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Archivio del giornale «il programma comunista»

organo politico del partito dal 1952 fino al 1983

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Il sindacato rosso

Supplemento sindacale mensile de «il programma comunista» organo del partito comunista internazionale

(Nuova serie)

 

Anni 1971 - 1973

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Introduzione

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Nel n. 17 del 30 agosto 1971 del “programma comunista” viene pubblicata una nota riguardante “il sindacato rosso” annunciando che, dal settembre 1971, uscirà sotto la denominazione di “nuova serie”, e sempre come «Supplemento sindacale mensile de “il programma comunista”, organo del partito comunista internazionale», pur costituendo d’ora in avanti le pagine interne 3 e 4 del giornale centrale di partito. Ecco la nota:

«Il Sindacato Rosso

ha svolto negli ultimi due anni, come già lo “Spartaco” che lo aveva preceduto, una inestimabile funzione di battistrada del programma politico del Partito nelle organizzazioni sindacali, nelle fabbriche, negli scioperi, dovunque le nostre forze potevano giungere.

«Il suo compito non è con questo finito. Al contrario, esso è destinato a penetrare ancor più a fondo nel vivo delle lotte sociali che la crisi economica mondiale necessariamente susciterà. Ma appunto perché l’insieme organico delle nostre posizioni teoriche, programmatiche, tattiche e di battaglia, appaia sempre più netto e coerente ai proletari, appunto perché ogni aspetto della nostra instancabile lotta per ridare alla classe i mezzi e gli strumenti della sua emancipazione si integri con tutti gli altri, e li completi, il nostro foglio sindacale uscirà d’ora innanzi quale parte integrante del “programma comunista”, mantenendo il titolo ormai sancito da una lunga tradizione e giungendo ogni mese agli abbonati, ai lettori vecchi e nuovi, ai proletari in genere, come pagina interna del giornale politico centrale.

«E’ una conquista che deve gettare le basi di nuovi passi avanti nella impostazione internazionale della nostra battaglia e nell’opera di rivendicazione dei principi del comunismo rivoluzionario non solo nella propaganda orale e scritta, ma e soprattutto nell’azione pratica: ad essa saranno dedicate le cure più vigili e dovrà essere assicurata la collaborazione più intensa.

«Una rubrica permanente in ogni numero del “Programma” completerà il vuoto fra i numeri mensili del “Sindacato Rosso”».  

Va detto che, dopo un lungo periodo in cui le tre centrali sindacali maggiori, CGIL, CISL e UIL, avevano continuato ad alimentare l’obiettivo di una loro riunificazione in un sindacato “nuovo” e “unico”, periodo punteggiato da discussioni interminabili nelle quali traspariva evidente la difesa di interessi contrastanti, soprattutto tra la CISL (manovrata dalla Democrazia Cristiana) e le altre due centrali che facevano capo ai partiti cosiddetti “di sinistra”, le stesse centrali sindacali – a parte una prima organizzazione tendenzialmente “unitaria”, ma che manteva ben distinte le reciproche sigle, nel settore dei metalmeccanici – iniziarono ad abbandonare la priorità data a quell’obiettivo, arroccandosi nuovamente nelle proprie strutture. Quindi, anche la campagna che il partito aveva lanciato per la “difesa della CGIL rossa”, obiettivo per il quale il partito si appellava agli operai per la costituzione di “Comitati di difesa del Sindacato di Classe” sollecitando i propri militanti, di fabbrica e non, non solo a propagandarne la loro necessaria costituzione intorno ai propri gruppi comunisti di fabbrica, ma anche ad agire praticamente per la loro formazione, oggettivamente perdeva la priorità assoluta che le era stata data. Nello stesso tempo, riemergevano tra i compagni le perplessità che avevano comunque accompagnato quella campagna e spingevano lo stesso centro del partito a fare un bilancio di questa attività riconsiderando tutti i suoi aspetti, sia di valutazione generale dell’attività sindacale e dei sindacati in cui svolgerla, che di tattica e di indicazioni pratiche date a tutta la rete organizzativa a livello generale, perciò anche negli altri paesi dove il partito era presente con le sue sezioni, in particolare in Francia, in Svizzera e in Scandinavia.   

