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Francia. Dopo il successo della giornata del 5/12, i leader sindacali temporeggiano...

Per vincere, i lavoratori devono prendere la lotta nelle proprie mani e tornare alla lotta di classe!

 

 

Lo ammettono tutti: il giorno del 5 è stato un grande successo grazie all'entità delle manifestazioni e degli scioperi, principalmente nel settore dell'educazione nazionale e dei trasporti. Invece di basarsi su questa mobilitazione per organizzare ed estendere un movimento di sciopero illimitato, le direzioni sindacali hanno deciso... una seconda “giornata d’azione” la settimana successiva (probabilmente in attesa di deciderne una terza). Nonostante le loro dichiarazioni “risolute”, riprendono la loro disastrosa tattica di scioperi articolati che hanno causato la sconfitta della lotta dei lavoratori delle ferrovie l'anno scorso. Già la forza degli scioperi del 5 è stata ridotta, poiché le direzioni aziendali e il governo erano stati avvertiti con sufficiente anticipo per limitare al massimo la loro efficacia.

La sera del 5, il Primo Ministro ha potuto dire di essere soddisfatto: “Nel complesso, gli scioperi e le manifestazioni procedono secondo le previsioni”. Aggiungendo che le manifestazioni “sono andate bene perché erano ben organizzate”, e concludendo: “Voglio rendere omaggio ai sindacati che le hanno inquadrate” (1). Questo tributo di Philippe non era parole nell'aria: il governo teme in particolare un movimento di lotta “incontrollato”, cioè che sfugge all’ inquadramento degli apparati sindacali (2).

Questi ultimi praticano permanentemente il “dialogo sociale” e la collaborazione di classe con i padroni e lo Stato: sono sostenitori senza scrupoli dell'ordine stabilito capitalista, che vogliono migliorare o riformare, ma soprattutto non combatterlo e farlo sparire. Fanno tutto il possibile per evitare che le lotte diventino troppo radicali perché potrebbero costituire una minaccia per l’ordine stabilito; le guidano verso la ricerca di compromessi accettabili per i padroni quando non possono lasciarle isolate – come nel caso della lotta di ottobre dei lavoratori delle ferrovie di Châtillon lasciata isolata dai sindacati in nome del “dialogo sociale” con il direzione. E si lamentano che “il governo sta facendo in modo che gli scioperi durino” (3)...

L'ordine capitalista è fondato sullo sfruttamento dei lavoratori salariati. Produce disuguaglianze crescenti tra i capitalisti che possiedono tutto e i proletari che possiedono solo la loro forza lavoro che sono costretti a vendere ai primi; il “dialogo sociale” e la “collaborazione di classe” avvantaggiano solo i capitalisti impedendo la lotta contro di loro.

NESSUN DIALOGO SOCIALE, SÌ ALLA LOTTA DI CLASSE!
 

In quasi tutti i paesi i capitalisti i loro Stati sono all’offensiva contro i lavoratori, spesso in materia di pensioni. Questa offensiva sta provocando in molti paesi, dal Libano al Cile, dalla Colombia all'Algeria, una rivolta dei proletari che preoccupa o addirittura fa tornare i borghesi sui loro passi: questo è l'esempio che si deve seguire in Francia, dando alla lotta in corso un chiaro orientamento di classe. Lasciare alle direzioni sindacali collaborazioniste la guida del movimento non può che portare a una nuova sconfitta. I lavoratori devono prendere la lotta nelle proprie mani e ritrovare i metodi e i mezzi classisti della lotta: scioperi senza preavviso e senza limiti di tempo, assemblee interprofessionali generali per superare i limiti corporativi, comitati di sciopero eletti per dirigere la lotta, picchetti sciopero efficaci o occupazione dei locali per bloccare realmente l'attività lavorativa e impedire il ricorso ai capi e ai crumiri da parte della direzione, estensione del movimento ad altre imprese e  altri settori, ricerca della solidarietà dei proletari e non degli utenti, rottura con l’interclassismo, col legalismo e con la difesa degli interessi dell'“economia nazionale” che non è altro che l'economia del capitale.

Questi metodi di lotta sono gli unici che consentono di resistere con la massima efficacia agli attacchi borghesi; sono il primo passo necessario per poter lanciare l'attacco al capitalismo, al suo Stato e a tutti i suoi lacché!

 

Contro l’inquadramento collaborazionista, tornare alla lotta e all'organizzazione di classe!

Per la lotta rivoluzionaria contro il capitalismo!

Per la rivoluzione comunista internazionale!
 



(1) AFP, 5/12/19
(2) Un leader anonimo della maggioranza ha dichiarato al Parisien il 29/11/19: “Preferisco avere un milione di persone per strada con una manifestazione sindacale, quindi una cosa ben inquadrata, piuttosto che 100.000 Gilet gialli che non si conoscono e non si controllano”. Senza un orientamento combattivo della lotta di classe, i numeri non contano...
(3) Cfr. Martinez, AFP, 7/12/19.

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

7 dicembre 2019

www.pcint.org

 

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