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Prises de position - Prese di posizione - Toma de posición - Statements                


 

Abbasso il colpo di stato militare in Ciad!

 

 

Il 20 aprile è stata data la notizia della morte di Idriss Déby, l’inamovibile dittatore ciadiano, in seguito alle ferite riportate nel corso di unos contro con una colonna di ribelli (1) e, nello stesso tempo, della presa del potere da parte di un «Comitato Militare di Transizione» che riuniva una quindicina alti ufficiali e guidato da uno dei suoi figli, Mahamat Idriss Déby, capo della Guardia presidenziale. Il CMT ha decretato lo scioglimento del Parlamento e di altre istituzioni governative, la chiusura delle frontiere, l’imposizione del coprifuoco e il dispiegamento di soldati nelle strade della capitale ciadiana, N’Djamena – giurando che in 18 mesi avrebbe organizzato le elezioni «libere e trasparenti».

Idriss Déby era stato appena proclamato vincitore con quasi l’80% dei suffragi in un’elezione presidenziale, nella quale per precauzione gli oppositori non potevano candidarsi...

Pochi giorni dopo, in occasione dei funerali dell’anziano presidente, Macron è andato di persona a lodare le nuove autorità, mentre i media in Francia esprimevano preoccupazione per le conseguenze della scomparsa di uno degli attori chiave del sistema «antiterrorismo» nel Sahel, proprio per il ruolo svolto dall’esercito ciadiano nella lotta contro i «jihadisti». Il quartier generale dell’operazione militare francese nella cosiddetta regione di «Barkhane» è precisamente a N’Djamena.

 

REPRESSIONE SANGUINOSA

 

La preaa del potere da parte della CMT non è avvenuta senza reazioni. Nonostante le intimidazioni del CMT, l’opposizione ha promosso delle manifestazioni contro il nuovo potere e contro il sostegno francese ad esso. Le rivendicazioni di questi partiti borghesi sono estremamente moderate; «per un dialogo veramente inclusivo» è stato uno degli slogan delle proteste, l’obiettivo dichiarato è la formazione di un «governo di transizione di unità nazionale». Uno degli organizzatori ha persino invitato le forze dell’ordine a inquadrare le proteste!

Niente è servito: il 27 aprile la repressione dei manifestanti pacifici da parte dei militari ha provocato una dozzina di morti e decine di feriti nella capitale e nella città di Moundou; centinaia di manifestanti sono stati arrestati. Ciò non ha impedito al coordinamento dell’opposizione «Wakit Tama» («È giunto il momento»), composta da sindacati, associazioni e partiti di opposizione, di continuare a promuovere manifestazioni. L’8 maggio, i raduni vietati (ma che il CMT aveva annunciato di tollerarli nella capitale) sono stati nuovamente repressi con la violenza, con la polizia che a volte non ha esitato a sparare proiettili veri. Secondo Wakit Tama ci sono stati una dozzina di feriti e quindici arresti, così come altri quaranta nelle province. Il governo francese ha condannato «fermamente» questa sanguinosa repressione, ma non inganna nessuno: continua e continuerà a sostenere il regime indipendentemente dai suoi crimini come ha fatto per i regimi precedenti.

Wakit Tama, un’alleanza eterogenea di partiti borghesi, sindacati collaborazionisti (UST) e varie associazioni democratiche, è del tutto incapace di offrire una prospettiva di reale miglioramento delle condizioni delle masse e dei proletari del Ciad. È stato indebolito anche dall’uscita di una delle sue componenti più importanti, l'UNDR, il partito di uno dei più noti oppositori che ha accettato di partecipare il 2 maggio al nuovo governo dopo aver «riconosciuto l’autorità» della CMT che aveva denunciato il giorno prima. Solo il rovesciamento dell’ordine capitalista e imperialista, nel quadro della rivoluzione proletaria internazionale, potrà apportare un cambiamento radicale alla situazione dei ciadiani sfruttati.