Il partito proletario e comunista non può pensare di poter influenzare un domani, in modo decisivo, le masse proletarie se non sulla base della ripresa della lotta di classe da parte loro; e non può pensare di poter ottenere questo risultato se non attraverso il suo intervento nelle associazioni economiche di difesa immediata del proletariato, associazioni che siano autonome dalle istituzioni padronali e statali e costituite da soli proletari. Ma queste organizzazioni possono rinascere – visto che sono state distrutte dal fascismo e dall’opportunismo collaborazionista – soltanto sulla spinta decisa, ampia e duratura della lotta proletaria elementare di difesa delle proprie condizioni di vita e di lavoro. Non si possono “bruciare le tappe”, non si organizzano ex novo dando caratteristiche classiste a degli “organismi di lotta”; questi ultimi possono nascere, come già in tutta la storia del movimento operaio, sulla base della lotta degli operai in antagonismo agli interessi dei padroni o dello Stato. L’opportunismo non farà mai il favore al proletariato, e ai comunisti rivoluzionari, di organizzare un sindacato “di classe” sul quale lanciare una specie di competizione per la sua direzione. Soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, tutte le forze di conservazione sociale, da quelle dichiaratamente padronali e reazionarie a quelle falsamente proletarie e comuniste, si dedicarono a fondare in ogni paese associazioni e sindacati che imbrigliassero la grande massa del proletariato in organizzazioni supercontrollate, direttamente o indirettamente, dallo Stato. La borghesia lo sa per esperienza storica di dominio, e di lotta contro il proletariato, che i proletari sono spinti dalle loro stesse condizioni di schiavi salariati ad organizzare la difesa dei propri interessi; e sa per esperienza storica che le organizzazioni proletarie possono essere vitali per la lotta di classe e rivoluzionaria se influenzate e dirette dai comunisti rivoluzionari. Perciò, come strategia di prevenzione, le organizzazioni sindacali sono state irreggimentate e inserite in un processo di integrazione nello Stato, processo di integrazione più o meno avanzato a seconda della storia delle lotte di classe di ciascun paese.

Tutto ciò è sempre stato assolutamente noto al nostro partito di ieri, ma questo non ha impedito che si formassero al proprio interno valutazioni ed attese del tutto sbagliate, anche negli organi centrali del partito. Sulla spinta di molte manifestazioni di disgusto e di insofferenza da parte di molti gruppi operai nei confronti della politica e dell’azione pratica delle tre maggiori centrali sindacali, e soprattutto della maggioritaria CGIL; sulla spinta di azioni di lotta, provocate dalla reazione istintiva ed elementare dei proletari alle condizioni di vita e di lavoro che stavano peggiorando a causa delle crisi economiche, e che trascinavano sul terreno della lotta sociale e della contestazione anche gli strati sociali della piccola borghesia e dell’aristocrazia operaia che sentivano avvicinarsi il pericolo di perdere in qualche misura i vantaggi e i privilegi che erano riusciti a raggiungere nel lungo periodo dell’espansione economica capitalistica successivo alla fine del secondo macello imperialistico mondiale (caratteristico il “Sessantotto” che dalla Francia si diffuse in tutta Europa, e l’“autunno caldo” 1969 in Italia); sulla spinta di una serie non indifferente di raggruppamenti politici, con caratteristiche immediatiste, operaiste e autonomiste che si formavano tendenzialmente alla “sinistra” dei tradizionali partiti comunisti stalinizzati e che facevano riferimento alla classe operaia e, in generale, al proletariato, il nostro partito, grazie anche alla sua tradizionale e pluridecennale attività di coerenza politica con la corrente della Sinistra comunista, era entrato oggettivamente nella rosa dei movimenti politici antistalinisti che, per i giovani elementi che cercavano risposte politiche e programmatiche di alto profilo e prospettive rivoluzionarie teoricamente fondate, potevano rappresentare un punto di riferimento. Questo fermento sociale investì sia la classe operaia che la massa degli studenti delle superiori e delle università, ed è da questi strati sociali che diversi elementi giovani si avvicinarono e aderirono in quegli anni al partito, accrescendone la rete organizzativa (ma sempre in termini molto piccoli) in Francia, in Italia, in Germania, in Scandinavia. Il partito, perciò, dovette affrontare, finalmente in pratica e non più soltanto in teoria, una crescente e urgente richiesta di formazione teorica e politica allo scopo di integrare organicamente le nuove forze, e una serie di compiti organizzativi che superavano inevitabilmente i confini nazionali tradizionali e la cui soluzione non poteva che discendere dal principio del centralismo organico difeso dal partito con le unghie e con i denti contro la permanente aggressione dei metodi e dei formalismi democratici che la quotidianità economica, sociale, politica e culturale respirata nella società, alimentava, e alimenta, costantemente. Come è successo spesso nella storia del movimento comunista rivoluzionario, l’opportunismo, sebbene l’abbia provato in molte occasioni, ha sempre avuto grandi difficoltà ad attaccare frontalmente la struttura teorica del marxismo, ed è per questo – perché di fatto è nella sua natura – che insinua la sua azione disfattista e dirompente attraverso i compiti pratici, quotidiani, locali, i quali sono direttamente legati al “risultato” dell’azione tattica e attraverso i quali è più agevole coinvolgere, e confondere, un alto numero di persone.

