutinio riveste indiscutibilmente per loro una certa importanza, e non solo in termini di scranni di deputati molto ben pagati: raccogliere un sostanzioso numero di voti significa avere un peso sulla “scena politica”, e ciò si traduce nell’ottenere un corrispondente posto nel meccanismo politico borghese; nella raccolta di voti, un partito dimostra agli occhi dei vertici dei circoli capitalisti la sua capacità di mobilitare gli elettori, cioè la sua capacità di far loro credere che le elezioni siano il mezzo per risolvere i loro problemi; e, in particolare, quando si tratta di proletari, della sua capacità di deviarli dalla lotta aperta contro i capitalisti e il loro Stato.

Su questo punto sono i sindacati che possono giocare con più efficacia il loro ruolo. E non è un caso che il Fronte comune sindacale e la CES – Confederazione Europea dei Sindacati – chiamino i lavoratori a partecipare il 26 aprile ad una “marcia” perché “l’Europa” accordi certe rivendicazioni.

Non è un appello alla lotta, e nemmeno alla preparazione della lotta – queste organizzazioni non nascondono il loro attaccamento alla collaborazione fra le classi, ed hanno dato più volte la prova che esse non esitano a sabotare le lotte quando queste esplodono. L’iniziativa si iscrive completamente e unicamente nel quadro della preparazione dell’ennesima presa in giro delle elezioni europee. Questi venditori di illusioni dicono di volere un’“Europa tollerante e democratica”, un’Europa che “deve proteggere e rassicurare i suoi lavoratori”, “un’Europa più giusta, al servizio dei suoi cittadini e dei lavoratori” ecc. Da esperti imbonitori non credono nemmeno loro a quel che dicono.

Nella realtà, l’”Europa” non è altro che un cartello di Stati borghesi costituito per condurre la sua guerra commerciale permanente che regna nel mercato mondiale, per rafforzarsi di fronte ai grandi imperialismi e per dominare gli Stati più deboli – consolidando, nello stesso tempo, il  dominio sui “propri” lavoratori.

I proletari non possono attendersi da questo cartello di Stati nient’altro che dei colpi. Per “difendersi” o per “proteggersi” – da chi altri se non dai capitalisti e dai loro Stati? – non c’è che un solo mezzo: la lotta di classe, unificante i proletari di ogni settore, di ogni età, di ogni nazionalità e sesso (che siano europei o no!). I borghesi estorcono tutte le loro ricchezze e tutti i loro privilegi dal lavoro dei proletari. Questo significa che i proletari, che possono paralizzare l’intera economia, hanno potenzialmente nelle loro mani una forza immensa – la forza non di elemosinare una miserabile protezione dai borgehsi, ma la forza di rovesciare i borghesi e tutto il loro sistema di sfruttamento, di repressione e di oppressione.

Per ritrovare questa forza di classe, il primo passo da compiere è rompere con gli orientamenti e la pratica di lacché della borghesia – i difensori dell’ordine stabilito e i partigiani della collaborazione di classe che sono i grandi apparati sindacali – per poter lottare e organizzarsi su basi classiste.

 

No al circo elettorale, sia “europeo”, “nazionale”, “regionale” o altro. Sì alla lotta di classe!

Per l’organizzazione indipendente di classe, sul piano della lotta economica come sul piano politico!

Abbasso l’Europa del Capitale! Abbasso tutti gli Stati borghesi!

Viva la rivoluzione comunista mondiale!

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

22 aprile 2019

www.pcint.org

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