 

UN COLPO DI STATO PER MANTENERE IL DOMINIO IMPERIALISTA FRANCESE

 

Quando è arrivato a N’Djamena il 23 aprile, Macron ha detto che «la Francia difenderà l'integrità e la stabilità del Ciad».

Questo stato povero, molto vasto ma in gran parte desertico e scarsamente popolato (poco più di 15 milioni di abitanti) e in gran parte agricolo (l’80% della popolazione attiva lavora nelle campagne) occupa una posizione strategica in questa parte dell’Africa: è questa, e non la sua scarsa ricchezza (cotone, petrolio) che spiega i numerosi interventi militari francesi, a partire dall’indipendenza nel 1960 sotto de Gaulle e proseguiti fino ad oggi. Idriss Déby ha rovesciato 30 anni fa, con l’aiuto dei servizi speciali francesi, il sanguinario dittatore Hissène Habré che aveva tradito la fiducia di Parigi avvicinandosi agli Stati Uniti (2).

Da allora ha goduto del sostegno senza falle dell’imperialismo francese; il Ciad è davvero un pilastro del sistema militare francese, e il suo esercito è senza dubbio il più affidabile e il più esperto a fianco dell’esercito francese. Ha dimostrato il suo valore in Mali ed è coinvolto in vari teatri operativi. E tanto peggio se la soldataglia ciadiana commette atrocità e stupri sulle popolazioni civili (3)...

Due anni fa i bombardamenti aerei francesi hanno salvato il regime bloccando l’avanzata dei ribelli su N’Djamena; questa volta non sembra che i ribelli siano intervenuti direttamente, ma hanno comunque denunciato le informazioni fornite alle truppe ciadiane grazie ai voli di ricognizione di droni e aerei francesi.

D’altronde, non c’è dubbio che la costituzione della CMT sia stata decisa in stretto accordo con i militari francesi presenti sul posto, che devono senza dubbio «consigliare» il nuovo regime: il colpo di Stato è fondamentalmente finalizzato al mantenimento del dominio francese. Le autorità francesi affermano chiaramente che la loro presenza militare e la continua ingerenza negli affari del paese sono un fattore di «stabilità»: ma si tratta della stabilità del dominio imperialista tricolore, di cui le prime vittime sono le masse povere, i proletari ciadiani, dissanguati per finanziare le spese militari e soggetti all’arbitrio e alla rapacità dei clan borghesi locali al potere, nonché delle società imperialiste; non è stato un caso che i manifestanti abbiano attaccato aziende francesi come la Total...

I proletari e le masse del Ciad hanno bisogno della solidarietà dei proletari dei paesi imperialisti, una solidarietà che, per non restare lettera morta, deve tradursi nella lotta aperta contro i crimini della borghesia «di casa propria», del «loro» Stato, in altre parole, nella ripresa della lotta di classe rivoluzionaria contro il capitalismo.

 

Abbasso il colpo di stato!

L'imperialismo francese fuori dal Ciad e fuori dall'Africa!

Solidarietà di classe con i proletari e le masse sfruttate del Ciad!

Per la ripresa della lotta di classe internazionalista e internazionale!  

 


 

(1) Il FACT, gruppo armato che ha combattuto al fianco del generale libico Haftar durante il suo tentativo di conquista di Tripoli. Dopo il suo fallimento, ha tentato un colpo di stato in Ciad.

(2) «Hissène Habré ha giocato, alle nostre spalle, con gli americani ed è stato dopo aver terminato [un'intervista con lui - NDR] che ho deciso di eliminarlo», dichiarazione dell’ex capo dei servizi segreti francesi, orgoglioso del suo stato di servizio a beneficio del dominio imperialista francese. Niente è cambiato da allora o cambierà sotto il sole dell’imperialismo... Cfr. RFI, 24/9/2016.

(3) Dei soldati ciadiani sono stati condannati per stupro e altre aggressioni in Niger. Cfr. Le Monde, 12/4/21.  

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

10 maggio 2021

www.pcint.org

 

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