Il partito, quindi, pur mantenendo in generale sulle gradi questioni teoriche e politiche la barra del timone sulla giusta rotta marxista, una volta caduto nella valutazione sbagliata della riunificazione delle tre centrali sindacali più importanti, considerandola come la “trasformazione” dei sindacati operai, e in particolare della CGIL, in sindacati tout court fascisti, e nella valutazione sbagliata della CGIL, considerata come un sindacato “di classe” e non come un sindacato tricolore come era, in realtà, fin dalla sua stessa costituzione nel 1944 (cosa che il partito aveva già chiarito nel 1949, ma che nel 1968-71 aveva “dimenticato”), non poteva che sbagliare anche nella tattica e negli obiettivi della propria azione politico-sindacale. L’attività di carattere sindacale prese, in effetti, in quegli anni un peso esagerato: tutte le forze del partito, non solo i militanti operai di fabbrica, furono sollecitate e indirizzate a sviluppare al massimo possibile il lavoro in questo campo, giungendo alla propaganda per la costituzione di “Comitati di difesa della CGIL rossa” ai quali era stato dato il compito non solo di mobilitare le masse operaie per “salvare” la CGIL dalla sua trasformazione in “sindacato fascista”, ma anche il compito di rappresentare in embrione la struttura di direzione rivoluzionaria della CGIL se l’operazione di salvataggio fosse riuscita, o di rappresentare in embrione la struttura del futuro sindacato di classe che le masse operaie avrebbero dovuto, spinte dalle loro lotte e dal nostro partito, costituire ex novo, “svuotando” i sindacati CGIL, CISL e UIL!

Il partito ebbe, però, la possibilità di riconsiderare in modo più approfondito tutta la questione perché le perplessità che esistevano nell’organizzazione rispetto a questa specie di “fuga in avanti” sul terreno immediato, e la ripresa delle posizioni storiche, partendo da Marx-Engels per passare attraverso Lenin, la III Internazionale, la Sinistra comunista all’epoca del PCd’I e la restaurazione dottrinaria e politica svolta dal partito tra il 1946 e il 1965, diedero l’occasione di evidenziare in modo chiaro l’errore di valutazione, e quindi di tattica e di azione su questo specifico terreno di attività, ma, per conseguenza ovvia, con risvolti anche sul campo più generale del rapporto tra partito e classe, tra partito e azione di classe, tra partito e organizzazioni economiche del proletariato. Questo lavoro di raddrizzamento delle valutazioni e delle posizioni non poteva non affrontare lo stesso tema del partito come organizzazione centralistica e il suo funzionamento, cosa che rimise sul tavolo la questione del centralismo organico, il rapporto tra centro e sezioni, il rapporto tra partito, militanti e simpatizzanti.

Il partito, dunque, seppur lentamente, reagì e iniziò a correggere le sue posizioni in campo sindacale, come dimostrato nella riunione generale di Torino dell’aprile 1971 sulla quale una circolare interna del centro del 15 aprile, ribadendo la continuità della «battaglia di “demolizione critica dell’opportunismo e del deviazionismo” (Tesi caratteristiche, 1951)», sottolinea che tale battaglia «deve essere condotta con ferma decisione sul triplice piano: 1) della difesa, affermazione e propaganda dei postulati teorici e programmatici del Partito; 2) del rafforzamento della sua organizzazione internazionale e della sempre più solida preparazione delle giovani leve di militanti comunisti (due compiti tuttora preminenti e con carattere di massima continuità) e 3) di quel “lavoro sindacale” che, pur nella situazione sfavorevole dei giorni nostri, rivendichiamo, “nella misura in cui i rapporti di forza lo consentono”, come “tutte le forme di attività proprie dei momenti favorevoli” (Considerazioni sulla organica attività del Partito quando la situazione generale è storicamente sfavorevole, 1965)». La circolare, ora citata, mette in chiaro che nel “lavoro sindacale”, la nostra azione «è oggi condannata ad essere sporadica, che le sue possibilità di incidere sulla realtà sociale sono minime, e che di nessun successo ottenuto localmente e contingentemente è lecito aspettarsi che sia duraturo», ma che questa situazione generale oggettivamente sfavorevole alla lotta di classe e alla sua rinascita non giustificava la rinunzia da parte del partito «a perseverare nello sforzo di fare dei nostri gruppi sindacali e di fabbrica, dovunque esistano o possano costituirsi, un centro di irradiazione delle nostre direttive e delle nostre parole d’ordine organicamente collegate agli obiettivi e interessi finali del movimento proletario, il punto di forza della nostra lotta in difesa non tanto di una forma definita da una particolare etichetta (CGIL, CGT ecc.) – e del resto svuotata di ogni contenuto anche vagamente classista dagli effetti rovinosi della “terza ondata opportunistica” – quanto del principio dell’associazionismo operaio e della sua vitale importanza ai fini delle grandi battaglie politiche e sociali del futuro, e la “lunga mano” del Partito nelle lotte rivendicative e nelle organizzazioni economiche che ancora consentono un’ultima e virtuale possibilità di azione e agitazione da parte di una corrente comunista rivoluzionaria, per scavare con tenacia il solco sul quale è nostra incrollabile certezza che il proletariato in risveglio sarà deterministicamente spinto a muoversi e ad agire».

L’intera questione “sindacale” fu quindi oggetto di una ripresa sistematica di tutti i suoi aspetti e il partito si trovò nell’oggettiva necessità di rimetterne al centro il suo urgente raddrizzamento, sia attraverso il collegamento con i testi classici del marxismo che costituiscono il corpo dottrinario e programmatico del partito stesso, sia attraverso il lavoro indirizzato a redigere le tesi sulla questione sindacale, con le quali il partito avrebbe rimesso un punto fermo e indiscutibile a tutta la questione. Il “programma comunista”, dal n. 22 del novembre 1971 al n. 2 del 1972, pubblicò una serie di brani dai testi marxisti di riferimento (sotto il titolo: Basi storico-programmatiche del comunismo rivoluzionario circa il rapporto tra partito, classe, azione di classe e associazioni economiche operaie), seguita da un testo conclusivo intitolato Il partito di fronte alla “questione sindacale”, pubblicato nel n. 3 del 1972, sui quali tutto il partito venne chiamato a riflettere e a svolgere riunioni ed approfondimenti, in modo che tutti i compagni giungessero preparati alla riunione generale in cui il centro presentò il corpo di tesi che furono poi pubblicate nel “programma comunista” nn. 10, 11 e 12 del 1972 col titolo “Marxismo e questione sindacale”, tesi che, insieme a tutti i testi classici del marxismo e della corrente della Sinistra comunista, fanno tuttora da base all’impostazione teorico-programmatica e all’azione del partito nel campo delle lotte operaie immediate e delle sue organizzazioni di difesa economica.

Il supplemento sindacale continuerà a svolgere il suo specifico compito di orientatore dell’intervento del partito nel campo sindacale e di punto di riferimento per tutti i proletari spinti a trovare una direzione di lotta non ingessata nelle pratiche frammentarie e sabotatrici dei sindacati tricolori, ma in grado di farli uscire dal tunnel della collaborazione interclassista. Fu pubblicato in questa forma per tutto il periodo fino alla fine del 1973. A quell’epoca, il partito, avendo subìto una scissione importante che si incentrò sulla questione fondamentale del partito di classe e dei suoi compiti nel periodo dato – scissione che fu innestata dalla complicata questione “sindacale” ma che non si esauriva in essa – raccolse le forze per raddrizzare durante e dopo la scissione l’intera linea politica e riprendere la rotta che i nostri stessi testi fondamentali avevano da tempo indicato e dalla quale aveva rischiato di deviare completamente. L’intervento in fabbrica e sul terreno della difesa immediata delle condizioni di esistenza e di lavoro del proletariato non fu di certo abbandonato, ma si tese a dare la massima importanza all’attività principale del partito, visto che le condizioni materiali e generali di una effettiva ripresa della lotta di classe del proletariato erano ancora così profodnamente sfavorevoli, cioè all’attività di difesa della teoria, del programma e della linea politica del partito in ragione anche dell’obiettivo di rafforzare l’assimilazione teorico-politica delle forze del partito che tendevano ad estendersi anche in altri paesi come la Spagna, l’Algeria, l’America Latina.

Nel n. 23 del “programma comunista”, dicembre 1973, fu pubblicata un’Avvertenza con la quale, appunto, si annunciava la sospensione della pubblicazione del foglio “il sindacato rosso”, con queste parole:

«Alla riunione d’organizzazione del 16-17 scorso, si è concordemente deciso che d’ora innanzi tutti gli articoli, le corrispondenze, i manifesti ecc. che apparivano mensilmente nel foglio

il sindacato rosso

«come quarta e quinta pagina dell’organo quindicinale del Partito, facciano parte integrante di ogni numero di quest’ultimo, cessando quindi di uscire come foglio a sé il supplemento sindacale.

«Questa decisione ristabilisce il naturale equilibrio dell’organo politico centrale – il programma comunista – nel quale si rifletterà quindi di numero in numero l’intero quadro dell’attività teorica e pratica del Partito, di cui quella sindacale è un aspetto permanente ed inscindibile anche se la fase storica che il proletariato attraversa ne ha ridotto le possibilità di estrinsecazione, e che in questa veste più ricca e completa assumerà un carattere ancora più netto di organo di battaglia su tutti i fronti.

«La decisione quindi non solo non muta nulla alla nostra valutazione del peso che l’intervento nelle lotte economiche e nelle organizzazioni operaie immediate ha e deve avere nella vita del Partito, ed alle direttive che a questa azione permanente presiedono, ma noi ne attendiamo al contrario che appaia più evidente agli occhi dei proletari fra cui circola la nostra stampa il legame strettissimo che unisce tutti gli aspetti dell’azione rivoluzionaria, che, lungi dal negare le spinte economiche elementari e le lotte di resistenza della forza lavoro all’assalto del capitale alle sue condizioni di vita e di lavoro, tende a unificarle sollevandole, grazie al suo intervento, ad un livello superiore, come armi nella secolare battaglia non più soltanto contro i sintomi, ma contro le cause dello sfruttamento capitalistico.

«Il “Programma comunista” uscirà in sei pagine a numero alterni o, se possibile, quindicinalmente, e in ogni numero una parte sarà riservata alla trattazione specifica di questioni sindacali».

Ora seguono i sommari del “Sindacato rosso” dal settembre 1971 all’ottobre 1973.


Il sindacato rosso (Nuova serie) 1971, 1972, 1973


 

Anno: 1971

 

Il programma comunista No 19, 27 settembre 1971   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Chi dice difesa degli interessi nazionali dice sabotaggio delle lotte operaie

• Il vero risultato delle lotte operaie

• L’opportunismo, ecco il nemico!Fondere tutte le lotte e vertenze operaie!

• Chi unificherà la classe lavoratrice?

• Oltre 900.000 disoccupati in Inghilterra

• Infamia della delega

• Durata e intensità del lavoro

• Orario ridotto e straordinari aumentati!!

• Lotte di classe enl mondo. Egitto-Israele - Spagna – Giappone

• la legislazione inglese anti-sciopero, modello per ogni democrazia...

• Lavoro sindacale e lavoro politico

 

Il programma comunista No 21, 25 ottobre 1971   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• È in gioco non la difesa dell’economia nazionale ma la lotta per l’emancipazione del lavoro dal capitale

• Alla gogna!

• L’opportunismo, ecco il nemico!

• La commedia dello sciopero ferroviario

• Diritto al lavoro o abolizione del lavoro salariato ?

• Panorama mondiale delle lotte operaie. Stati Uniti - Egitto - India - Giappone - Jugoslavia - Spagna - Francia

• Sinodo sindacale

• Attività dei nostri gruppi. Ivrea - Firenze - Bologna - Belluno e Marghera

 

Il programma comunista No 23, 22 novembre 1971   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Menzogne borghesi e verità marxiste. La favola dell’autunno caldo - La seconda risposta del marxismo - Dalla guerriglia contro il capitale alla guerra generale di classe

• Viva i proletari spagnoli! Abbasso l’opportunismo! Nuova ondata di scioperi - Le commissioni operaie - La via della ripresa, in Spagna come dovunque

• Noi e lor signori

• La vera lotta al carovita

• Due piccioni e una sola fava

• Attività dei nostri gruppi. Veneto - Firenze - Ivrea

 

Anno: 1972

 

Il programma comunista No 1, 8 gennaio 1972   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Nulla di mutato sul cammino della rivoluzione

• Riforma o rivoluzione?

• Il carnevalesco sciopero generale di Carbonia

• Sindacati baciapile

• “Nuove” e vecchie forme di lotta

• Fabbriche di Ivrea e dintorni

• I sindacati dell’ unità nazionale

• L’ordine regna sovrano

• Il marxismo rivoluzionario di fronte alla questione dell’unità sindacale

• Destinazione stato

• Punti sul vivo

• Attività in Toscana

 

Il programma comunista No 3, 5 febbraio 1972   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Per la ripresa generale della lotta di classe

• Contrattazione integrativa significa integrazione del proletariato nel sistema capitalistico

• Nel vivo delle agitazioni operaie. Chimici - Tramvieri - Metalmeccanici

• Per i morti all’Italsider

• Parlano i tre

• Lotte economiche e lotte politiche

• Lotte proletarie nel mondo. Inghilterra - Rhodesia

 

Il programma comunista No 5, 4 marzo 1972   -  pdf  - Top  - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Lo sciopero dei minatori inglesi insegni!

• Nostri volantini

• Opportunismo e lotta contro i licenziamenti

• Dalla Spagna. La borghesia spagnola guarda con terrore alla ripresa delle lotte sociali

• Lotte operaie nel mondo

• Nel vivo delle agitazioni operaie. Milano - Bologna - Ivrea

• La soluzione comunista al problema della disoccupazione (2-Fine). L’opportunismo e le sue miserande «soluzioni concrete»

 

Il programma comunista No 7, 1 aprile 1972   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Il massacro di El Ferrol

• I braccianti lottano per il socialismo, non per il possesso della terra

• Consigli di fabbrica, specchietto per le allodole

• Le cariche della polizia contro i pichetti

• Olivetti. Due significative esperienze

• La confidustria richiama all’ordine

• Faesite. L’opportunismo preme sulla lotta

• Contro gli omidici bianchi

• Unità in alto mare

 

Il programma comunista No 9, 29 aprile 1972   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Ogni concessione ai pregiudizi pacifisti e riformisti è un tradimento della causa operaia

• L’esodo dalle campagne

• I padroni chiedono ordine. I sindacati rispondono: Signorsì!

• Pretendono di non dipendere dai partiti, e sono alle dipendnze dello stato

• Articolazione significa divisione e … sconti salariali

• È il regime borghese che bisogna sfrattare

• Lanerossi. Articolazione a tutto vapore

 • Bilanci radiosi!

 

Il programma comunista No 11, 27 maggio 1972   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• I sindacati hanno deciso di castrare le lotte per il rinnovo dei contratti

• Lanerossi: un bilancio

• Nel vivo delle lotte operaie

• Tanto per antipasto

• Una piattaforma classista per i ferrovieri

• Sullo stesso piano

• Lotte operaie nel mondo

• Se fossero …

 

Il programma comunista No 13, 24 giugno 1972   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Organizzatori «operai» o consulenti degli imprenditori?

• Salario intero ai disoccupati: obiettivo di tutta la classe!

• La condizione operaia. I giovani - Le donne

• I CUB sono una soluzione?

• Nel mondo

• Nel vivo delle lotte operaie. Casale Monferrato - Bologna - Udine

• Azienda, produttività, concorrenza fra i lavoratori, ovunque al servizio del capitale

• L’ISSCaL, ovvero il fumo democratico sui tetti proletari

• Indovina chi parla

 

Il programma comunista No 15, 22 luglio 1972   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• I pigmei sindacali incatenano il gigante proletario

• Il crollo di un mito

• Omicidi bianchi e lacrime di cocodrilli opportunisti

• Lavoro infantile e domestico

• Lavoro, amore per il padrone e fantasia

• In primo piano «professionalità» e «ristrutturazione» al posto degli interessi generali di classe. La lotta dei chimici - La lotta degli edili

• Necessità e limiti delle associazioni economiche

• Oltre il cottimo

• Crisi alla Volkswagen

 

Il programma comunista No 17, 11 settembre 1972   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Non drammatizziamo, hanno la faccia di dire i sindacati!

• Federati o uniti, al servizio del capitale …

• Contratti e marcia della concentrazione capitalistica nell’agricoltura

• Montedison: una vertenza che gira su se stessa

• Ritorno alla base

• Cifre nuove e vecchi chiodi

• Il possente sciopero dei portuali inglesi

• La crisi capitalistica non ha risparmiato l’Emilia-Romagna “rossa”

• Pensioni: altra farsa

 

Il programma comunista No 19, 11 ottobre 1972   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Bonzi e padroni, decisi a imbavagliare la classe operaia. Da ieri ad oggi - Il filo continuo dell’opportunismo - I tre obbiettivi della trinità sindacale

• Lo schifo della piattaforma per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici

• Prima i prezzi, poi i salari

• Si chiude la vertenza dei chimici

• Lettera dal Belgio. Requiem per le cooperative

• Non spiccioli ma lotta

• Attività dei nostri gruppi sindacali. Ravenna - Roma

 

Il programma comunista No 21, 8 novembre 1972   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Serio impegno dei sindacati … nella difesa ad oltranza del capitale

• Nostri manifestini. Porto Marghera - Bologna

•  Lo sciopero secondo loro - Lo sciopero secondo noi

• Disoccupazione galoppante (in groppa al progresso borghese)

• Avanti con le sospensioni, sotto con i prelati

• Firmato l’accordo - beffa dei chimici

• Crisi e non crisi

 

Il programma comunista No 23, 7 dicembre 1972   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• A proposito della piattaforma dei metalmeccanici. Sostanziale convergenza fra sindacati e confindustria

• Risalire dall’abisso

• Fuori dalle fabbriche!!

• Le contraddizioni del capitalismo sono insanabili

• Una proficua collaborazione

• Nostri interventi. Scuola-studenti-riforme

• Sindacati in Toga

• Dietro il clangore delle armi

 

Anno: 1973

 

Il programma comunista No 1, 11 gennaio 1973   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Sindacati al servizio del capitale

• I comunisti di fronte alla disoccupazione e alla crisi economica

• Ricomincia il tira e molla dei contratti

• Bottegai federati

• Organizzatori o frati questuanti?

• L’«articolazione»: bilancio di un tradimento

• Profitto … zero

• Ancora sulle proposte di ristrutturazione alla Lanerossi

 

Il programma comunista No 3, 8 febbraio 1973   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Sciopero generale. Non farsa nazional-popolare!

• Essenza ed origini dell’opportunismo

• Verso la conclusione (malgrado la faccia feroce) della vertenza dei metalmeccanici

• Considerazioni sull’«assenteismo». Cifre e calcoli significativi - Profitto perduto - Economia politica proletaria

• La questione del lavoro a domicilio nel quadro delle lotte operaie

 

Il programma comunista No 5, 8 marzo 1973   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Per l’autentica lotta di classe

• Il senso delle nostre rivendicazioni

• Attività dei nostri gruppi sindacali e di fabbrica. Ivrea: Gli ignobili «cortei interni» - Firenze: Interventi in assemblee sindacali - Cosenza: Parole Chiare

• «Costo del lavoro» ed altre solfe

 

Il programma comunista No 7, 5 aprile 1973   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Epitaffio su un accordo-bidone. Considerazioni preliminari - I punti dell’accordo-bidone - Inquadramento unico operai-impiegati - Indennità di contingenza - Riduzione dell’orario di lavoro - Straordinario - Diritto allo studio - Concludendo

• La voce dei nostri gruppi sindacali. Veneto e Friuli: La «ristrutturazione» alla Lanerossi -Dipendenti: Enti locali Udine - Bologna: Le vestali dell’«autocontrollo» - Firenze: Calzaturificio Rangoni - Manetti & Roberts

 

Il programma comunista No 9, 3 maggio 1973   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Triste bilancio del contratto dei mettalmeccanici. Appoggio al piccolo capitale in difficoltà - Appoggio al grande capitale e alle sue «razionalizzazioni» • L’economia nazionale innanzitutto - Uno scossone premonitore

• Un’ estrema impennata alla Fiat

• Il volantino alla Fiat

• Attività dei nostri gruppi sindacali. Savona: La nostra azione nel campo dei dipendenti dai centri di addestramento professionale - Belluno: Non ci si esclude dalle assemblee sindacali

 

Il programma comunista No 11, 31 maggio 1973   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Tutti coalizzati per l’«autodisciplina operaia»

• Pompieri all’opera

• Panorama internazionale. Giappone - Danimarca e Finlandia - Germania - Inghilterra - Cile - Spagna

• Attività dei nostri gruppi sindacali. Messina: Un’utile esperienza di lotta alle navi traghetto - Interventi in assemblee di metalmeccanici: Alla Corazza di Bologna. AllaFranger Frigor di Casale Monteferrato

• Sempre più «responsabili» le centrali sindacali

 

Il programma comunista No 13, 27 giugno 1973   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Dal baratro della controrivoluzione alla ripresa delle lotte di classe. Dal primo al secondo dopoguerra - Da Di Vittorio a Lama - la “linea politica” del sindacato tricolore - La risalta dall’abisso

• Primati italici

• Voci dei nostri gruppi sindacali. L’indegna truffa del contratto dei tessili - Sul contratto per i lavoratori della scuola

• Disoccupazione giovanile in ascesa

 

Il programma comunista No 16, 30 agosto 1973   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):r

• I «cento giorni» dell’opportunismo sindacale. Dal controllo dei prezzi… - alla migliore utilizzazione degli impianti - Il serpente morde il ciarlatano

• Sindacati operai o consorzi capitalistici? Primati germanici - Primati elvetici

• «Mondo del lavoro». L’industria degli infortuni sul lavoro - I guai dell’età avanzata

• Isole di montaggio: panni nuovi per vecchio sfruttamento (1)

 

Il programma comunista No 18, 27 settembre 1973   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Sindacati «civili» e scioperi «selvaggi» in Germania. Dalla timida fiammella di oggi ridivamperà, seppure travagliato, l’incendio proletario di domani - Le cause - Girotondo contrattuale - Sviluppo del movimento - I lavoratori «stranieri» - L’epilogo

- Lotta a fondo contro il capitale e l’opportunismo tricolore: primo passo verso la ripresa del movimento operaio

• Contro la repressione dei lavoratori immigrati, una sola arma: la lotta di classe

• Nostri interventi: alla Fiat di Vado Ligure

 

Il programma comunista No 20, 26 ottobre 1973   -  pdf  - Top - Back

il sindacato rosso (supplemento sindacale - nuova serie, pagine 3-4):

• Dove va ad approdare la «nuova politica sindacale». Una politica sindacale «nuova» - «Concessioni» e contropartite - Un giusto postulato rivolto contro gli obiettivi di classe - L’annosa questione del Mezzogiorno - Una loro domanda e due nostre riposte

• Convergenze significative

• Il grande imbroglio della «piattaforma Fiat»

• Amor di Patria

• Nostri interventi

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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